«Ho sempre diffidato delle ricostruzioni sull’egemonia comunista nel cinema. Mi sforzo di ricordare come eravamo, quaranta o cinquanta anni fa. E mi pare proprio di poter dire che i grandi attori, quelli che erano e sono ancona come miei fratelli, e cioè Nino Manfredi e Marcello Mastroianni, se ne sono sempre fregati altamente della politica. Erano proprio due ciociari, persone semplici, con l’arte nel sangue, un grande senso dell’amicizia, certamente antifascisti. Ma che andassero la sera al Bottegone a prendere ordini, è inverosimile, ridicolo. E anche falso che ci fossero registi come Roberto Rossellini o Federico Fellini in qualche modo vicini alla Democrazia cristiana. Figuriamoci: il loro amore per le donne era incompatibile con il partito di De Gasperi e Andreotti. [...] »