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Rassegna stampa di Russell Crowe

Russell Crowe (Russell Ira Crowe) è un attore neozelandese, regista, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore, è nato il 7 aprile 1964 a Wellington (Nuova Zelanda). Russell Crowe ha oggi 60 anni ed è del segno zodiacale Ariete.

ANDREA CHIRICHELLI
MYmovies.it

Ha ricevuto tre nomination all'Oscar consecutive come miglior attore protagonista per i suoi ruoli in The Insider - Dietro la verità (2000), Gladiator- Il Gladiatore (2001) e A Beatiful Mind (2002). La sua interpretazione di Maximus, il generale romano divenuto gladiatore, in Il Gladiatore di Ridley Scott, gli è valsa la statuetta. Lo stesso ruolo gli ha fatto guadagnare il plauso di diverse organizzazioni di critici, dell'associazione della stampa estera di Hollywood, del sindacato degli attori e del BAFTA (British Academy of Film and Television).

FABIO RIZZO
MYmovies.it

Fin da bambino frequenta i set cinematografici, accompagnando i genitori cuochi che svolgono il servizio di ristorazione. Dall'età di 7 anni inizia a comparire in varie serie e trasmissioni televisive australiane per adolescenti finché, nel 1980, la passione per il rock lo porta a formare una band con la quale incide un singolo di discreto successo. Separatosi dagli altri componenti del gruppo, anche a causa della sua intrattabilità, tenta ancora per qualche anno la carriera musicale, praticando parallelamente il football a livello agonistico. Costretto a passare da un lavoro all'altro per riuscire a mantenersi, prova a darsi al cinema più per motivi economici che per vocazione. Pur senza aver frequentato scuole di recitazione, supera alcuni provini e debutta sul grande schermo nel 1990 con il film Giuramento di sangue. Pochi anni dopo interpreta da protagonista Skinheads e The Sum of Us, entrambi campioni d'incasso in Australia, con i quali raggiunge la grande popolarità in patria. Nel 1995 Sharon Stone lo vuole al suo fianco, insieme a Gene Hackman e Leonardo DiCaprio, nel western Pronti a morire. Sebbene risulti un lavoro poco riuscito, il film, per l'importanza del cast e della produzione, rappresenta per Crowe un vero trampolino di lancio. Nello stesso anno lavora con Denzel Washington in Virtuality e la critica statunitense lo inserisce nel novero dei nuovi migliori attori accanto a Daniel Day-Lewis e Sean Penn. Il bel poliziesco L.A. Confidential del 1997, in cui è protagonista con la fatale Kim Basinger, è un film di successo che lo rende famoso anche in Europa. Una curiosità: Crowe ha definito il periodo di lavorazione della pellicola come il peggiore della sua vita, perché James Ellroy, autore della storia, gli imponeva di non bere alcolici per assomigliare il più possibile al personaggio del poliziotto che interpretava. Nel 1999 si procura una nomination all'Oscar come attore protagonista in Insider, nella parte di uomo in lotta per affermare una verità che contrasta con gli interessi economici di una fabbrica di tabacco, ruolo per il quale ha dovuto ingrassare venti chili. Per la regia di Ridley Scott, nel 2000 è l'interprete principale di Il gladiatore, colossal in cui veste i panni di Maximus Decimus Berilius, generale di Marco Aurelio. Crowe è diventato in breve tempo un attore talmente padrone dei propri mezzi espressivi, da riuscire a nascondere la sua fisicità esuberante per interpretare il matematico schizofrenico John Nash in A Beautiful Mind, altra convincente prova con cui ha sfiorato il secondo Oscar. Anche il 2003 è stato un anno importante per la sua carriera, durante la quale ha sbagliato veramente pochi film (Rapimento e riscatto): la sua interpretazione del comandante Jack Aubrey in Master & Commander - Sfida ai confini del mare di Peter Weir, è stata accolta dalla stampa americana, che già gli tira la volata all'Oscar («un attore che dimostra una naturale inclinazione per gli eroi tormentati», ha scritto Hollywood Reporter), come una delle più emozionanti dell'anno. Definito anche «Clarke Gable del pacifico» Russell Crowe è l'attore australiano (in realtà proviene dalla Nuova Zelanda) più conosciuto dopo Mel Gibson. Molto prestante fisicamente, tiene la scena con irruenza, ma la sua buona intuitività gli consente di calarsi anche in ruoli che richiedono registri più sfumati. Con un cachet da dieci milioni di dollari a film, è ormai entrato stabilmente nello star-system hollywoodiano.

LIETTA TORNABUONI
Specchio

Russell Crowe è cambiato,a 41 anni. La faccia tonda,le guance piene che aveva nel Gladiatore o in Master &Commander si sono mutate in un viso triangolare, smunto. Pesaval03 chili. Ora, in Cinderella Man di Ron Howard (il soprannome di «Cenerentola del ring» è dello scrittore Damon Runyon), pesa 80 chili. Per forza, deve sembrare affamato e povero nella parte del pugile americano Jim Braddock, che dopo aver rinunciato al pugilato tornò a combattere nel 1933 per poter mantenere la famiglia,e con coraggio e volontà risultò vincitore sino a sconfiggere Max Bear e a conquistare un titolo mondiale. Divenne un simbolo, un eroe popolare: nei primi anni Trenta c’erano negli Stati Uniti 15 milioni di disoccupati, la miseria della Grande Depressione economica costringeva la gente a vivere senza elettricità né riscaldamento né gas (mancavano i soldi per pagare le bollette) e a mandare i figli dai parenti in campagna (non avevano di che sfamarli). Con l’aria avvilita e infinitamente stanca, Russell Crowe esprime motto bene il sentimento di quel tempo, anche se negli Stati Uniti troppo spaventati dal futuro Cinderella Man non ha avuto un gran successo. Del resto Crowe è un attore bravo e poliedrico, esprime bene tutto: le eroiche avventure gladiatorie e quelle sul mare sconfinato, gli smarrimenti dell’insidia della follia in A Beautiful Mind, l’affondare nella corruzione in LA Confidential, l’inquietudine della verità in Insider. Nato in Nuova Zelanda, è cresciuto in Australia (dove anche adesso vive con la moglie e un figlio piccolo), ha interpretato nel 1995 il suo primo film americano (era Pronti a morire di Sam Raimi), ha ricevuto innumerevoli premi. Nell’ultimo tempo s’è guadagnato una fama di violento per una rissa con l’impiegato d’un albergo newyorkese, seguita da arresto e denuncia: ma si sa come certi lavoratori alberghieri siano abili a spezzare i nervi e svelti a manifestare un’ostilità invidiosa verso le star, Crowe è in realtà un bravissimo attore, non di scuola ma d’istinto, dotato pure di quella specialissima energia e di quella virilità naturale tipiche della recente generazione d’interpreti australiani (al femminile, anche Nicole Kìdman non è diversa). Ed ètra i pochi interpreti che, con identica efficacia, possa fare lo scienziato tormentato l’avventuriero spericolato, l’intellettuale e il muscolare. Da La Stampa, 17 settembre 2005

MARIA GIULIA MINETTI
Lo Specchio

Non son maschi, ma le donne debbono essere molto grate al regista Peter Weir per non avere preso alla lettera tutti i suggerimenti del romanziere Patrick O’Brian a proposito del suo protagonista, il capitano Jack Aubrey. Perché Jack Aubrey, arrivato finalmente sullo schermo con la faccia e il corpo di Russell Crowe ( Master and Commander, The Far Side of the World), uscito in America tra gli entusiasmi della critica e del pubblico rischiava d’arrivarci sovrappeso. Russell Crowe sovrappeso l’abbiamo già avuto in The Insider, film bellissimo, d’accordo, e recitato da dio, ma ditemi una spettatrice che non abbia tirato un sospiro di sollievo, ritrovandolo sodo e poderoso nel successivo Gladiatore. Non che fosse magro, intendiamoci. Era stato Ridley Scott, il regista, a frenarlo sulla dieta. Tramite Nicholas Powell, che doveva allenano ai combattimenti nell’arena, gli aveva mandato un biglietto: “Non perdere altro peso. Chunky is hunky (traduzione libera: grosso è sexy)”.
Adesso, però, c’era il pericolo di esagerare. Il capitano Aubrey, ha raccontato Russell a Jay Leno nel Tonight Show del 6 novembre scorso, durante i viaggi molto lunghi arriva a pesare 17 stone (vecchia unità di misura, pari a 6,350 chili; il capitano, dunque, arriva quasi a 108, ndr). Peter però ha pensato che non voleva un protagonista incapace di salire sul ponte senza essere spinto su dal ragazzo di cabina(ride). Così abbiamo deciso di dargli un aspetto più dinamico. Dico, ci sono venti libri, c’è tutto il tempo di arrivare ai 17 stone”.

PRESSBOOK

Di recente è stato il protagonista dei film di Ridley Scott Body of Lies (Nessuna verità) e American Gangster, e del western 3:10 to Yuma (Quel treno per Yuma), diretto da James Mangold. American Gangster e 3:10 to Yuma (Quel treno per Yuma) hanno ricevuto nomination allo Screen Actors Guild Award 2008 nella categoria ‘Outstanding Performance by a Cast in a Motion Picture’.
Body of Lies (Nessuna verità) costituisce la quarta collaborazione di Crowe con il regista Scott, dopo l’esordio dei due nel film premio Oscar Il Gladiatore. Crowe ha inoltre recitato nel film di Scott A Good Year (Un’ottima annata), basato sul libro di Peter Mayle. La sua performance, premiata nel 2000 con l’Academy Award , nel ruolo del Generale Romano Massimo ne Il Gladiatore è corredata da altre due nomination all’ Oscar come Migliore Attore per The Insider (1999) e A Beautiful Mind (2001).

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