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Rassegna stampa di John Barrymore

John Barrymore (John Sidney Blyth) è un attore statunitense, è nato il 14 febbraio 1882 a Filadelfia, Pennsylvania (USA) ed è morto il 29 maggio 1942 all'età di 60 anni a Los Angeles, California (USA).

DAVE KEHR
The New York Times

JOHN BARRYMORE (1882-1942) lives on in the popular imagination as the consummate stage performer, a thespian of the old school armed with an impossibly cultured voice, a gift for grand gestures and majestic poses, and a mysterious ability (lost to us now) to look good in tights.
But by 1925 Barrymore's theatrical career was effectively over, and he had become almost entirely a creature of the movies. A new boxed set from Kino International, “The John Barrymore Collection,” offers four of his starring vehicles from the silent period: “Dr. Jekyll and Mr. Hyde” (1920), “Sherlock Holmes” (1922), “The Beloved Rogue” (1927) and “Tempest” (1928). Each offers ample evidence of his oversize talent and cinematic appeal. (Though only “Sherlock Holmes,” presented in a fine restoration from George Eastman House, is new to DVD, the others having previously appeared on Kino or other labels.)
Barrymore began his Broadway career as a light comedian and was only gradually persuaded to try dramatic roles. He entered films in 1914 and at first appeared almost exclusively in comedies. The anonymous reviewer of “Dr. Jekyll and Mr. Hyde” in The New York Times was surprised and gratified to find that Barrymore had broken with “the style of his previous screen work” as “an out-and out-farceur.”

ANNA BUIA

Il più giovane membro della 'famiglia reale di Broadway' (sono figli di due attori), iniziò la sua carriera in teatro nel 1903, dopo aver lavorato come caricaturista in un quotidiano newyorkese. A quattordici anni era già un alcolizzato e arrivò al palcoscenico dopo anni di vita da bohèmien. In teatro sostenne per lo più ruoli brillanti, acquistando anche una certa notorietà. Del 1913 è il suo debutto cinematografico, con An Amenican Citizen (Un cittadino americano) di J. Scarle Dawley. Tra il 1914 e il 1919 B. realizzò film per la Famous Players, in gran parte versioni cinematografiche di commedie di successo, che lo resero molto popolare e ne misero in luce lo spirito e il talento di attore brillante. La sua carriera teatrale nel frattempo assunse maggior rilievo, in seguito al passaggio a ruoli drammatici. Nel 1920, anno di una sua eccellente interpretazione del 'Riccardo III' di Shakespeare, sostenne il doppio ruolo di Dr. Jekyll and Mr. Hyde (Dottor Jekyll e Mister Hyde, 1920) di J.S. Robertson, il film che gli assicurò un successo internazionale e che è generalmente considerato il migliore della sua carriera durante il muto. L'anno successivo - ancora in teatro - fu un memorabile Amleto. Nel cinema con Don Juan (Don Giovanni e Lucrezia Borgia, 1926) di Alan Crosland, B.- quarantenne - acquistò il titolo di «più grande amante di ogni tempo» e tale fama si accrebbe all'avvento del sonoro, anche per la sua bella voce. Nuovo mito maschile, 'The Barrymore, Lionel profile'- questo era il suo soprannome -durante gli anni '20 fu impegnato in film romantici e d'avventura, spesso in costume: da Beau Brummel (Lord Brummel, 1924) di H. Beaumont, a The Sea Best (Il mostro del mare, 1925) di Millard Webb, da When a Man loves (Gli amori di Manon Lescaut, 1927) di Alan Crosland a The Eternal Love (La valanga, 1929) di Ernst Lubitsch, dalla prima versione di (Moby Dick, il mostro bianco, 1980) di L. Bacon a Svengali (1931) di Archie Mayo e a The Mad Genius (Il diavolo sciancato, 1931) di Michael Curtiz. Dopo il 1932 prende forma la sua immagine cinematografica più conosciuta, quella del viveur internazionale raffinato e spiritoso, eccentrico e impertinente, personaggio che interpreta in film come Arsène Lupin (Arsenio Lupin, 1932) di Jack Conway, in cui è contrapposto al fratello Lionel, Grand Hôtel (1932) di Edmund Goulding, dove impersona un ladro di gioielli al fianco di Greta Garbo, A Bill of Divorcement (Febbre di vivere, 1932) di George Cukor, partner di Katherine Hepburn, Topaze di H. Abbadie d'Arrast, Dinner at Eight (Pranzo alle otto) di G. Cukor, ambedue del 1933, anno in cui B. cominciò a dar segni di declino a causa del suo stato di alcolizzato cronico. Girò ancora Twentieth Century (Ventesimo secolo, 1934) di Howard Hawks, assieme a Carole Lombard, nel ruolo di Mercuzio Romeo and Juliet (Giulietta e Romeo, 1936) di G. Cukor, Midnight (La signora di mezzanotte, 1939) di Mitchell Leisen. Attore di eccezionale talento e grande personalità, ma male utilizzato, B. concluse la sua carriera interpretando numerose commedie in cui ironicamente riviveva sullo schermo il suo alcolismo e la sua esistenza lacerata: come in The Great Profile (Il grande profilo, 1940) di Walter Lang dove interpretava se stesso, e Playmates (Compagni di gioco, 1941) di David Butler, in cui ripeteva un episodio veramente successo: la sua incapacità di proseguire nel monologo dell'Amleto. Nel 1957 Errol Flynn ne ha rievocato la vita in Too Much, Too Soon (Furia d'amare) di Art Napoleon. Nel 1926 B. aveva scritto un'autobiografia: 'Confessions of an Actor', nel 1935, un libro di ricordi e riflessioni sulla 'famiglia', 'We Three'. Ha avuto quattro mogli: dal matrimonio con la poetessa Michael Strange (Bianche Oelrichs) nacque Diana Barrymore (1921-1960, donna e attrice sfortunata che tentò invano di affermarsi in teatro e sullo schermo per uscire da una grave forma di dipsomania); da quello con l'attrice Dolores Costello nacque, nel 1932 a Beverly Hills, John Drew Barrymore, ragazzo turbolento più volte finito in carcere per droga e per risse, attore di qualche merito (ha lavorato anche in Italia) ma troppo incostante per costruirsi una vera carriera.

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