MAURIZIO DEL VECCHIO
Figlio di un muratore gallese, esordisce nel 1943 a 16 anni. Studia due anni alla Birmingham Repertory School e riscuote successi teatrali a Londra e negli Usa. Inizia a fare cinema nel 1949 (se si esclude la particina del 1943) in una routine interpretativa non da protagonista, ma sempre sorretta da un sicuro professionismo. Il suo volto marcato e lo sguardo fiero gli permetteranno di essere a proprio agio in ruoli di 'duro', ma saprà non di rado accoppiare dramma e avventura a più sfumate emozioni psicologiche. Lo si ricorda in alcune forti caratterizzazioni, tra cui The Cruel Sea (Mare crudele, 1952) di Charles Frend; Richard III (Riccardo III, 1955) di L. Olivier; Chance Meeting (L'inchiesta dell'ispettore Morgan, 1959) di J. Losey. Losey lo vorrà anche in seguito, sia per Eva (1963) questa volta in un ruolo da protagonista che per Accident (L'incidente, 1967), collega e rivale in amore di Dirk Bogarde: questa interpretazione (un professore universitario, dongiovanni senza scrupoli, che seduce la studentessa Jacqueline Sassard) rivela nell'attore un'intensa compostezza. Tra i film d'avventura va ricordato Guns of Navarone (I cannoni di Navarone, 1960) di J. Lee-Thomson, dove non sfigura certo accanto a nomi come Gregory Peck, Anthony Quinn e David Niven. Gira film anche in Italia, fra cui La ragazza con la pistola (1968) di M. Monicelli. Negli anni '60 diventa coproduttore dei suoi film, tra cui Robbery (La rapina al treno postale, 1967) di Peter Yates. Con B. scompare troppo presto (muore in Spagna a 49 anni per un tumore ai polmoni, un mese dopo essere stato insignito del titolo di Sir) non un divo, ma un ottimo professionista.
Da F. Di Giammatteo, Nuovo dizionario universale del cinema. Gli autori, Editori Riuniti, 1996, Roma