È raro che un attore sia candidato agli Oscar come miglior protagonista e insieme come miglior coprotagonista. Quest’anno è toccato a Jamie Foxx, afroamericano, 38 anni, per Ray di Taylor Hackford dove interpreta Ray Charles con una personificazione impressionante, più simile a un sosia, a un clone, che a un exploit di recitazione; e per Collateral di Michael Mann, dove recita un autista di taxi di Los Angeles accanto al cliente Tom Cruise, killer spietato che esige complicità. Foxx farebbe già parte del divismo nero se questo gruppo specifico esistesse ancora: ma i tempi di Sidney Poitier e di Lena Horne, quando un protagonista nero era un’anomalia, sono remoti; Morgan Freeman, Denzel Washington, Halle Berry, Eddie Murphy, Will Smith, Wesley Snipes, Danny Gbver, Samuel L Jackson, Lawrence Fishburne eccetera sono presenze consuete, ammirate e a volte premiate, in una integrazione forse non totale ma avanzata, che speriamo non venga insidiata dalla nuova temperie dell’America di Bush.

Una singolarità di Jamie Foxx c’è, ma è diversa l’attore ha cominciato la sua eclettica carriera alla televisione come cabarettista, comico, musicista. Nei primi anni Novanta è stato al centro della serie brillante In Living Color accanto a Jim Carrey, della serie Roc Nel 1996 ha lanciato un proprio The Jamie Foxx Show.
Ne era coautore, protagonista, Co-produttore esecutivo, regista di numerose puntate. Gran successo, premi, cinque annidi durata. Nel 1999 ha partecipato (con Al Pacino e Cameron Diaz) al suo primo film drammatico, Ogni maledetta domenica di Oliver Stone; e ha scritto, prodotto, eseguito due canzoni per la colonna sonora La biografia Alidi Michael Mann, storia di Cassius Clay-Muhammad Ali, dove ha interpretato il personaggio dell’allenatore e mento-re del grande campione, è stato un altro passo avanti, per stima e premi, di un percorso inconsueto.
Ci sono personalità inquiete, ambiziose e prudenti, ricche e vitali, che sanno fare tutto: Jamie Foxx è un segno indicante che tra gli attori non dovrebbero esistere limitazioni di genere, che la poliedricità di Vittorio Gassman tragico e comico era ideale, che la maggiore attenzione E disponibilità non deve essere perse stessi ma per il personaggio e il pubblico, che un poco di autoironia non fa male. A Jamle Foxx domandarono una volta se avrebbe partecipato a un Amleto off-Broadway:
«Nella parte del teschio?» s’informe lui, interessato.
Da Lo Specchio, 19 Febbraio 2005