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Rassegna stampa di Lea Massari

Lea Massari è un'attrice italiana, musicista, è nata il 30 giugno 1933 a Roma (Italia). Lea Massari ha oggi 90 anni ed è del segno zodiacale Cancro.

IDA BIONDI
MYmovies.it

Studentessa della Facoltà diArchitettura, esordì nel cinema interpretando il personaggio di Agnese in Proibito (1955, Mario Monicelli), tratto dal romanzo La madre di Grazia Deledda. Ma il film che la rivelò al pubblico e alla critica fu I sogni nel cassetto (1957,Renato Castellani), in cui tratteggiava con molta grazia e sensibilità il personaggio di una studentessa irrequieta ed ingenua al tempo stesso, rappresentante tipica di una certa gioventù di quegli anni. Da allora ha preso parte a non molti film, ma sempre di impegno e in parti di rilievo, dedicandosi ultimamente anche al teatro. Tra le sue migliori interpretazioni un posto di primo piano spetta al personaggio di Anna, la giovane donna che sparisce nell'isola, ne L'avventura (1960, Michelangelo Antonioni), ma anche di grande forza drammatica sono le figure da lei tratteggiate ne I sogni muoiono all'alba (1961, Indro Montanelli) e ne Le quattro giornate di Napoli (1962, Nanni Loy). Attrice tra le più significative del cinema italiano dl questi ultimi anni, dalla recitazione nervosa e sensibile, dal fascino sottile e conturbante, la Massari ha dimostrato di saper dar vita, in maniera originale ed efficace, a un certo tipo di donna moderna, spregiudicata e autosufficiente, dalle molteplici sfaccettature drammatiche.

ALDO FITTANTE
Film TV

Un soffio al cinema, una brezza di malinconica bellezza, un oggetto del desiderio d'introspezione intellettuale, lontana dagli stereotipi italiani, agli antipodi dalle sofie loren e dalle lollobrigide. Anna Maria Massetani, classe 1933, romana di Roma, in arte Lea Massari.
è diventata Lea dopo che a 22 anni perse tragicamente il fidanzato di nome Leo. Massari dopo che Monicelli la fece esordire in Proibito. Hanno cercato di ingabbiarla nei ruoli da “pasionaria”, ma lei ha sempre avuto la tragicità della vita nei suoi occhi e nel suo sguardo alla Romy Schneider. Perché l'importante è amare, possibilmente al fianco di Alain Delon. Hanno cercato di farla sorridere in qualche innocua commedia anni ‘50, ma il suo momento doveva ancora arrivare. Icona dell'incomunicabilità come e forse meglio di Monica Vitti in L'avventura di Antonioni, e poi spesso in trasferta francese, perché ai cugini piacque subito la sua classe, il suo charme, il suo parlare senza dire, il suo guardare dentro, profondo e cupo, probabilmente segnato da quel lutto adolescenziale. Un'attrice brava, che si presentava da sé. è una donna bella, che non ostentava e proprio per questo intrigava e intriga ancora oggi, dall'alto dei suoi splendidi 72 anni. Accerchiata dai suoi amatissimi cani, per cui si spende da lustri sul modello di Brigitte Bardot. Appartata come sovente non le è costato. In disparte, in pellicole mai epocali che però hanno fatto e fanno il cinema: di genere, che passa in televisione, che si ricorda. Come La prima notte di quiete, Il poliziotto della brigata criminale, Soffio al cuore, Allonsanfan, Una vita difficile, L'amante. Per non parlare delle straordinarie occasioni non perdute nel piccolo schermo: I fratelli Karamazov, I promessi sposi nei panni della Monaca di Monza, un'insuperabile Anna Karenina. Un'attrice (melo)drammatica, dove il melò è tutto interiorizzato, capace di esplodere improvvisamente con un solo battito d'ali o di sopracciglia. Ci sarebbe da scandalizzarsi, d'acchito, di un cinema italiano che da anni la trascura: se scorgessimo la filmografia dell'ultimo periodo, ci accorgeremmo della pochezza d'offerta e della qualità latitante. Non fosse stato per Giuseppe Bertolucci (Segreti segreti) e Francesco Rosi (Cristo si è fermato a Eboli) avremmo corso il rischio dell'affettuosa dimenticanza. Anche se dalle parti di Parigi non l'hanno mai abbandonata e, soprattutto, negli anni 80, la (chi)amavano di continuo. Un'educazione maturata in Europa, compresi gli studi in architettura effettuati in Svizzera, l'hanno allontanata subito dalla romanità e dai facili cineromanismi. Ma sono i tratti somatici, la voce roca e sensuale, il naturale portamento chic ad averla aiutata e spostata in altre dimensioni. Che sia un'attrice anomala lo dicono i suoi titoli e il suo salta-beccare da un genere all'altro. E il suo distacco dalle choses de la vie. Meglio un picnic sulla spiaggia girato alla Sautet, che una trincea di guerra, malgrado le quattro giornate di Napoli e i sogni che muoiono all'alba. Il suo momento d'oro, guarda caso, ha coinciso con l'esplosione, specialmente nei paesi del Vecchio Continente, del cinema popolare, del cinema “medio” in realtà altissimo e puro, girato come Dio comanda(va) e spettatore esige(va), e abitato da corpi oggi non più rintracciabili e non più sostituibili. Stiamo parlando della fine degli anni 60 e della prima metà degli anni ‘70, quando la Settima Arte sparò tutte le sue ultime sublimi cartucce, inseguito affannosa-mente dalla televisione. è in questi anni che Lea Massari ha dato il meglio di sé, infilando cinque/sei interpretazioni che colpirono e scolpirono un bel pezzo d'immaginario. Dalla moglie tradita che perdona di L'amante (e, in parte, anche della Prima notte di quiete) all'incestuosa madre di Soffio al cuore, i personaggi di Lea Massari sono parabole sofferte di un'emancipazione necessaria, mai strillata e barricadera, che vive di percorsi interiori, di silenzi, di mute consapevolezze. Ecco perché i copioni migliori sono sempre arrivati dalla Francia. Lea Massari insomma, prima di essere madre e moglie e amante è donna, è attrice. Anche se, in apparenza, attraversa i set con noncuranza, per caso, quasi fosse la proiezione romantica di un ologramma di un mestiere difficile e astratto, privo di senso, alla disperata ricerca dello stesso. Un mestiere che assomiglia incredibilmente alla vita.

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