Da musa del cinema indipendente a regista di produzioni hollywoodiane di successo, senza mai perdere il suo spirito femminista. In esclusiva streaming su MYmovies ONE il documentario inedito sulla regista di Lady Bird e del blockbuster miliardario Barbie. GUARDA ORA »
di Marzia Gandolfi
Tre settimane dopo la sua uscita, il 19 luglio 2023, Barbie aveva realizzato più di un miliardo di dollari, una prodezza in un’industria cinematografica ancora largamente dominata dagli uomini. Ma l’exploit di Greta Gerwig, funambula del cinema indipendente, non viene dal nulla. La sua è la storia di un’attrice, innegabilmente dotata, diventata regista dirottando le figure e i passaggi obbligati del teen movie.
GUARDA ORA IL FILM
Il suo primo film (Lady Bird) le vale nel 2017 un riconoscimento immediato e cinque nomination agli Oscar, una per la regia. Nata a Sacramento e traslocata a New York a 19 anni, Greta Gerwig si è distinta, impresa rara, se non eccezionale, in tutto lo spettro della settima arte americana. È passata dallo status di sceneggiatrice e attrice a quello di regista, mantenendo la rotta di quel percorso incerto che lega la confidenzialità della scena indipendente newyorkese al film ad alto potenziale commerciale hollywoodiano.
Seguendo l’asse della sua esistenza, geografica e professionale, Greta Gerwig: Itinerary of a Rising Star ripercorre le città e le tappe di un’artista cresciuta a Sacramento, educata a New York e consacrata a Los Angeles. Pierre-Paul Puljiz pesca nella sua biografia e incontra i professori che fecero l’impresa e i critici che la validarono, torna alle origini del fenomeno ‘Greta Gerwig’, esplora i suoi luoghi, il suo quartiere, il suo liceo cattolico, la classe sociale media, una medietà da cui voleva solo fuggire.
Come la sua Lady Bird, ispirata direttamente dal suo percorso, Greta sognava solo il tumulto e la fuga, la scuola d’arte sulla East Coast, a migliaia di chilometri dalla California e da Sacramento. E la sua città custodisce il suo primo film solare e una relazione madre-figlia che soffierà su Hollywood un vento fresco e femminista. Perché semplici movimenti di macchina permettono a Lady Bird di eludere l’ennesima eroina femminile plasmata dallo sguardo di un uomo.
I suoi insegnanti, accomodati nelle aule del Barnard College di New York, ricordano la sua ostinazione, il suo desiderio di mettersi alla prova e di cercare sempre nuove opportunità. I critici la descrivono come figura di prua del cinema mumblecore, corrente americana a low budget, improvvisazione attoriale ed erranza generazionale, prima di incontrare Noah Baumbach e raggiungere a passo di danza la terra ferma dell’età adulta (Frances Ha).
Ma la “musa” non fa per lei e dopo aver collezionato ruoli esigenti forgia la sua indipendenza e si impone come la regista dell’emancipazione femminile. Lady Bird, Jo ed Amy March (Piccole donne) sono giovani eroine dallo sguardo fiero e abitato che vogliono soltanto prendere in mano il proprio destino.
Accompagnando e sostenendo i suoi personaggi, arriva a Hollywood e dona carne e vita a una bambola (Barbie), privilegiando la plastica dinamica del décor agli effetti digitali e rinfocolando la qualità fiabesca del cinema di Jacques Demy, dove la verità si trova nell’infinito fascino dell’artificio.
Tra testimonianze, fotogrammi e immagini d’archivio, Greta Gerwig: Itinerary of a Rising Star disegna il ritratto radioso di un’autrice che è riuscita a conquistare il box-office, a conciliare arte e industria, Mattel e Proust. Un’irresistibile ascensione per un’artista che ha capito tutto: l’arte del cinema d’autore e la potenza di fuoco delle produzioni hollywoodiane, il fondo e la forma.