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Il lunedì del cinema: online il 7 ottobre L'amore secondo Isabelle, il discorso amoroso di Claire Denis

Per il nuovo appuntamento con l’iniziativa dedicata al grande cinema di qualità, Repubblica e MYmovies presentano il film con Juliette Binoche, una ronde di incontri e confessioni, di amplessi e tormenti, che riflettono il modo di vivere e pensare l’amore della sua protagonista. Da vedere insieme su MYmovies ONE lunedì 7 ottobre dalle 20:00 a mezzanotte. PRENOTA GRATIS UN POSTO » 
di Roberto Manassero

martedì 1 ottobre 2024 - mymoviesone

Torna lunedì 7 ottobre l'iniziativa Il lunedì del cinema a cura di Repubblica e MYmovies per il cinema di qualità in streaming. Una sala cinematografica virtuale pronta ad accogliere gli iscritti di MYmovies con una selezione ricercata di titoli da vedere (o rivedere) insieme dalle 20:00 a mezzanotte.

Il film di questa settimana è L’amore secondo Isabelle di Claire Denis, con Juliette Binoche, (prenota un posto gratis), una ronde di incontri e confessioni, di amplessi e tormenti, che riflettono il modo di vivere e pensare l’amore della sua protagonista.

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La sua autrice, la regista francese Claire Denis, non l’ha mai confermato, né nei titoli di testa o di coda se ne trova traccia, ma pare che all’origine di L’amore secondo Isabelle – film francese, anzi francesissimo che nel 2015 partecipò alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes – ci sia uno dei trattati filosofici sull’amore più famosi di sempre, "Frammenti di un discorso amoroso" di Roland Barthes, un libro che prova a fermare con le parole e il pensiero un sentimento volatile eppure riconoscibilissimo.

Inutile però cercare corrispondenze fra ciò che scrive Barthes e le disavventure private della protagonista, la pittrice di Parigi Isabelle (una magnifica Juliette Binoche), che all’inizio trova la forza di abbandonare un amante sposato (un noioso banchiere, poco male), ma è a sua volta abbandonata da un altro amante (un attore, già meglio, ma sposato pure lui) e poi finisce a letto con l’ex marito (nonché padre di sua figlia), salvo nel frattempo frequentare anche altri uomini: il direttore di un museo, un affascinante sconosciuto incontrato in un night…


In foto Juliette Binoche in una scena del film L’amore secondo Isabelle.

L’amore secondo Isabelle (che in originale ha un titolo più ermetico e bello: Un beau soleil intérieur, «un bel sole interiore») non è un trattato, né un manuale, ma piuttosto una ronde di incontri e confessioni, di amplessi e tormenti, che come il testo di Barthes (forzando un po’ l’interpretazione) non ha una vera e propria trama e si sviluppa come l’indagine dei movimenti amorosi della protagonista.

Donna di mezz’età bellissima e consapevole del tempo che passa, Isabelle è indipendente con la testa e dipendente (dagli uomini, dall’amore) con il cuore, fiera artefice della propria infelicità e per questo disperata, autoironica, sempre sul punto di crollare. Il film è un po’ come lei, a volte verboso, altre volte leggero, episodico, dispersivo, pacato, con i frammenti delle storie fra Isabelle e i suoi uomini che replicano i frammenti del discorso di Barthes

Ogni relazione di Isabelle è uno specchio che riflette un modo di vivere e pensare l’amore, di decidere cosa fare e cosa non fare con l’amore, dal coinvolgimento all’indifferenza, dalla noia alla passione, dalla paura al calcolo. Il film non costruisce un glossario del discorso amoroso, eppure in qualche modo ne riassume i gesti, gli istinti, le mosse: un incontro, un abbraccio, una dedica, una notte, un pianto, una vittoria, una sconfitta, una discussione che non porta a nulla.

Denis non dimentica il lavoro di Isabelle, la sua vita quotidiana spesa a preparare un’imminente esibizione in una galleria d’arte (c’è molta pariginità in L’amore secondo Isabelle, e per qualcuno può essere affascinante, per altri irritante): ma i dipinti c’entrano qualcosa con i tormenti sentimentali della protagonista? Sono anch’essi uno specchio, o forse una possibilità di fuga?

Verso la fine del film, sempre più intrappolata negli infiniti specchi dei suoi amori, Isabelle si rivolge addirittura a una specie di indovino: non sa, però (ma lo spettatore sì, perché la scena l’ha vista ed è la più bella del film, interpretata da due mostri di bravura come Gerard Depardieu e Valeria Bruni Tedeschi), l’uomo è appena stato lasciato dalla compagna, ed è pure lui disperato…

La ronde non si ferma, dunque, chiunque in amore è vittima e carnefice e non c’è teoria, filosofia, pensiero o racconto che possa fermare gli infinti moti dell’animo, come forse Isabelle (e noi con lei, ovviamente) vorrebbe fare. Ammesso che esista qualcuno che abbia veramente voglia di scendere dalla giostra dei sentimenti.


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