Una selezione della nuova edizione del festival arriva online dal 16 novembre potenziando l’iniziativa Nightmare Legacy che per tutto l’anno offre agli iscritti di MYmovies ONE film da incubo.
VAI AL PROGRAMMA I SCOPRI MYMOVIES ONE.
di Rudy Salvagnini
Il Ravenna Nightmare Film Fest conferma la sua centralità per gli appassionati dell’horror e oltre alla manifestazione in sé, che si svolge in questi giorni e offre un programma come di consueto di grande valore, potenzia l’iniziativa Nightmare Legacy, piattaforma che consente di vedere in streaming un’accurata e interessante selezione di lungometraggi e cortometraggi.
I film aggiunti per l’occasione e che saranno disponibili a partire dal 16 novembre sono molto interessanti e come sempre si segnalano per la varietà di argomenti e nazionalità dei film. Tutti i film saranno disponibili con un’iscrizione a MYmovies ONE.
Cominciando con i lungometraggi, My Mother’s Eyes di Takeshi Kushima è una produzione giapponese che si sviluppa a partire da uno spunto singolare: Hitomi e la figlia Eri sono violoncelliste e vivono la loro complessa relazione attraverso la musica, ma in seguito a un incidente stradale Hitomi resta cieca ed Eri paralizzata. A tentare di porre in qualche modo rimedio è un metodo sperimentale messo in opera da uno scienziato che consente alle due donne di condividere la stessa visione. Naturalmente, le cose non fileranno lisce. Già autore dell’interessante Woman of the Photographs, psicodramma sentimentale dai riflessi talora morbosi, Kushima affronta stavolta una tematica dai risvolti fantahorror dall’indubbio fascino.
Zaman Dark è un film libanese di Christophe Karabach, interessante anche per l’ambientazione quasi distopica, tra caos e rovine. Marito e moglie decidono di iniziare una dieta particolare, mangiando carne umana. Complicazioni conseguono in un clima opprimente e inquietante di sicuro interesse. Karabach, regista dalla nutrita filmografia di cui si può ricordare almeno l’inquieto thriller Vortex, si conferma autore di buona originalità nella scelta di temi e ambientazioni.
Come Home è invece l’esordio alla regia di Nicole Pursell e di Caitlin Zoz. La prima era sin qui nota come scenografa, mentre la seconda si è già fatta valere in particolare come attrice, anche in serie televisive tra le quali si può ricordare almeno la fantascientifica Silo. Il film è ambientato negli splendidi e suggestivi paesaggi dei monti Adirondak dove due coppie vanno alla ricerca di tranquillità. Va da sé che non la troveranno. Il film, con suggestioni soprannaturali, si inserisce con personalità nell’ampio lotto dei thriller-horror che si basano sul rapporto tra l’uomo e le forze della natura.
Di rilievo è anche la selezione di cortometraggi. Cults di David Padilla è reduce da un premio vinto all’ultimo festival specializzato di Sitges: ambientato nel 1970 in un collegio cattolico pone al suo centro una proiezione cinematografica capace di provocare risvolti inquietanti. Il film rappresenta l’esordio alla regia per Padilla, con un cospicuo passato cinematografico in ruoli tecnici. Deadline è un curioso film israeliano realizzato in animazione con l’affascinante tecnica della stop-motion. Anche questo è l’esordio alla regia per il suo autore Idan Gilboa che produce una vivace riflessione sulla vecchiaia e su uno strano modo per cercare di uscirne.
Altro esordiente è il coreano Hyein Hwang, il cui film Hole mette in scena uno dei topos più significativi dell’inquietudine con la paura dell’ignoto rappresentata da un misterioso buco e con il classico ruolo ambiguo affidato all’innocenza dei bambini. Nap dello spagnolo Javier Chavanel, autore con alle spalle diversi interessanti cortometraggi, si avventura in un altro dei classici territori dell’horror, quello che ha che fare con il sonno e i sogni.
Sebastian Ganschow vanta un congruo numero di credits al suo attivo, in svariate tipologie tecniche (anche come direttore della fotografia), ma è anche lui al suo esordio nella regia con il suo corto The Management che mette a confronto un turista con una strana rosticceria. Wildmen of the Greater Toronto Area di Solmund MacPherson tenta la strada dell’horror sociologico mostrando le conseguenze di una bizzarra riscoperta della natura e di un nuovo modo di viverla abbandonando le regole della società umana.
Per vedere i film è sufficiente iscriversi a MYmovies ONE. Altri film verranno aggiunti prossimamente in modo da rendere sempre più varia e interessante l’offerta.