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Job Film Days, dal 4 al 15 ottobre il festival per i diritti dei lavoratori in streaming su MYmovies

Una selezione di opere che mette in risalto la condizione e la dignità di chi lavora. Inclusa con MYmovies.
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di Simone Emiliani

mercoledì 4 ottobre 2023 - mymoviesone

“Il cinema per i diritti di chi lavora”. Il sottotitolo del Job Film Days, il festival cinematografico internazionale giunto alla 4° edizione che si svolgerà a Torino dal 3 all’8 ottobre e dal 4 ottobre in streaming su MYmovies, racchiude dichiaratamente non solo la sua tematica ma anche la sua anima. Al centro dei lungometraggi e i corti in competizione ci sono ancora vicende umane che mettono in risalto la condizione dei lavoratori, la loro tutela, la ricerca di non farsi sopraffare da situazioni e orari proibitivi che rischiano di sommergere la dimensione privata.

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Sotto questo aspetto tra i titoli più importanti di lungometraggi in concorso c’è Life Is a Game di Luca Quagliato e Laura Carrer che si muove tra l’intervista etnografica e la fiction animata per mostrare tredici riders di tre diversi continenti raccontano la loro storia che è intervallata da quella di Emma, un personaggio animato. Il cinema diventa così lo spazio che dà voce alle singole esistenze come nel caso del filmaker Jannes Callens che in Dor (Longing) segue la quotidianità di Stefan, tornato in Romania dal Belgio per cominciare una nuova vita e lavorare come pastore, e ne sottolinea il suo rapporto con la natura, il gregge, le altre persone.

Cercare un proprio posto nel mondo. Sembra essere questo l’obiettivo di un’antropologa che si trasferisce con il marito e i tre figli nelle isole Svalbard, in Norvegia e diventa testimone della scomparsa degli iceberg e che cerca di capire fino a che punto può lascarsi coinvolgere nella comunità locale in Visitors di Veronika Lisková. Ma è anche quello delle tre prostitute provenienti da paesi diversi che lavorano nel parco parigino del Bois de Boulogne in Faire le bois di Lola Peuch o di Naomi che, dopo aver fatto la camgirl per guadagnare qualche soldo, inizia a usare il proprio corpo per una propria riflessione artistica e politica in Ama Osa di Marija Stefanija Linuza.


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Visitors è la storia di un'antropologa che si trasferisce con il marito e i tre figli alle Svalbard, in Norvegia, per studiare le trasformazioni della vita nelle regioni polari. 

Tra i temi principali che s’intersecano nei titoli presentati al festival c’è quello dell’identità che diventa prevalente come in The DNA of Dignity del cineasta svizzero Jan Baumgartner che mostra il lavoro di scienziati e comuni cittadini alla ricerca delle persone scomparse durante la Guerra de Balcani degli anni Novanta.

Il lavoro come condizione provvisoria attraversa alcuni cortometraggi in gara. Viene infatti mostrato come una situazione temporanea che può dipendere da una propria volontà. Ciò avviene, per esempio, con il badante che sogna di diventare chef e confessa all’amico con disabilità motoria di cui si prende cura da anni che non tornerà a lavorare il giorno successivo in Auxiliaire di Lucas Bacle.

Oppure sono gli eventi stessi a renderlo precario o addirittura rischiano di distruggerlo come nel caso della vita di un macellaio francese che viene sconvolta da una legge che vieta il commercio di carne e lui decide così di ripartire da zero in Italia dove incontra numerosi ostacoli in Carné-e-s di Léo Deschênes.

Al centro dei titoli della sezione c’è anche il rapporto con i luoghi, sia quelli di lavoro, sia quelli in cui le persone vivono. In Please Make It Work di Daniel Soares viene sottolineato il problematico ambientamento (ambientale e umano) di un’immigrata portoghese che lavora come addetta alle pulizie presso sofisticati Airbnb nella Alpi svizzere e deve fronteggiare un capo insopportabile e una figlia con cui ha un rapporto conflittuale.


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Carné-e-s è la storia Sébastien, macellaio in una piccola città quando in Francia viene approvata una legge che vieta il commercio di carne. Determinato a non perdere il lavoro, parte con l’idea di ricominciare in Italia

Roma invece fa da sfondo a Guardiano del faro di Lorenzo Ferrò dove un impiegato del Comune che conduce una vita notturna e solitaria vaga per la metropoli per cercare i lampioni che non funzionano. Ognuno di questi protagonisti cerca il proprio posto nel mondo. E può accadere che le storie e i destini possono incrociarsi come avviene con le due donne, una siriana l’altra libanese, che lavorano nello stesso ristorante di Lione e scoprono che c’è qualcosa che le lega in Les chenilles di Michelle Keserwany e Noel Keserwany.

Oppure c’è qualcuno che riesce a far sentire la loro voce come l’interprete tunisina che lavora in Francia e traduce ogni giorno le storie di uomini e donna in esilio in La voix des autres di Fatima Kaci.

La realtà del lavoro è certamente il motivo conduttore dei film presentati al Job Film Days. Ma emergono soprattutto le storie umane, con personaggi che si portano dietro il loro passato, le loro esperienze e che cercano la propria libertà.


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