Una selezione dal festival bolognese per entrare nel cuore della contemporaneità ed aprire una finestra sulle tante esistenze possibili di ogni essere umano.
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di Luigi Coluccio
È un festival innestato di vite, il Biografilm di Bologna, che anche quest’anno torna per i consueti dieci giorni di giugno (dal 9 al 19) e che anche quest’anno avrà una costola online su MYmovies ONE.
Giunta oramai alla 19esima edizione, la rassegna dedicata al cinema documentario e di finzione che parte sempre dal dato del reale sarà presente sulla piattaforma con una selezione di 22 titoli dal 10 al 22 giugno, con tutti i film disponibili in streaming per 72 ore.
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Si può, ad esempio, entrare subito nel cuore della contemporaneità che stiamo vivendo con Iron Butterflies di Roman Liubyi, ricostruzione dell’abbattimento del volo 17 della Malaysia Airlines sopra i cieli del Donec’k ucraino il 17 luglio 2014; o, sempre restando sui momenti chiave che hanno portato all’attuale assetto geo-politico globale, c’è il dittico A Symphony for a Common Man di José Joffily e Blix Not Bombs di Greta Stocklassa, con le biografie, rispettivamente, di José Bustani e Hans Blix, direttore dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche il primo e responsabile degli ispettori ONU sulle armi di distruzione di massa il secondo, entrambi travolti dalle pressioni statunitensi alla vigilia dell’invasione dell’Iraq del 2003.
Vicende che a cascata si intrecciano con quelle delle migrazioni che oggi attraversano il globo, testimonianze dal proprio angolo di terra e di vita presenti in All You See di Niki Padidar e Geology of Separation di Yosr Gasmi e Mauro Mazzocchi, come anche i controcampi sul colonialismo di Colette et Justin di Alain Kassanda e lo sguardo su chi invece è tornato di After the Bridge di Davide Rizzo e Marzia Toscano.
Il contemporaneo, poi, è quasi sempre una questione di identità, fissa o in divenire, raggiunta o inseguita, chiara o incompresa, qui ben articolata in titoli personali come The Land You Belong di Elena Rebeca Carini, Une vie comme une autre di Faustine Cros e Chutzpah – Qualcosa sul pudore di Monica Stambrini; o riflessioni su intere comunità, ad esempio quella di Predappio in The Mayor – Me, Mussolini And The Museum di Piergiorgio Curzi.
C’è, però, chi rimane fuori da tutto questo – o al contrario, chi ne sta proprio al centro. Sono le vite a lato, sussurrate, di Is There Anybody Out There? di Ella Glendining, Vite non calcolate di Ermanno Cavazzoni e Sergio Maifredi, Electric Malady di Marie Lidén; o quelle di fronte a tutti della scrittrice e drammaturga Elfriede Jelinek in Elfriede Jelinek – Die Sprache von der Leine lassen di Claudia Müller o dell’architetto Carlo Scarpa ne Il padiglione sull’acqua di Stefano Croci e Silvia Siberini.
E poi ancora le ossessioni vibranti di La ricerca di Giuseppe Petruzzellis e L’inganno di Sebastiano Luca Insinga, le osservazioni psicogeografiche di La bella addormentata di Vanni Gandolfo, Devoti tutti di Bernadette Wegenstein e Nota bene di Jeroen Pool, la ricostruzione forse vera forse finzionale di Dreaming Arizona di Jon Bang Carlsen.
Storie vicine e lontane, nel tempo come nello spazio, per una finestra sulle tante e diverse esistenze possibili di ogni essere umano come delle comunità che esso costruisce.