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Il Cinema Ritrovato 2021, viaggio frenetico nella storia del cinema online su MYmovies

Il consueto appuntamento dei cinefili torna anche in streaming. Dal 20 luglio al 3 agosto.
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di Roy Menarini

sabato 17 luglio 2021 - mymovieslive

Chiedi chi era Rosemarie Magdalena Albach-Retty. In arte Romy Schneider. È a lei che è idealmente e visivamente dedicato l’intero Cinema Ritrovato 2021, trentacinquesima edizione del festival più cinefilo che esista e programma ricchissimo sia in presenza (a Bologna) sia con una selezione su MYmovies. Ogni tipo di cinema viene esplorato dal festival, e ogni tipo di latitudine accolta, nessuna esclusa – come dimostrano i titoli delle sezioni, da La Macchina dello spazio a La macchina del tempo.
 

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Tra le chicche, si segnala – oggi che siamo in piena sbornia da serialità – il magnifico Belphégor del 1926, che oggi definiremmo “crime” ma che all’epoca era semplicemente un poliziesco avventuroso destinato a uscire a episodi su grande schermo, secondo una prassi tipica del feuilleton muto. Se si entra nel meccanismo, la forza narrativa di Belphégor non ha nulla da invidiare (anzi) ai Lupin di oggi che pescano nello stesso repertorio della letteratura popolare. 

Tornando al sonoro, e detto che su Romy si potrà vedere il documentario Conversation with Romy e la conversazione con Volker Schlondorff che tanto bene conosceva la diva, è sul documentario che il Cinema Ritrovato lavora quest’anno con molta cura. Ci sono i lavori anti-razzisti dimenticati di Lionel Rogosin e c’è il ritorno di Fascista (1974) di Nico Naldini, lavoro di montaggio sugli archivi, che all’epoca – in un periodo di complicatissima gestione pubblica della memoria nera nazionale – fece emergere documenti rari e inediti e interrogò le ragioni profonde del consenso di massa che compare – senza caricature – in ogni inquadratura del film. 

Un’altra delle grandi icone del cinema, italiano questa volta, omaggiate dal festival è Aldo Fabrizi. Erroneamente considerato da molti solo come volto bonario del cinema popolare nazionale, Fabrizi era – come ricorda Emiliano Morreale – “inevitabilmente il baricentro delle scene in cui compare con la sua peculiare fisicità: corpulento, con la pronuncia impastata, ma con movenze quasi improvvisamente infantili o femminee che incarnano un’inadeguatezza alla recita sociale, una contraddizione, un disadattamento”. Nei film proposti (Tombolo e soprattutto Prima comunione – omaggiato persino da Ken Loach in Piovono pietre), realismo e poesia quotidiana si fondono e trovano nel suo volto, nel suo corpo una sintesi mirabile (e oggi forse un po’ dimenticata). 


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