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Tra realtà e sogno. La poesia del grande cinema d'autore è protagonista su Biennale Cinema Channel

La piattaforma streaming promossa dalla Biennale di Venezia in collaborazione con MYmovies propone un'ampia selezione di storie poetiche e astratte, raccontate con il giusto grado di virtuosismo stilistico.
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di Tommaso Tocci

lunedì 19 luglio 2021 - mymovieslive

C’è traccia del passato recente del cinema d’autore, su Biennale Cinema Channel. Quel cinema che ha lasciato il segno alla Mostra del Cinema di Venezia, e che riemerge oggi grazie alla nuova piattaforma streaming promossa dalla Biennale in collaborazione con MYmovies.

In attesa che all’offerta si aggiungano i titoli freschissimi del festival di quest’anno, presentati in contemporanea all’evento sulla Sala Web, i titoli scelti per far parte della prima infornata provengono dal Concorso, Fuori Concorso e dalla sezione Orizzonti di oltre un decennio di cinema veneziano.

Giusto quindi segnalare un gruppo di film che incarnino lo spirito più autoriale della selezione, quelli su cui dirigersi quando si cerca un tipo di storia sospesa tra vita terrena e aldilà, tra realtà e immaginazione, e che sia raccontata con il giusto grado di virtuosismo stilistico.

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Si parte con Carlos Reygadas, che di questo tipo di combinazione è già diventato un simbolo nel panorama internazionale. Del regista messicano si può apprezzare Nuestro tiempo, dal Concorso del 2019, un film fiume che all’incredibile messa in scena abbina uno stupefacente livello di auto-indagine, con il cineasta che si mette a nudo attraverso la vicenda di una coppia, Esther e Juan, lacerata dalla gelosia e dal tradimento sullo sfondo di un bellissimo ranch in Messico.

Le medesime atmosfere sospese, e una fotografia ugualmente splendente, sono all’opera questa volta al chiuso della provincia americana, sotto luci artificiali invece che nella natura più vasta: Free in deed, vincitore di Orizzonti nel 2015 e diretto da Jake Mahaffy, è un film sulla fede ma con i piedi ben piantati a terra. Un’opera colma di dolore e di pietà su una comunità di preghiera e un bambino da “salvare” messo nelle mani di un predicatore. Tra i film più memorabili dell’ultimo decennio veneziano.

E poi una coppia di opere in cui l’ultraterreno viene rappresentato in modo obliquo, come un viaggio nella geografia di un paese. Leones, di Jazmin Lopez (dalla sezione Orizzonti del 2009), è un esordio argentino che segue cinque ragazzi in un ipnotico viaggio dentro la foresta che non risponde alle normali leggi del tempo e dello spazio. E con lui In Between Dying, all’estremo opposto del decennio essendo stato presentato l’anno scorso nel concorso principale. Il regista Hilal Baydarov porta lo spettatore in Azerbaijan con un film che spiazza, profondamente allegorico, basato su un protagonista in viaggio per un giorno e al tempo stesso per l’eternità, in cerca dell’amore ma inseguito dalla morte. Atmosfera che sgorga dallo schermo e una musica che rimane impressa sottopelle.

Puntata in America per uno sguardo al cinema indipendente duro e puro, quello di Rick Alverson con il suo stile abrasivo e senza compromessi. Dal Concorso del 2018, The Mountain affianca Jeff Goldblum al giovane Tye Sheridan, nei ruoli del dottor Fiennes e del giovane Andy. Il secondo si ritrova al seguito del primo in un viaggio attraverso il paese, con il dottore che esegue lobotomizzazioni negli istituti psichiatrici. Film frustrante per le aspettative del pubblico e denso di un fascino malsano, che rivela il lato oscuro dell’epoca d’oro del mito a stelle e strisce.

Infine, una chiusura con un po’ d’Italia per un film che non ha avuto il successo che merita, e che è dunque perfetto da riscoprire. Si tratta di Die Einsiedler, esordio di un regista nostrano (Ronny Trocker) che nel 2016 apparve nella sezione Orizzonti ma non aveva nulla da invidiare ai titoli italiani nel concorso principale. Nativo del Sud Tirolo, Trocker racconta “gli eremiti” del titolo, quelli che abitano le comunità rurali sulle Alpi, ma anche a suo modo chi da quelle comunità è disceso verso la città, come Albert. Uomo di mezza età che lavora in una cava e ha lasciato i genitori sulle montagne, e che cerca se stesso tra le due realtà così differenti.


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