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La provincia, i piccoli simboli e la gente modesta. Ecco il cinema di Lee Chang-dong

Poetry e Burning, due film tra rabbia e poesia. Ora disponibili in streaming su FAREASTREAM. ACQUISTA UN ACCREDITO. 
di Tommaso Tocci

Poetry

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Yu Junghee (Yoon Jeong-hee) 30 luglio 1944, Pusan (Corea del sud) - 19 Gennaio 2023, Parigi (Francia). Interpreta Mija nel film di Lee Chang-dong Poetry.
martedì 5 gennaio 2021 - mymovieslive

Benché nel 2018 il Burning di Lee Chang-dong, acclamato regista coreano, abbia lasciato il palazzo del cinema di Cannes senza nemmeno un premio ufficiale, la sensazione di aver visto un capolavoro è rimasta a lungo, certamente fino a oggi. Per di più, Burning è così affascinante anche perché segna un cambiamento nella carriera dell’autore; Lee Chang-dong veniva infatti da otto anni di assenza, rendendo Poetry (2010) - la sua fatica più recente fino a quel punto. Due film che si guardano l’un l’altro dall’inizio e dalla fine di un decennio, e che a questo gap sembrano chiedere conto delle anime così diverse che li abitano: Poetry e Burning sono ora disponibili sulla piattaforma streaming FAREASTREAM, dove tanto gli appassionati di cinema coreano quanto gli spettatori che si avvicinano per la prima volta alle sue opere potranno scoprire il periodo più significativo in una carriera già insolita.

Lee Chang-dong, classe 1954, nasce infatti come romanziere, lavora poi in teatro e solo successivamente, passati i quarant’anni, arriva a dirigere per il cinema. Anche attraverso le immagini, il suo modo di raccontare storie rimarrà denso, obliquo e intimamente legato al contrasto tra i significanti e un significato spesso oscuro. Si direbbe letterario, ma senza intellettualismi, anche perché il cinema di Lee predilige la provincia, i piccoli simboli, e la gente modesta. La parola e la scrittura sono spesso un riferimento, ma mai il punto vero. Poetry e Burning per primi lo dimostrano, uno attraverso l’educazione poetica di una signora in cerca di ispirazione dalle cose del mondo proprio mentre inizia a perdere la memoria di sé, e l’altro con un giovane protagonista che vorrebbe fare lo scrittore, ma si trova di fronte a una metafora irrisolvibile che mescola Murakami e Faulkner.

Mija (Yu Junghee, grande star del cinema coreano tornata sulle scene esclusivamente per questo film) in Poetry, è una pragmatica sessantenne con un nipote sciagurato da crescere (per via di una figlia assente) e un lavoro da badante a cui pensare; quella mela che l’insegnante di poesia le chiede di guardare lei “preferisce mangiarla”.
E in Burning si ha la sensazione che Jongsu, ragazzo che viene dalla campagna del nord, vicino al confine con l’altra Corea, sarebbe d’accordo. Mentre vaga per Seoul, con l’aria un po’ fuori posto, la poesia che lo fulmina è quella di una ragazza stupenda, con la quale inizia una frequentazione forse troppo bella per essere vera. E infatti arriva Ben, benestante e sofisticato, disarmante nel suo essere così a suo agio in ogni situazione (i fan di The Walking Dead troveranno Steven Yeun in un ruolo complesso, in cui porta tutta l’alterità del suo essere attore coreano-americano), a complicare le cose.


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