Il documentario di Anna Kauber si propone di far conoscere e tutelare una realtà in fondo non così distante.
di Raffaella Giancristofaro
Può sembrare incredibile, ma in Italia la pastorizia è in crescita. Stupisce molto meno che a scegliere sempre di più quest'occupazione gravosa e non adeguatamente retribuita siano le donne: di età variabile, da Nord a Sud, fino alle isole, da sole, in coppia o con famiglia. Anna Kauber, regista, scrittrice e studiosa del mondo rurale, si è dedicata a questa realtà misconosciuta e ha raccolto circa cento interviste a ragazze tra i 20 e i 102 anni. Un girato mastodontico assemblato dal 2015 al 2017. Maria, Brigida, Michela, Donatella e le altre smentiscono lo stereotipo prevalente del pastore maschio, asociale, grezzo, forte, violento con le bestie e ritroso con l'umanità. Hanno fatto una scelta consapevole e fatale, hanno messo al primo posto l'esigenza di vivere con l'essenziale, come tramiti di una sapienza atavica.
Dopo un inizio folgorante, di nebbia che come una coperta avvolge e svela una pastura, l'obiettivo si mette a disposizione delle tante protagoniste alla pari e della relazione con gli animali alla base della loro economia. Ma piuttosto che addentrarsi negli aspetti più pratici, misurabili, produttivi, In questo mondo adotta nei loro confronti un metodo di osservazione empatica, non verbale, che non forza mai il dialogo.