Nel film di Zylberman basta un cortile a rievocare ricordi di sofferenza e solidarietà. Da giovedì 24 gennaio al cinema.
di Giancarlo Zappoli
Ruth Zylberman ha scelto un edificio parigino di cui non sapeva nulla, il 209 di Rue Saint-Maur. Per diversi anni ha indagato con l'obiettivo di ritrovare i vecchi inquilini del palazzo, per poter ricostruire la storia di quella che era stata una piccola comunità ebrea durante l'occupazione nazista. Ha ritrovato alcuni degli ex abitanti del 209 nelle periferie di Parigi, a Melbourne, New York e Tel Aviv e ha filmato i loro racconti.
Non è solo un film sulla conservazione della memoria (già per questo meritevole di attenzione e interesse) quello girato da Zylberman. È anche un film che andrebbe mostrato in tutte le facoltà di Architettura nel mondo.