Il film di Riccardo Donna condensa due decenni di attività dell'artista, i '70 e gli '80. Dal 14 al 16 gennaio al cinema.
di Raffaella Giancristofaro
Domenica Berté detta Mimì è quel tipo di artista che gli anglofoni definiscono unsung hero (ops, heroine): un talento non adeguatamente riconosciuto e sostenuto dall'industria discografica e di conseguenza anche dal pubblico. Sacrosanto e meritorio, quindi, che la RaiFiction di Eleonora Andreatta abbia voluto portare al grande pubblico la sua biografia: parziale, simbolico risarcimento alla vittima di un pregiudizio mortificante e fatale, ma anche veicolo di divulgazione di un modello femminile indipendente e anticonvenzionale.
Io sono Mia sulla carta condensa due decenni di attività (i '70 e gli '80, con rapidi flashback di turbolento clima familiare a Bagnara Calabra) e punta ad essere più cose: "evento" cinematografico sull'onda del successo di Fabrizio De André - Principe libero (2018) richiamato, anche graficamente, nel poster; opera pop e rassicurante che incontri il gusto della platea televisiva; tributo musicale, al contempo anche reviviscenza, nuovo sfruttamento del repertorio dell'interprete.