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Lucia Mascino, la signora della critica

Testimonial del concorso Scrivere di cinema, l'attrice è uno dei talenti di cui grande e piccolo schermo non possono fare più a meno.
di Ilaria Ravarino

giovedì 20 settembre 2018 - Incontri

Tornerà in tv con I Delitti del BarLume, sarà a teatro dal 16 ottobre con "Bella Figura" di Roberto Andò e anche al cinema "arrivano proposte - dice, tradendo un certo entusiasmo dietro alla proverbiale riservatezza - mi rivedrete presto". Testimonial del concorso "Scrivere di cinema - Premio Alberto Farassino", dedicato ai giovani aspiranti critici (di cui domani saranno annunciati i vincitori), Lucia Mascino, con la critica, ha un rapporto costruttivo. Soprattutto da quando, 13 anni fa, ha affiancato alla carriera teatrale quella televisiva (Una mamma imperfetta, Braccialetti Rossi, Suburra) e cinematografica con Habemus Papam, Amori che non sanno stare al mondo (guarda la video recensione), Favola (guarda la video recensione): strappata relativamente "tardi" al teatro, oggi il suo è uno dei volti, e dei talenti, di cui grande e piccolo schermo non possono fare più a meno.

Da testimonial di Scrivere di Cinema: come si riconosce una buona recensione?
In generale penso che chi scrive solo per mettersi in mostra, anche se pensa cose intelligentissime, non faccia un buon servizio alla critica: così finisce per ripiegarsi su se stesso e non comunica col film. Spesso capita con le critiche molto negative, perché la stroncatura ti fa sentire in un certo senso superiore al regista, all'autore. Perciò la prima cosa che guardo, da lettrice, è se il critico riesca o meno ad "aggiungere" qualcosa al film. Se abbia cioè la capacità di entrarci dentro, di analizzarlo dall'interno. Non si tratta di bocciare o promuovere un'opera, quello del critico è proprio tutto un altro compito - diverso ma parallelo al lavoro artistico. Mi piace scoprire nella recensione un approccio alto, non distaccato: quello di chi giudica il film con amore e rispetto per chi ci ha lavorato.

Che rapporto ha con le recensioni? Le legge?
Sì, sempre. Naturalmente, quando si tratta di un film in cui ho recitato, le affronto con un'aspettativa diversa. Però per me le recensioni scritte bene - leggo sempre quelle di Internazionale e di MYmovies.it - sono un punto di riferimento. Mi piace scoprire che cosa abbia visto nel film una persona più competente di me. È come se sullo stesso corpo fossimo in grado di vedere scheletri diversi.


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Una scena di Amori che non sanno stare al mondo.
Una scena di Favola.
Una scena di Una mamma imperfetta.

Una recensione che le è rimasta nel cuore?
Qualche recensione ritagliata dal giornale ce l'ho, confesso. Sono rimasta sorpresa e piacevolmente colpita dalle belle critiche ricevute per il film Amori che non sanno stare al mondo (guarda la video recensione) di Comencini: mi hanno definita "un mix tra Monica Vitti e Margherita Buy", e chi se lo scorda?

Una critica che l'ha motivata?
Qui devo essere onesta: quando sei suscettibile è difficile accogliere con serenità le critiche negative. Per esempio io non ho mai capito perché, a teatro, se lo spettacolo è bello è merito del regista, ma se è brutto è sempre colpa degli attori. Però posso dire di aver capito meglio me stessa, e magari la qualità della mia interpretazione, attraverso gli aggettivi che hanno usato per descrivermi in certe recensioni.

Per esempio?
"Dolente". Mi definiscono spesso "dolente".

Secondo lei la critica, oggi, riesce veramente a condizionare gli spettatori?
La critica online sì. Quella sui giornali meno. O meglio, probabilmente ha effetto su una fascia limitata di pubblico. Il successo in sala, poi, dipende da tante altre cose, dalle variabili della distribuzione per esempio. Ma per noi che lavoriamo nel cinema conta sia il riscontro del pubblico che l'apprezzamento della critica.

Pubblico contro critica: due poli opposti?
Purtroppo sì, ma è normale. Succede in tutte le industrie. Il prodotto popolare e quello intellettuale sono poli diversi, anche se ogni tanto capita che un film riesca a conciliarli. Penso per esempio a Perfetti Sconosciuti (guarda la video recensione) di Paolo Genovese. Però ecco, una buona critica serve anche a questo, a guidare e allenare il gusto del pubblico. Piuttosto che prenderla a sassate, la maggioranza andrebbe educata.

Allora educhiamo i giovani critici con i suoi film del cuore.
Li cambio in continuazione! Per molto tempo sono stati Voglia di tenerezza, L'albero degli zoccoli, tutti i film dei fratelli Coen e Thelma & Louise. Oggi ci aggiungo Jackie Brown.


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