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Garrone e Rohrwacher: due italiani in Concorso a Cannes 2018

Presentato il programma della 71esima edizione del Festival, un'edizione nel segno della disciplina e dell'eleganza. In corsa anche Valeria Golino, nella sezione Un certain regard con Euphoria.
di Marzia Gandolfi

giovedì 12 aprile 2018 - Cannes Film Festival

In un'intervista rilasciata un mese fa al bimestrale "Le Film français", Thierry Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes, aveva anticipato alcune modifiche rilevanti al calendario e al regolamento. I giornalisti accreditati vedranno i film in competizione contemporaneamente, o addirittura dopo, gli spettatori e il cast del film presente alla proiezione di gala. Ai festivalieri, invitati alle proiezioni della sala Lumière, a cui si accede dalla celebre montée de marches, l'ascensione più celebre dopo quella cristiana, sarà invece severamente proibito immortale il momento con un selfie, per non intralciare il flusso di ingresso. Chi sperava in un riesame o anche solo in un aggiustamento, resterà deluso perché la conferenza stampa del festival tenutasi oggi a Parigi ha confermato i nuovi provvedimenti. A nulla sono valse le rimostranze della stampa francese e di quella straniera.

Naufragati i sogni di embargo, l'ordine di non pronunciarsi sui film in concorso prima della proiezione ufficiale, Thierry Frémaux ha rivelato i film in concorso nelle due selezioni ufficiali, annunciando una rosa di nomi non tutti celebri.
Marzia Gandolfi

E questa è la prima novità, aprire il concorso a nuovi autori o a quelli fra loro che non sono mai stati in competizione. Nondimeno i nomi noti o molto noti non mancheranno: Spike Lee (Blackkklansman), Jean-Luc Godard (Le livre d'image), Jafar Panahi (Three Faces), che Cannes spera di ospitare aprendo un dialogo col governo iraniano, Pawel Pawlikowski (Zimna Wojna), Hirokazu Kore-eda (Shoplifters). L'Italia schiera due signore, Valeria Golino (Euphoria), nella sezione Un Certain Regard, e Alice Rohrwacher (Lazzaro felice), a cui si aggiungono Matteo Garrone (Dogman), anche lui in concorso, e Pier Lorenzo Pisano con il cortometraggio Così in terra. Grande escluso dalla competizione è il film in due capitoli di Paolo Sorrentino (Loro) che 'sconta' secondo Frémaux la sua 'doppia natura' ma resta (forse) in gioco.


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In foto una scena del film Dogman di Matteo Garrone.
In foto una scena del film Lazzaro felice di Alice Rohrwacher.
In foto una scena del film Euphoria di Valeria Golino.

Di fatto la lista dei partecipanti dentro o fuori la competizione non è ancora chiusa e nei prossimi giorni verrà aggiornata con altri titoli. Interrogato sugli scandali che hanno provocato la capitolazione di un sistema sessista e scosso dalle fondamenta l'industria cinematografica, Thierry Frémaux ha risposto con tre donne in concorso, Eva Husson (Les filles du soleil), Nadine Labaki (Capharnaüm) e Alice Rohrwacher (Lazzaro felice), difendendo il suo Festival dall'accusa di celebrare il glamour delle attrici senza riconoscere il talento delle sue autrici. Festival presieduto quest'anno da Cate Blanchett, dodicesima donna a reggere il timone di una kermesse che ha consegnato una sola Palma d'oro a una regista (Jane Campion) in settanta edizioni.

Aggiornata agli umori del tempo, questa nuova edizione debutta in un clima impopolare, inasprito dalla relazione che Festival intrattiene con Netflix.
Marzia Gandolfi

Il rifiuto della piattaforma di lasciare uscire in sala, nel rispetto della regolamentazione francese, il film che era stato selezionato per la competizione, ha chiuso per il momento ogni altra possibilità di dialogo e tolto al pubblico il piacere di vedere al cinema il film mai finito di Orson Welles (The Other Side of the Wind). Il film incompiuto più famoso della storia, 'salvato' con impegno e passione da Netflix, passerà naturalmente in streaming sulla sua piattaforma.

In conclusione, Thierry Frémaux e Pierre Lescure, presidente del festival, ribadiscono con forza le loro convinzioni, le loro tradizioni di eleganza (bandendo la pratica irrispettosa del selfie) e (ri)lanciano un'edizione disciplinata che nasce sotto la buona stella di un'affiche spettacolare, un fotogramma 'ritoccato' di Godard (Il bandito delle 11). Un manifesto, letteralmente e idealmente, che rimette al centro l'eros e bandisce morale, politica e psicologismi. Un bacio di ieri tra un uomo e una donna per trovarne uno nuovo domani.


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