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Tra musica e cinema: Matilda De Angelis, una stella in ascesa

A Venezia 74 con Una famiglia, l'attrice è la testimonial dell'edizione 2017 di Scrivere di Cinema - Premio Alberto Farassino.
di Ilaria Ravarino

lunedì 11 settembre 2017 - Incontri

Basta pochissimo per notarla. Una sequenza, una scena, un'apparizione veloce: come quella che fa in Una famiglia di Sebastiano Riso, un ruolo piccolo ma sufficiente per accorgersi di quel suo carisma limpido, di quell'energia potente e rock. Non è difficile capire come mai, a 22 anni, Matilda De Angelis sia già in concorso con un film a Venezia: nata anche lei da un'idea di Stefano Accorsi, che la volle sul set di Veloce come il vento, l'attrice (e cantante, voce dei Rumba Da Bodas) bolognese ha bruciato le tappe, conquistando anche il piccolo schermo (Tutto può succedere).

Al cinema tornerà presto da protagonista, con tre film: Il Premio di Alessandro Gassmann, Youtopia di Berardo Carboni e Una vita spericolata di Marco Ponti.
Ilaria Ravarino

Com'è stata la sua prima volta a Venezia?
Ero molto emozionata. Il film era in concorso e accanto a me c'erano attori molto importanti. È stata una prima volta da cardiopalma. Certo, il fatto che non fossi la protagonista mi ha restituito un po' di serenità: non avevo troppa responsabilità sulle spalle. Sono felice che questa sia stata la mia prima volta e felice di esserne uscita indenne.

Lei fa musica, il palco lo conosce. L'esposizione non dovrebbe preoccuparla...
E infatti, per esempio, camminare sul tappeto rosso non mi fa paura. Voglio dire, se dovessi inciampare mi metterei a ridere: penso di avere il carattere giusto, in quelle situazioni non mi prendo sul serio. Sono altre le cose che mi spaventano. Quando sono sul palco, e devo suonare, sono consapevole delle mie possibilità. A meno che non sia proprio una serata storta, di quelle che stecchi e dimentichi i testi, la tua performance non può essere un disastro. E il riscontro del pubblico è immediato. Al cinema invece no, è tutto filtrato. C'è il parere del regista, quello del pubblico, quello della critica. Non riesco a capire se una cosa l'ho fatta bene o no: non avere un riscontro oggettivo mi turba, mi dà l'ansia. Figuriamoci con un film in Concorso.


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Le critiche la spaventano?
Una stroncatura vera ancora non mi è mai arrivata. Ho bisogno di affrontarla, prima o poi, perché non so come potrei reagire. Sarebbe sciocco pensare che non mi succederà mai. Quale attore può dire di avere fatto solo scelte giuste?

Se lo ricorda come si sentiva, il giorno del suo primo ciak?
Perfettamente. Ho iniziato a girare Veloce come il vento qualche mese prima dell'inizio ufficiale delle riprese, in una scena ambientata durante una gara di Gran Turismo al Mugello. Ero sola, non c'erano altri attori. La prima cosa che ho recitato in vita mia è la sequenza in cui cammino, in mezzo a un gruppo di soli piloti uomini, alla ricerca di mio fratello. L'ansia che ho portato sullo schermo era la mia, autentica. Però non mi dimenticherò mai cosa mi disse il regista, Matteo, dopo lo stop.

Cosa?
"Ammazza che primo piano che hai, De Angelis". Non sapevo neanche cosa volesse dire, primo piano. Ma ho capito che era un complimento e ho detto grazie.

Oggi la musica che ruolo ha nella sua vita?
In questo momento è il mio svago. Sto cercando di scrivere delle canzoni per farne un album, ma negli ultimi due anni sono passata da un set all'altro senza fermarmi per più di due mesi. Faccio fatica a dedicarmi seriamente alla musica. Magari ecco, anziché leggere un libro o guardare una serie tv, ogni tanto prendo la chitarra e strimpello. Se viene fuori qualcosa di interessante me lo metto da parte per quando avrò tempo di lavorarci.

In che altro modo è cambiata la sua vita?
Ho meno tempo per gli amici e la famiglia, mi mancano degli orari normali e mi manca il fatto di potermi organizzare senza pensare agli incastri con i film. Vorrei avere più ordine. I primi tempi faticavo ad adattarmi a un mestiere che ti lascia senza certezze, e onestamente questa cosa mi agita ancora. Ogni tanto ho l'impressione che la mia vita non dipenda più da me, ma dalle scelte di altri.


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Che consiglio darebbe a un aspirante attore?
Posso dare consigli umani, non professionali perché io scuole non ne ho fatte. Direi cercare un proprio stile, guardare tanti film e non puntare tutto solo sul lavoro. Bisogna sempre avere un piano B: questa può essere una professione violenta, che ti attacca a livello dell'autostima. L'ideale è prenderla come un gioco.

Lei ci riesce?
Sì, perché recitare non era il mio sogno da bambina. Certo, se ora nessuno mi volesse più sarebbe un colpo al cuore.

Il suo piano B?
La traduttrice. O fare musica.

Voleva andare a vivere a Parigi...
Ho cambiato idea. Parigi, visto quel che è successo, mi spaventa. E la Francia non è un paese facile in questo momento.

Ricorda la sua prima volta al cinema?
Avevo cinque anni e ho visto Hercules della Disney. Poi al cinema non ci sono più andata tanto, perché i miei genitori avevano una filmografia vastissima in VHS. I film me li vedevo a casa.

Il primo concerto cui è andata?
Se ho buoni gusti musicali è grazie a mio papà. A sei anni sono andata a sentire Cristina Donà, una cantante con uno stile tutto suo, non commerciale, con una superpersonalità che dimostra sul palco.

Dice una battuta di Veloce come il vento: "Se hai tutto sotto controllo significa che non stai andando abbastanza veloce". È così?
Vero. E se lo dico io, che sono una maniaca del controllo... Ora non ho nulla sotto controllo, ed è così perché sto facendo tantissime cose. Forse se tenessi tutto sotto controllo non lavorerei così tanto, chissà. A volte il controllo è deleterio. A volte è bello farsi sorprendere dalla vita.



Venerdì 15 settembre alle 10.00 Matilda De Angelis sarà a Pordenonelegge - Festa del Libro con gli Autori per premiare i vincitori del concorso Scrivere di Cinema - Premio Alberto Farassino.


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