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Uma Thurman: karma biondo

Musa di Tarantino, svezzata da John Malkovich (Le relazioni pericolose), Uma Thurman è una delle protagoniste di The Slap, lo schiaffo che scuote la nuova stagione di Mediaset Premium.
di Marzia Gandolfi

Uma Thurman è Anouk nella serie The Slap, in onda su Premium Series.
lunedì 3 ottobre 2016 - Celebrities

Al cinema bisogna sempre essere almeno in due. Non solo perché gli inventori del cinematografo, i fratelli Lumière, avevano fatto della loro dualità una premessa ma perché due rappresenta il numero minimo perché il cinema, arte assoluta per eccellenza, si esprima pienamente. In questa logica i film contemplano un altro duo, quello della coppia, quell'alchimia perfetta che si produce tra regista e attore, tra autore e attrice. Coppie che consumano la loro unione sullo schermo, che si formano e disfano nel tempo delle riprese, che esistono soltanto davanti alla macchina da presa. Con John Ford e John Wayne, Jack Lemmon e Billy Wilder, Werner Herzog e Klaus Kinski, Quentin Tarantino e Uma Thurman costituiscono quel raddoppiato miracolo.

Uma è il fuoco d'artificio delle scene culto di Quentin, l'onda di piacere, in tuta gialla o pantalone a zampa, che propaga dallo schermo ed esplode in faccia allo spettatore.
Marzia Gandolfi

Miscela esplosiva di ascendenze svedesi e alemanne, Uma è figlia della East Coast. Nata a Boston e cresciuta (professionalmente) a New York, ama l'autunno e la primavera. Ama (riamata) New York. Non Los Angeles, non Hollywood. Perché è nel Village che ha coltivato la vergine sfrontata de Le relazioni pericolose, la bisessuale femme fatale di Henry & June, la twisteuse bruna di Pulp Fiction, la scienziata imperfetta di Gattaca, la sposa in giallo di Kill Bill. Sullo schermo dispiega una bellezza naturale che richiama quella classica del cinema passato. Garbo e Dietrich insieme senza la ieraticità della prima e l'ambiguità ruvida della seconda, Uma ha un'allure venuto da un altro mondo, da un altro tempo. Figlia di una madre indossatrice, riconvertita alla psicoterapia, e di un padre 'buddista', Uma Thurman ha il carattere biondo ed energico della contro-cultura, di chi ha fatto parte delle cose senza rinnegarle. Battezzata col nome della dea della bellezza e della luce, Uma non sperimenta l'infanzia tipica USA ma quello che perde in donuts e Cola lo guadagna in karma.


Uma Thurman con Glenn Close ne Le relazioni pericolose (1988).
Uma Thurman come Mia Wallace in Pulp Fiction (1994).
Uma Thurman in Gattaca - La porta dell'universo (1997).

Bisogno emozionale per Quentin Tarantino che la contempla in ogni piano sotto il carré impeccabile e dietro carattere implacabile di Jeanne Moreau (La sposa in nero), l'attrice americana prosegue la linea delle donne fatali e letali, accessoriate come Bruce Lee e abitate dalla black mamba attitude. Sospesi sulla riga che corre lungo la porzione posteriore delle sue imponenti gambe, Matthew Broderick e Nathan Lane (The Producers) capitolano al suo fascino zen assorbito da una fronte alta e induttiva che si cruccia nella vendetta o si compiace sotto la frangia.

Sulla pista da ballo e dietro le dita a forbice di Mia Wallace (Pulp Fiction), Uma rispolvera Travolta in abito scuro e calzini che oscilla molle sulle punte, togliendo il sonno al suo antieroe felpato e agli adolescenti che la venerano come un santino. E lei dall'alto di una locandina, dietro una sigaretta e sotto un caschetto nero e lucente li guarda fissi e imperturbabile promettendo la sua personalissima idea di Nirvana.


Uma Thurman nei panni di Black Mamba in Kill Bill (2003).
Uma Thurman nei panni di Mia Wallace (Pulp Fiction).
Uma Thurman nei panni di Black Mamba in Kill Bill (2003).

Forgiata sul concetto buddista, l'attrice infila personaggi e successive reincarnazioni marciando implacabile e distaccata verso lo status di star.

Davanti a lei, arrampicata sul suo metro e ottantaquattro di vertigine, l'uomo soccombe. Irrimediabilmente.
Marzia Gandolfi

È la folgorante apparizione contro cui frangono i personaggi tarantiniani, vinti nella loro frenesia dalla fermezza dei suoi silenzi e dall'abilità della sua spada. Le sue pause nel cinema di Tarantino sovrastano gli interventi parossistici del nemico di turno a cui esplode il cuore con impassibilità keatoniana. Perché Uma Thurman, androgina e misteriosa, in crinoline o pantalone, splende irripetibile e incorrotta nel cinema corrotto di Tarantino. Al cinema come in televisione, dove torna in un nuovo ruolo e in una serie corale in onda sui canali Premium. Strutturata in otto capitoli, come il romanzo e la miniserie australiana a cui si ispira, The Slap debutta con uno schiaffo che colpisce un bambino e apre una crisi profonda negli adulti, riuniti per un compleanno in un giardino di Brooklyn. In ciascun episodio un nuovo personaggio guadagna il primo piano, avanzando l'intrigo attraverso i suoi travagli intimi. Uma Thurman è una di quei caratteri che come la sua Venere nella commedia fantastica di Terry Gilliam (Le avventure del barone di Münchausen) emerge dal fondo a miracol mostrare.


Uma Thurman è Anouk nella serie tv The Slap, in onda su Premium Stories.
Uma Thurman è Anouk nella serie tv The Slap, in onda su Premium Stories.
Uma Thurman è Anouk nella serie tv The Slap, in onda su Premium Stories.

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