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Questi giorni e gli altri, tutti i film italiani alla Mostra di Venezia

Alla scoperta dei film italiani che vedremo dal 31 agosto alla 73. Mostra di Venezia, tra conferme e sorprese, favola e realtà, sentimento e immagine di un sentimento.
di Marzia Gandolfi

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Margherita Buy e Maria Roveran, protagoniste di Questi giorni di Giuseppe Piccioni, in Concorso alla 73. Mostra di Venezia.
sabato 6 agosto 2016 - Mostra di Venezia

Centoventi i film italiani visti dalla commissione selezionatrice, tre i film scelti per rappresentare l'Italia in concorso al Lido. Alla fine di una stagione memorabile, produttivamente coraggiosa e innovativa, il cinema italiano rilancia a Venezia, confermando, almeno sulla carta, la volontà di cambiamento e la nascita di un nuovo sentimento della vita.

Dopo il successo di Gianfranco Rosi nel 2013 con Sacro GRA, è un altro documentario, la Spira Mirabilis di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, a competere per il Leone d'Oro, sfidando la mortalità e la cosmogonia in formato IMAX di Terrence Malick, in concorso con Voyage of Time. Senza cercare necessariamente la stessa radicalità, Roan Johnson (Piuma) e Giuseppe Piccioni (Questi giorni) si confrontano con spazi di rovina e di sopravvivenza, tenendosi saldi alla 'favola' e insinuando il mondo fuori nel quadro intimo di una cronaca familiare o amicale.
Marzia Gandolfi

Favole materialiste tra fiction e documentario, materie primarie (cieli, strade, periferie, campagne) e residui essenziali, il realismo (ri)diventa l'orizzonte (in) comune di un grande corpus testuale ripartito per sezioni, in versione lunga e corta, esordiente o collaudata. Un cinema allineato dentro e fuori la competizione che mette al centro i bisogni del pubblico senza rinunciare al proprio bisogno espressivo. Pubblico che il nostro cinema da qualche tempo prova a creare, a sfidare, a spiazzare. 'Patrocinata' da Marco Bellocchio, che apre la Settimana Internazionale della Critica (Pagliacci) e inaugura una nuova iniziativa facendo debuttare in corto sette giovani autori e autrici del nostro cinema, e 'guidata' in concorso da Giuseppe Piccioni, 'navigato' autore di commedie umane che respirano l'aria dei tempi e mettono in campo lo smarrimento, la 73ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia promette cuori al verde e potenza virale della vita..


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Venezia 73

QUESTI GIORNI
Pungente e graffiante, sensibile e sentimentale, leggero ed essenziale, il cinema di Giuseppe Piccioni è attraversato da una curiosità ardente per gli everyman che si traduce sempre in profondità di racconto. Con Questi giorni, film corale declinato al femminile, l'autore mette in viaggio i suoi personaggi rivelandone con lo spostamento fisico gli intimi movimenti del cuore. A guidare il garbato carosello di emozioni, ansie, smarrimenti, aspettative e nevrosi dispiegate tra la provincia e un est inatteso, tornano Sergio Rubini e Margherita Buy, volti di un immaginario acceso che infiltrano nelle commedie di Piccioni sfumature e intuizioni. A dispetto del suo titolo più celebre (Fuori dal mondo), il cinema di Piccioni è intensamente dentro il mondo. E in quel mondo le sue donne e i suoi uomini non smettono di confrontarsi con le insidie del sociale e della Storia.

SPIRA MIRABILIS
Quattro luoghi e quattro elementi per quattro storie che sperimentano la stessa tensione: l'immortalità. Poema contemplativo di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, Spira Mirabilis è la mirabile sorpresa di un festival che ancora una volta scommette sul documentario italiano dopo la consacrazione di Gianfranco Rosi (Sacro GRA) nell'edizione del 2013. Proposizione pura di cinema che rifugge l'artificio, rivela la presenza tendenziale della spirale in natura, nell'uomo e nell'arte e lascia in dono un'altra possibile logica del mondo, Spira Mirabilis segue la meravigliosa geometria dell'universo al centro del quale gli autori accomodano l'uomo. Mettendo in immagini la spirale logaritmica di Jakob Bernoulli, D'Anolfi e Parenti promettono un viaggio filosofico e spirituale che dopo castelli e duomi infila la curva matematica e spirituale che conduce all'infinitezza.

PIUMA
Avviato da una gravidanza inattesa, Piuma è una commedia a un passo dalla maturità e da un'epifania esistenziale. Affidato a due ragazzini, il film di Roan Johnson racconta la difficoltà di afferrare la realtà attraverso personaggi acerbi. Sono loro la 'finestra' su un paesaggio troppo spesso scivoloso in cui 'gravidi' di futuro i protagonisti assaporano rischio e vertigine. Nove mesi di attesa per sollevarsi letteralmente dalle cose, per guardarle meglio e abbracciarle meglio ridefinendo il 'due' per passare al 'molti'.


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In foto una scena del film Questi giorni.
In foto una scena del film Spina Mirabilis.
In foto una scena del film Piuma.
Fuori concorso

TOMMASO
Dieci anni dopo il suo esordio alla regia, Kim Rossi Stuart dirige e interpreta un attore che ha un ruolo attivo nel determinare gli eventi che da anni lo colpiscono duro allo stesso modo e nello stesso inesorabile punto. Ancora una volta, l'attore sperimenta col suo cinema gli spostamenti progressivi dell'affettività cambiando prospettiva per liberarsi dalle passioni e dalle miserie del mondo. Se ieri il suo personaggio cercava e trovava nei bambini la liberazione dello sguardo tra istinto e riflessione (Anche libero va bene), oggi cerca senza trovare nelle donne la possibilità di accesso felice all'intimità. A tessere con lui il filo di una vita che si sta disfacendo, Jasmine Trinca, Camilla Diana e Cristiana Capotondi.

ASSALTO AL CIELO
Film d'archivio che pesca nei più prestigiosi archivi italiani (Istituto Luce, Teche Rai, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Cineteca di Bologna), Assalto al cielo dispiega l'immaginario di una stagione eccezionale della nostra Storia politica e intellettuale. Una stagione di lotte e di grandi innovazioni sociali compresa tra il 1967 e il 1977 e innervata dalla violenza politica a cui qualcuno prese parte e da cui qualcuno prese le distanze. Dalle manifestazioni alla fase disperata e terroristica, passando per le rapine e i sequestri per autofinanziarsi, Assalto al cielo di Francesco Munzi (ri)costruisce una sorta di schizofrenia che monta dalle esperienze del movimento operaio e poi si espande e moltiplica per reazioni alla repressione giudiziaria e militare dello Stato. Un'onda rivoluzionaria che prese d'assalto il cielo, un movimento caldo spento dall'imprevisto e progressivo recupero delle organizzazioni riformiste e dalla scelta estrema e fallimentare delle Brigate Rosse.


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In foto una scena del film Tommaso.
In foto una scena del film Tommaso.
In foto una scena del film Assalto al cielo.
Orizzonti

LIBERAMI
È il male (meta)fisico, indefinibile e inafferrabile quello da cui vorrebbero essere liberati le persone che ogni giorno si rivolgono a Padre Cataldo, esorcista che monda i peccati e ricaccia i demoni nell'oscurità. Documentario sospeso tra un mondo arcaico e quello contemporaneo, tra fede e bestemmia, Liberami scende nella Sicilia fatalista di Verga per indagare un'emergenza spirituale che spinge la Chiesa a formare un numero crescente di preti esorcisti. Uomini di dio che Federica Di Giacomo incontra e interroga sul male (di vivere). Pescatori di naufraghi nel mare di Sicilia, gli esorcisti agiscono nel campo aperto del(l') (im)possibile, tra onde che si increspano e schiumano.

IL PIÙ GRANDE SOGNO
Storia di redenzione e di un passato che non vuole passare quella di Mirko, eroe ordinario che uscito dal carcere insegue un'alternativa e un futuro migliore per sé, per le sue figlie e per la sua borgata, che affida a lui il sogno di emancipazione. Opera prima di Michele Vannucci, il giovane autore romano allunga il respiro di Una storia normale, cortometraggio realizzato nel 2015, e avvera il grande sogno di un uomo che promuove la fatica del quotidiano a idea di dignità dell'esistenza.


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In foto una scena del film Liberami.
In foto una scena del film Il più grande sogno.
In foto una scena del film Il più grande sogno.
Le altre sezioni

L'ESTATE ADDOSSO (Cinema nel Giardino)
Di nuovo un racconto di formazione per Gabriele Muccino che ribadisce la poetica dello spostamento febbrile (la corsa, il viaggio), traslocando i suoi 'maturandi' in California. Ispirato fin dal titolo al brano omonimo di Jovanotti, L'estate addosso prolunga l'adolescenza dell'autore che cavalca l'immaturità dei suoi eroi e il narcisismo riflesso di una generazione condannata alla gioventù. Presentata en plein air al Lido, la commedia acerba di Gabriele Muccino potrebbe segnare un movimento in avanti della sua filmografia, assumendo magari il punto di vista distante e curioso dell'adulto e dicendoci finalmente di più sul soggetto del discorso che su chi lo enuncia.

LE ULTIME COSE (Settimana Internazionale della Critica)
Tre storie per tre personaggi che pagano pegno in attesa di riscattarsi e di riscattare l'oggetto 'depositato' alle falde ideali di un Monte di Pietà. Opera prima di Irene Dionisio, Le ultime cose illumina le fragilità del contemporaneo raccontando la crisi del mondo e dei legami intimi che la giovane autrice incontra lungo il confine che separa affetti e soldi, soldi spendibili per affrontare emergenze impegnando con l'oro la vita. Perché qualche volta quel bene è l'ultima ancora che ci separa dalla deriva.

INDIVISIBILI (Giornate degli Autori)
Due di due. Due corpi uniti da effetti speciali e dallo sguardo di Edoardo De Angelis che attraverso i suoi attori incarna lo statuto estetico del suo mondo, raccontandone il desiderio di rigenerazione. Storia di due gemelle siamesi 'legate' dalla natura e da una volontà genitoriale e culturale che vorrebbero spezzare, Indivisibili cresce in territorio vulcanico ed esprime una specifica tendenza alla distruzione di assiologie immutabili. Come l'avvocato penalista di Luca Zingaretti (Perez.), le sorelle Fontana infilano linee di fuga nel tentativo di rinnovare radicalmente lo sguardo sull'ambiente.

BOZZETTO MA NON TROPPO (Venezia Classici - Doc)
Che cosa accomuna il Signor Rossi, personaggio immaginario baffuto e brevilineo, e Renato Zucchelli, pastore visionario e rotondo? Probabilmente la rutilante energia e il senso malinconico dell'esistenza. A tirare la linea (a matita) tra i due è Marco Bonfanti che conferma la vocazione favolistica del suo cinema e il suo desiderio di astrarsi dalla concretezza delle situazioni. Dal bozzetto al pixel, Bonfanti incontra Bruno Bozzetto, alfiere dell'animazione familiare alle generazioni cresciute con Carosello, con cui ripercorre lo straordinario percorso tecnico ed artistico che trova nuova linfa nelle potenzialità espressive delle recenti tecniche digitali. Dopo aver accompagnato un pastore e il suo gregge in Piazza del Duomo, Bonfanti traduce in 'quadri' le tavole e la poetica di Bozzetto: una (grande) idea con intorno una linea.


In foto una scena del film L'estate addosso.
In foto una scena del film Le utlime cose.
In foto una scena del film Indivisibili.

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