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Tihana Lazovic, talento senza metodo

Shooting Star all'ultima Berlinale e protagonista di Sole alto, è il talento emergente europeo dell'anno.
Sole alto sarà al cinema dal 28 aprile.

di Gabriele Niola

Sole alto

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In foto Tihana Lazovic, Shooting Star all'ultima Berlinale e protagonista di Sole alto, dal 28 aprile al cinema.
sabato 23 aprile 2016 - Incontri

È una presenza inconsueta quella di Tihana Lazovic. Chi l'ha vista a Berlino quando era tra le Shooting Star presentate dal festival (il gruppo di attori e attrici che ogni anno la Berlinale ritiene i più promettenti d'Europa, in cui sono passati anche Scamarcio o Alba Rohrwacher) sa bene che personalità particolare sia la sua e quanto abbia la capacità di calamitare lo sguardo una volta inquadrata. Ora arriva nelle sale italiane con il suo secondo lungometraggio, Sole alto di Dalibor Matanic, presentato a Cannes nel 2015 nella sezione Un certain regard. Il film racconta tre storie separate, tre coppie che non riescono a stare insieme per problemi di etnia, in tre epoche diverse, ma interpretate sempre dai medesimi attori.

Appena l'abbiamo incontrata è stato evidente che non sarebbe stata un'intervista come le altre.
Gabriele Niola

Era chiaro dal suo approccio e dal suo atteggiamento nei confronti della recitazione:
"Non ho un metodo, proprio non credo nei metodi. Sono un po' a disagio nel momento in cui devo parlare di come lavoro sui personaggi perché non c'è una regola, li sento e basta."


Tihana Lazovic, protagonista di Sole alto, dal 28 aprile al cinema.
Tihana Lazovic, protagonista di Sole alto, dal 28 aprile al cinema.
Tihana Lazovic, protagonista di Sole alto, dal 28 aprile al cinema.

Non è rischioso lavorare così?
In realtà tutto avviene sul set. Beh anche nelle prove che facciamo, ma diciamo che la parte di riprese è fondamentale, è lì che effettivamente trovo il personaggio. Nel caso di Sole alto poi abbiamo girato all'aperto e non negli studios, quindi la natura, le case e le persone mi hanno aiutato tantissimo, mi hanno ispirato.

Avete girato le tre storie cronologicamente? Cioè prima tutta la prima, poi tutta la seconda e infine la terza?
Sì, in linea di massima sì ed è stata una salvezza. Perché arrivata alla terza avevo già due personaggi sulle spalle e Maria, la protagonista del terzo segmento, è proprio stanca, è stanca dalle cattive esperienze attraverso cui è passata.

Va bene che non le hai preparate, ma adesso sai cosa è che differenzia questi tre personaggi che hai interpretato?
La parte facile era che dallo script era evidente cosa Dalibor Matanic volesse da me, alla fine è un unico grande personaggio perché il protagonista del film è l'amore e basta. Non ho nemmeno fatto dei provini, Dalibor voleva proprio me, non avevo capito bene come mai, in fondo avevo fatto solo un film in quel momento ma lui era chiaro. Quando ho letto la sceneggiatura ho capito che in effetti era proprio una cosa per me.

Cosa c'era da rendertelo così chiaro?
Una certa irruenza, una forza animale di quelle che appartengono al cinema europeo. I film di Hollywood, non tutti ovviamente, solitamente hanno personaggi puliti, carini; mentre quelli europei sono più sinceri e veri, sono animaleschi e per nulla concilianti. Io adoro questa cosa, mi piace molto questo stile semidocumentarista.


Una scena tratta dal film di Dalibor Matanic Sole alto.
Una scena tratta dal film di Dalibor Matanic Sole alto.
Una scena tratta dal film di Dalibor Matanic Sole alto.

Ci saranno però attrici hollywoodiane a cui guardi...
Sì di brave ce ne sono molte ovviamente, ma nessuna è un modello. Un modello per me è mia madre o mia nonna. Alla fine è un terribile cliché ma è anche vero che la cosa più importante è avere una propria individualità, essere te stessa.

Ok è un cliché, ma proprio per questo motivo come si raggiunge? Come fai ad essere te stessa?
Non lo so. Ma i casting director mi dicono sempre che sono diversa dalle altre, non capisco mai se sia un bene o meno. Anche quando ero a Berlino, alle Shooting Star, me ne sono resa conto. Ha a che vedere con l'avere accanto agenti e persone che si occupano di te o essere impacciata come lo sono io.

Di certo nel film c'è una parte di te stessa, Sole alto è davvero molto radicato nella cultura dei balcani...
Sì, ed è la cosa più bella del film, davvero.

Non pensi che proprio per questo ci siano elementi che non siano comprensibili a chi non viene da lì?
Lo credevo, anzi lo credevamo tutti quando lo stavamo girando. Pensavamo di aver fatto un film su di noi e per noi, una cosa intima. Quando invece a Cannes ho visto che tutti applaudivano e ci facevano i complimenti ho capito che certe cose sono universali, che le storie di razzismo, violenza e divisione non cambiano se al centro ci sono bianchi e neri o i balcani.

Allo stesso modo ci saranno elementi che si possono comprendere a fondo solo se si viene da quelle terre, no?
Sì, è la musica. Ce n'è molta nel film ed è molto significativa, specie nel primo dei tre episodi, quello ambientato nel passato. È pieno di canzoni jugoslave che per noi sono importantissime, musiche sentendo le quali la gente si commuove.


Tihana Lazovic sul set del film Sole alto.
Una scena tratta dal film di Dalibor Matanic Sole alto.
Tihana Lazovic sul set del film Sole alto.

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