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Cinema à la carte, il cibo è protagonista

Stefano Giani racconta i pasti "cinematografici"di ieri e di oggi, tra storia, costume, società e gastronomia.
di Pino Farinotti

Amore, Cucina e Curry

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Helen Mirren in una scena di Amore, cucina e curry (2014) di Lasse Hallström.
martedì 12 aprile 2016 - Focus

"Cinema à la carte" propone un'analisi ad ampio spettro di come si mangia e si è mangiato sul grande schermo fin dalla nascita della Settima arte.

Concepito come un lungo pranzo, che parte dai fratelli Lumière per arrivare ai giorni nostri, il libro illustra per tematiche pellicole antiche e recenti, più o meno famose, in cui il cibo recita da protagonista svolgendo un ruolo preciso e passando di volta in volta a essere espressione di ricchezza o povertà. Sesso, amore o cannibalismo. Vendetta, crudeltà, diplomazia. Adulterazione e purezza.
Pino Farinotti

Dalla fantascienza del pioniere Georges Méliès all'uso che del cibo fecero Chaplin e John Ford, da Babette ai pranzi etnici tanto di moda - tra i quali spiccano quelli della sfida franco-indiana di Amore, cucina e curry -, Stefano Giani ci racconta con dovizia di particolari e di notazioni i pasti "cinematografici" di ieri e di oggi, tra storia, costume, società e gastronomia.


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Charlie Chaplin in Luci della città (1931).
Il pranzo di Babette (1987).
Amore, cucina e curry (2014) di Lasse Hallström.
Dessert piccante

Accoppiamenti poco giudiziosi. Fra ingredienti intriganti. Sapori bizzarri. Birichine prodezze dei sensi. E amanti fantasiosi. Odissea del palato e profumo di lussuria. Pomodoro e sottoveste. Peperoncino e lucidalabbra. Le fiamme. Latte che inonda la bocca. Arsura da placare. E rivoli bianchi che colano dalla giuntura delle labbra. Nove settimane e mezzo (1986) di Adrian Lyne è la durata di una passione che maschera un amore a infelice fine tra una donna divorziata e un operatore di Wall street. L'amaro esito che lascia un profondo dolore nella coppia, al momento dell'addio, è l'eco di un'interrogativo irrisolto riguardo i reali sentimenti, obnubilati da un ardore fisico straripante.

Il cibo è la componente di un gioco erotico su cui si regge l'intera relazione fra i protagonisti - scrive Giani - È il solletico di quell'attrazione sessuale. Fatale e coinvolgente. Irresistibile.
Pino Farinotti

Il sapore piccante, lasciato assaporare alla donna a occhi chiusi, ha la funzione di stuzzicare i sensi attraverso la stimolazione del palato, privato del sussidio della vista. È sorpresa e stupore. È ritrovarsi preda di non dominabili sensazioni di possesso fisico, attraverso il potere di una spezia.


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9 settimane e 1/2 di Adrian Lyne (1986).
9 settimane e 1/2 di Adrian Lyne (1986).
9 settimane e 1/2 di Adrian Lyne (1986).
Macelleria cannibalistica

La carne può essere cucinata in molti modi anche in celluloide. Sformato e timballo sono entrambi adatti a nascondere e dissimulare origini e dubbie provenienze. Perfino umane. Oppure può essere consumata cruda. Senza cottura.
Come il conte Ugolino:
La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a' capelli
del capo ch'elli avea di retro guasto

Disperato tentativo di alimentarsi della propria prole pur di sopravvivere. O come pranzo solenne. In gelatina. Senza vergogna. Come a dire che, se siamo quello che mangiamo, ci sbraniamo da vivi e anche da morti.
Il cinema non è andato per il sottile in un tema tanto scabroso e ne ha sottolineato le sfumature. Il cannibalismo memorialistico de La carne (1991) di Marco Ferreri dove il protagonista, per evitare l'addio dell'amante dopo giorni di gozzoviglie e passione, decide di ucciderla e conservarla in frigorifero, per trasformarla nei propri pasti. Ricorda le ore felici, ma soprattutto incorpora in se stesso l'amato bene.

L'accoppiamento fisico è una forma tangibile del possesso sentimentale e appartiene alle necessità umane. - scrive Giani - Come mangiare. Conservarsi. Riprodursi.
Pino Farinotti

Ed è quanto avviene nella casa in cui Paolo e Francesca - i nomi dei personaggi richiamano ancora volti danteschi - letteralmente consumano - verbo spendibile in chiave gastronomica e per affari di cuore - la loro unione carnale. Antropologicamente e convenzionalmente si mangia di bene chi si ama. Figli o compagni di vita. Perfino religiosamente, con l'Eucaristia, ci si nutre del corpo e del sangue di Cristo, in una sorta di simbolica simbiosi. Il rapporto sessuale stesso è, a suo modo, un cibarsi fatto di sguardi che pregustano. Lingue che assaporano. In un processo talvolta fatto di teneri assaggi. E se mangiare significa vivere, ciò comporta l'introdurre cibo vitale in se stessi. Paolo non trova altro rimedio per non perdere Francesca, se non ospitarla dentro di sé in un atto disgustoso, che tuttavia si sposa con la fusione dei corpi, tipico dell'intreccio amoroso.


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La carne (1991) di Marco Ferreri.
Mangiati vivi! (1980) di Umberto Lenzi.
Il silenzio degli innocenti (1991) di Jonathan Demme.
Cannibalismo e vendetta

Il cannibalismo con maggior rilievo cinematografico è quello connesso al tema della vendetta.

Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (1989) di Peter Greenaway racchiude molti dei motivi finora incontrati - scrive Giani -, toccando violenza, arroganza, morte e una forma di erotismo che lambisce l'amore.
Pino Farinotti

Il bandito Albert Spica taglieggia i locali della zona e porta i suoi sgherri a mangiare in un ristorante francese, di proprietà di un raffinato chef, che egli ha costretto a diventare suo socio. Sguaiato, sboccato e tracotante, maltratta i suoi scherani e la moglie Georgina perché non può aver figli. Stanca dei suoi soprusi, la donna fa amicizia con un avventore solitario che pranza leggendo libri. Conosciutolo nei bagni, durante una pausa degli stucchevoli banchetti, si apparta ripetutamente con lui, finché viene smascherata da una prostituta, amica del marito. Pazzo di gelosia, Spica tortura un inserviente per sapere dove siano nascosti i due, tuona di volersi mangiare quell'uomo e, quando lo trova, lo uccide. Georgina convince allora il cuoco a cucinare in gelatina il corpo dell'amante e, in una serata riservata al compagno, gli fa portare in tavola l'insolito pasto. Sotto tiro di rivoltella lo costringe a mangiarne le carni per mantenere l'incauta minaccia e, dopo l'orripilante boccone, gli spara.


Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (1989) di Peter Greenaway.
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (1989) di Peter Greenaway.
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (1989) di Peter Greenaway.
Pranzi alla moda

Se Big night è l'occasione mancata, il quesito irrisolto in cui non si chiarisce se prevalga l'inflessibilità o il compromesso, se la colluttazione conclusiva preluda a un ritorno dei due fratelli nel Paese natio o a una riveduta strategia imprenditoriale della ristorazione, Amore, cucina e curry (2014) di Lasse Hallström è la storia di un altro braccio di ferro, franco-indiano stavolta, in una cornice a metà strada fra xenofobia e globalizzazione. Da un impeto di estremismo nazionalista che mette a ferro e fuoco un ristorante di Mumbai, una famiglia si trasferisce in Europa per avviare l'attività che l'incendio ha distrutto. Un iniziale tentativo in Inghilterra abortisce perché «le verdure non hanno un'anima», ma il riferimento è più ambizioso e non si limita al gusto assente di pomodori e zucchine, riallacciandosi al retroterra coloniale di difficili rapporti fra India e Regno Unito.
Il gruppo approda così nel sud della Francia dove riadatta una vecchia cascina abbandonata dirimpetto al Saule Pleureur, il raffinato locale di madame Mallory, alla ricerca della stellina che lo proietterebbe nell'empireo gastronomico. L'iniziativa dei nuovi venuti provoca l'ostracismo della proprietaria. È guerra di viveri. La donna li taglieggia, impedisce loro il rifornimento al mercato, dove prenota l'intera merce affinché essi non possano acquistarla.

Il cibo diventa ostaggio di una competizione che si sposta sul terreno etnico - scrive Giani -. Capretto al tandoori contro piccione ripieno. Umiltà popolare contro pregiudizi elitari.
Pino Farinotti

Musica colta di ambienti di classe contro orecchiabili ritmi dozzinali. Profumi controllati ed esalazioni penetranti. La fama di una cucina ricercata e la trappola per il passante occasionale. Consapevolezza della diversità. «Gli indiani non diventeranno mai francesi e viceversa» reclama il capofamiglia alludendo agli spiragli di una convivenza tuttavia possibile. E il cibo scandirà le fasi del processo di integrazione. Fin dall'avvio esso costituisce l'unità di comunicazione tra due culture apparentemente inconciliabili.


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Amore, cucina e curry (2014) di Lasse Hallström.
Amore, cucina e curry (2014) di Lasse Hallström.
Amore, cucina e curry (2014) di Lasse Hallström.

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