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Nicola Giuliano,
The Gold and Irony Man

È il produttore italiano del momento. Vanta un Oscar, successi commerciali e diversi talenti scoperti. Dal 31 marzo in sala con Un bacio di Ivan Cotroneo, adesso giudicherà i corti del concorso I Love GAI.
di Gabriele Niola

Sulla scoperta di Sorrentino Nanni Moretti mi disse: "Tu vuoi sapere se hai trovato un regista. È così: hai trovato un regista".
mercoledì 16 marzo 2016 - Incontri

Nicola Giuliano è co-fondatore con Francesca Cima e Carlotta Calori di Indigo, la società dietro buona parte del miglior cinema italiano recente, da tutti i film di Paolo Sorrentino, al tentativo di fare il primo superhero movie italiano ad alto budget (Il ragazzo invisibile), fino ad un successo popolare come Benvenuto Presidente!. Ma anche dietro alla scoperta di Andrea Molaioli:

Per La ragazza del lago avevamo chiesto a Toni Servillo se voleva essere il protagonista", dice Giuliano. "Con lui però non puoi mai sapere che ti dirà, io l'ho visto rifiutare anche progetti con i cui proventi si sarebbe potuto comprare una casa, perchè non lo ispiravano o non li sentiva suoi. Un giorno però mi chiama, stava a Milano, e mi dice che si sta specchiando in una vetrina di un negozio con un impermeabile addosso. Per la prima volta si vede come il commissario Sanzio, adesso è sicuro che lo può fare e accetta. La vita di un produttore è così".
Gabriele Niola

Adesso Nicola Giuliano è nel comitato di selezione del concorso I Love GAI (Giovani Autori Italiani), progetto di Siae in collaborazione con Lightbox in cerca di giovani talenti, e assieme ad Andrea Purgatori e Mara Sartore, selezionerà gli autori che invieranno il loro corto entro il 30 aprile. I corti finalisti verranno proiettati al Palazzo del Cinema durante la 73. Mostra del Cinema di Venezia. A breve verranno annunciati i nomi dei tre giurati internazionali, che a settembre decreteranno il corto vincitore e i premi speciali.


In foto una scena del film prodotto da Nicola Giuliano Benvenuto Presidente!.
Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores.
Toni Servillo nel film di Andrea Molaioli La ragazza del lago.

Giuliano un esordiente lo è stato nel 1999 quando iniziò la sua carriera con un film già bello e fatto, Dorme, opera prima di Eros Puglielli: "Era stato filmato in Super VHS ed era già un oggetto di culto. Noi lo facemmo gonfiare in 35mm per poterlo distribuire in 3 o 4 città. L'obiettivo era iniziare una collaborazione con Eros che ci potesse portare da qualche altra parte ma non è andata così".
Invece il primo film seguito dall'inizio è L'uomo in più, esordio di Sorrentino:

"Con Paolo Sorrentino ci eravamo conosciuti qualche anno prima sul set di Il verificatore di Stefano Incerti", racconta il produttore. "Lavoravamo entrambi in produzione ma era chiaro da subito che a Paolo non interessava per niente, proprio non aveva la testa dell'organizzatore, a lui importava solo di avvicinarsi ad un set in un modo o nell'altro".
Gabriele Niola

Provenienti dal medesimo quartiere di Napoli, tra i due c'è subito feeling: "A me e a Paolo fanno ridere le stesse cose, che magari non fanno ridere altri". Lavorando su quel set Sorrentino dà a Giuliano la sceneggiatura di un corto, una folgorazione: "Lì ho capito che era un vero scrittore ma non sapevo se sapesse anche dirigere, gli promisi comunque che l'avremmo fatto. Si chiamava L'amore non ha confini, lo sottoponemmo al Sacher Festival di Nanni Moretti. Quando lo vide mi chiamò proprio Nanni per dirmi che non l'avrebbe preso perché, letteralmente, non gliene fregava un cazzo. E lo capisco, era proprio lontano da quel che interessa a lui. Ma aggiunse anche che sapeva cosa in realtà io volessi sentirmi dire e disse: 'Tu vuoi sapere se hai trovato un regista. È così: hai trovato un regista'. A dire il vero non avevo bisogno di conferme, lo sapevo già ma detto dal più importante regista italiano del momento aveva un valore".


Un'immagine del primo film prodotto da Nicola Giuliano, Dorme di Eros Puglielli.
Paolo Sorrentino e Nicola Giuliano.
Toni Servillo, Paolo Sorrentino e Nicola Giuliano ritirano nel 2014 l'Oscar come miglior film straniero per La grande bellezza.

È anche per questo che Giuliano è interessato a I Love GAI. Fare il produttore significa trovare e riconoscere i talenti, e questi si trovano ovunque: "Trovare talenti è la missione del produttore, specie all'inizio. Quando sei affermato è più facile che i talenti vengano da te. All'inizio invece devi trovarli nei concorsi, nei festival, nei premi per le sceneggiature ma anche online". Poi un altro paio di maniche è far funzionare tutto, ogni film è una negoziazione:

"Non sono il produttore che sbatte i pugni e impone i cambi sui film" - dice Giuliano - "Preferisco arrivarci con la dialettica, il che significa che magari non avrò quel che voglio. Ed è giusto. Alla fine è sempre il regista che ci mette la faccia".
Gabriele Niola

Il miglior complimento per un produttore però rimane l'aver girato un film che sembra essere costato più del suo budget effettivo: "Mi ha inorgoglito sapere che il capo della Gaumont ha fatto una ramanzina ai suoi dipendenti quando ha scoperto che abbiamo fatto La grande bellezza con solo 7 milioni di euro".


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Una scena di La grande bellezza di Sorrentino.
Toni Servillo come Jep Gambardella in La grande bellezza.
Una scena di La grande bellezza.

Se trovare talenti è un bisogno, farli emergere è un obiettivo "ed è un tema di rilevanza nazionale, deve cioè interessare a tutti. Perché un film italiano che va molto bene aiuta tutta l'industria, anche i concorrenti e un nuovo allarga la base degli spettatori".
Per questo Nicola Giuliano ha aderito a I Love GAI: "Questo concorso permette ad un autore di far vedere quello che vale, gli dà la vetrina di cui ha bisogno. Per quanto niente da solo ti possa svoltare la carriera, nemmeno vincere il concorso di corti a Cannes, presentarti in un luogo come Venezia con la vittoria di un concorso è quel genere di riconoscimenti che servono ad importi all'attenzione di qualcuno. Certifica un talento".
Nulla fa svoltare una carriera ma tanti film, messi insieme ne formano una, anche per un produttore, sia professionalmente che umanamente:

"Professionalmente i film veramente importanti che ho fatto - racconta Giuliano - sono due: Benvenuto Presidente! e La grande bellezza. Sono quelli che hanno cambiato qualcosa in Indigo, anche se per ragioni diverse. Umanamente invece è stato This Must be the Place, praticamente un master in produzione. Un budget di 28 milioni di dollari, un inferno di notti insonni, ma mi ha fatto fare un vero passo avanti".
Gabriele Niola

Viene da chiedersi allora cosa un produttore di questo livello possa trarre dal fare il giudice in un concorso come I Love GAI: "Tutte le manifestazioni che ti chiedono di dare una mano ad un giovane sono fondamentali e bisogna prendere parte, per quanto possibile. E poi non nego che serve anche a me. Voglio dire, tra un po' mi arriveranno circa 30/35 cortometraggi e magari in mezzo troverò qualcosa che mi interessa o qualcuno con cui vorrò parlare. Sai quante volte ho convocato giovani autori per capire che hanno in testa, che film vogliono fare, cosa gli interessa..."

Tutti i giovani registi italiani sono invitati a candidare il proprio lavoro su www.ilovegai.com.


Claudio Bisio, protagonista di Benvenuto Presidente! di Riccardo Milani.
Toni Servillo in una scena di La grande bellezza.
Sean Penn nei panni di Cheyenne in This Must be the Place di Sorrentino.

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