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ONDA&FUORIONDA

Che la grande avventura ci difenda in questi momenti.
di Pino Farinotti

In foto l'attore Stewart Granger.

domenica 17 febbraio 2013 - Focus

Affermare che questo momento mediatico sia triste e angosciante - e credo di usare aggettivi riduttivi - è certo legittimo. Parlo soprattutto di piccolo schermo, il grande divulgatore. Una lettura generale di ciò che accade ci dice che viviamo un momento di evoluzione. Il quadro è talmente vasto che non può certo essere definito in questa sede, si può procedere per sintesi e macroindicazioni esemplari. La sensazione è quella di un degrado profondo, strutturale, dove vengono intaccate e cadono tante delle sicurezze che sono alla base del nostro vivere quotidiano. Gli arresti in massa di uomini a capo delle più grandi istituzioni, della politica, della finanza, dell'industria, le notizie angoscianti del declino del lavoro in tutti i settori, la disperazione tangibile, non più vista da lontano come qualcosa che non ci riguarda, di tanta gente. E poi la vicenda, il ripensamento del papa: per i credenti, che non sono pochi, è qualcosa che apre davvero un buco nero e che lascia senza fiato.
E poi quel meteorite che esplode negli Urali, colpendo sei città e ferendo 1200 persone, che evoca una sorta di calendario maya un po' in ritardo. Se dico "metafisica" non è una definizione così astrusa, rispetto a queste due ultime vicende. Il tutto come somma di angosce che mai come in questa epoca stiamo vivendo. E c'è dell'altro, alludo all'evasione, che dovrebbe soccorrerci. "Sanremo", che dovrebbe essere il modello assoluto, da oltre sei decenni, di evasione, è diventato politica e polemica, angoscia a sua volta.

Digressione
Una digressione. In un momento spesso omologato a quello che viviamo, la famosa crisi del '29, vide Hollywood, ispirata dall'amministrazione di Roosevelt, produrre magnifici film sulla felicità e la speranza. Erano quelli di Frank Capra, o con Astaire e Rogers, o i Biancaneve. Portatori di serenità in attesa che il futuro migliorasse. Da noi non succede. In questi giorni troviamo in distribuzione film come Lincoln, Django, Zero Dark Thirthy, titoli certo di qualità, anche grande, ma inadatti a esorcizzare angosce. Anzi.
Questa premessa un po'enfatica, ma certo reale, espressa, come ho detto sopra, persino per difetto, per innescare una domanda: come possiamo correre ai ripari, come possiamo difenderci. Dove possiamo scovare qualcosa di alternativo, un deterrente che, per lo meno parzialmente, ci permetta di affrontare questa contingenza? Il mio mestiere non è quello di dettare soluzioni, di fare proposte. Quelle le sentiamo dai candidati, ma da questa sede, che è il posto della fiction e dell'evasione, alcune indicazioni in quel senso me le consento. In realtà qualcosa è successo, magari piccola rispetto alla massa nera che incombe sopra di noi, ma certo un timido segnale di deterrenza.

Home
In queste ultime settimane c'è stata un'offerta home video importante, con titoli che fanno parte del più bell'incanto del cinema. Sono grandi classici egli anni eroici che ancora mancavano nell'offerta, ormai vasta ma ancora incompleta, dei titoli in Dvd. C'è un gruppo vasto e competente di cinefili che attendeva impaziente queste uscite, come fossero eventi autentici. Mi piace pensare che le case distributrici abbiano ragionato sulla proposta, abbiano atteso il momento più opportuno e felice per divulgare. Ma non credo sia così, non credo che abbiano seguito l'esempio hollywoodiano. Semplicemente hanno trovato i diritti in questa stagione. Allora dobbiamo molto al Caso, c maiuscola, che ci ha opportunamente soccorso. Eccoli, i film: Scaramouche con Stewart Granger che fa il saltimbanco e sfida il più grande spadaccino di Francia nel più lungo duello alla spada del cinema; Il prigioniero di Zenda ancora con Granger che sostituisce un re rapito e si dimostra più ... regale dell'originale; La leggenda dell'arciere di fuoco con Burt Lancaster che fa un Robin Hood della Lombardia e combatte contro il Barbarossa; Il corsaro dell'isola verde ancora con Lancaster nel ruolo del rocambolesco pirata acrobata; Il cigno nero dove Tyrone Power è il corsaro che spadroneggia nei Carabi; Ivanhoe dove Robert Taylor incarna l'eroe di Walter Scott, paladino di re Riccardo; I cavalieri della tavola rotonda, con Taylor che fa Lancillotto, ancora una volta paladino di un re, Artù; La legione del Sahara con Alan Ladd eroe della legione straniera; I tre moschettieri l'edizione della leggenda con Gene Kelly indimenticabile D'Artagnan. Si può cercare fra i decenni del cinema, ma non c'è niente meglio di questa offerta.
Prevalgono dunque gli anni Cinquanta, molti titoli sono del '52, l'anno del sortilegio dell'avventura. Ma vale un altro sortilegio, il 1913, l'anno in cui il nume dell'avventura decise di far nascere Granger, Ladd, Power e Lancaster. Tutte queste traiettorie magnifiche si coagulano in questo momento, per nostra, seppur piccola, fortuna. Il piccolo schermo ci mostra servizi che ci devastano e politici che fanno promesse che non manterranno. Ma sempre dal piccolo schermo possiamo trarre un po' di respiro, attraverso questi eroi lontani, ma che tornano, appunto, al momento giusto. Ci aiutano e resistere... resistere... resistere.

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