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Storia "poconormale" del cinema: puntata 96

Una rilettura non convenzionale della storia del cinema.
di Pino Farinotti

Clint Eastwood (Clinton Eastwood Jr.) (93 anni) 31 maggio 1930, San Francisco (California - USA) - Gemelli. Interpreta Joe, lo straniero nel film di Sergio Leone Per un pugno di dollari.

venerdì 24 dicembre 2010 - Focus

Il sociale
Il 1964 è un anno complesso per il Paese. Politicamente non tutti hanno metabolizzato lo storico compromesso fra destra e sinistra. Ne segue lo scioglimento del governo, ripensamenti di varie parti, a cominciare dai socialisti, che si dividono. È anche l'anno della morte di Palmiro Togliatti e dell'elezione di Saragat a Presidente della repubblica. In chiave artistica si fa notare Andy Warhol, che col suo multiplo di Marilyn crea un precedente, una partenza che diventerà un punto fermo, reiterato, dell'estetica dei decenni a venire. Nel cinema del mondo è davvero l'anno di Peter Sellers che si impone in esercizi diversi: lo psicopatico personaggio nel Dottor Stranamore e il maldestro ispettor Clouseau nella Pantera Rosa.

Terzo Oscar
Per noi arrivano i più alti riconoscimenti che premiano una grande maestro storicizzato e uno che si è già imposto. Vittorio De Sica ottiene il suo terzo Oscar con Ieri, oggi, domani, e Antonioni il Leone d'oro di Venezia con Deserto Rosso. Trattasi dunque di grandi individualità con film che non fanno parte dei movimenti italiani di quell'epoca, così importanti, accreditati dovunque. Nel suo film il sessantatreenne De Sica, collaborando con Eduardo e Moravia beatificava la Loren aderendo ai suoi migliori registri. C'è una sequenza che si estrae dal film per diventare momento generale del cinema e del costume, il famoso spogliarello di Sophia che fa impazzire Mastroianni. Trent'anni dopo Altman la rifece nel suo Prèt-à-porter. Certo, Mastroianni e Sophia non erano più gli stessi.

Maestro
In quel 1964, Antonioni, pur senza riconoscimenti ufficiali del massimo livello, si era già accreditato come maestro, con film come Cronaca di un amore ('50), Il grido ('54), e la cosiddetta trilogia fine cinquanta primi sessanta, L'avventura, La notte, L'eclisse. Il regista ferrarese aveva già imposto i suoi temi, che finivano per essere un autentico genere tutto suo personale. L'incapacità di comunicare, l'attitudine degli umani a non risolvere mai le proprie angosce, a cercare di trasmettere senza mai riuscirci. A questa "ricerca dell'anima" Antonioni, con Deserto rosso, applicava quella estetica. Era il suo primo film a colori, e i colori gli servirono per un'evoluzione figurativa, verso il non-naturale. Un altro elemento nel quadro della non-comprensione.

Mondo
Ma quell'anno è storicamente rilevante perché, in realtà, mentre declinano certi nostri generi tanto accreditati, ne nasce uno che diventerà "genere del mondo". Nasce silenziosamente, senza pretese, forse senza neppure sapere di nascere. Irrompe Sergio Leone. Figlio di un regista nel "muto" e di un'attrice, è dunque subito nel giro del cinema. Dopo esser stato "aiuto" di Wyler in Ben Hur nel '61 ha diretto Il colosso di Rodi, uno dei tanti peplum di quella stagione, un film non particolarmente ricordabile. Ma nel '64 Leone ingaggia un attore pressoché sconosciuto ma di grande appeal, Clint Eastwood. L'attore si è fatto notare come westerner in una produzione televisiva dal discreto successo Rawhide. Leone ne fa il protagonista di Per un pugno di dollari. Clint non ha neppure un nome. Silenzioso, gran pistolero, col suo poncho sdrucito, è un giustiziere, magari per soldi, di scarsi scrupoli. Eppure inaugura un modello che farà storia, e non solo con Leone, ma con altri registi, magari nati nel Paese del West, come un Peckinpah, autore nobile, che non ha mai rinnegato di essersi ispirato all'"inventore" italiano. Se quel western anomalo non avesse avuto quel successo ... anomalo, probabilmente non sarebbero emerse le ricche, articolate, quasi inverosimili genesi. A cominciare dal primo ispiratore, Kurosawa, col suo La sfida del samurai, di tre anni prima. Una certa critica... postuma, appunto, citò anche la commedia dell'arte –anche se Eastwood non è poi così divertente- e addirittura Shakespeare per la complessità degli intrighi. Ebbe invece rilevanza assoluta la musica di Morricone. Anche il compositore, il gigante che poi avrebbe composto per i massimi autori, nasceva, come il regista, in quell'anno. Ennio Morricone.

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