Puntata 63
C'era una canzone di Sergio Endrigo che nella strofa principale diceva "oh Sophia, Sophia, passa il tempo e ti porta via". Era il 1969. Sophia aveva 35 anni, ed era lontanissima dall'esser portata via. La Loren ha avuto come partner, parlo di Hollywood, Grant, Wayne, Gable, Ladd, Peck, Brando, Newman, Holden, tra gli altri. Tutti portati via, anche per ragione di anagrafe naturalmente. Ma Sophia, 76enne, c'è sempre, sempre sessualmente competitiva, e davvero sembra un miracolo inspiegabile. Quanto si sbagliava Endrigo, oltre quarant'anni fa. Qualche anno fa il grande Stanley Donen ebbe il Leone d'oro alla carriera. Sul palcoscenico si incontrò con la Loren, che aveva diretto in Arabesque, nel '66, accanto a Gregory Peck. Donen le disse "sembra incredibile, guardami, io sono un vecchio, tu sei la stessa". L'elemento maschile della coppia con Sophia è "passato", si è confrontato con un sortilegio fuori dal tempo, un fenomeno, appunto. Poi c'è Mastroianni, anche lui non c'è più ma è l'unico che sia riuscito a resistere come parte attiva, quasi alla pari, della coppia. Trattasi di due grandi modelli, ciascuno faceva il proprio percorso artistico e poi l'uno si univa all'altro mantenendo una singola identità. Diversa la ditta, per esempio, Nazzari-Sanson, dove l'uno integrava l'altra in una sorta di unicum. Sophia e Marcello firmano sequenze indimenticabili, la prima, quasi banale citarla, è il famoso spogliarello (di lei) in Ieri, oggi, domani. Spesso era De Sica a dirigerli, dunque la performance si arricchiva esponenzialmente. Come nel grottesco Matrimonio all'italiana, tratto da De Filippo, altro arricchimento, o nel sentimental-tristissimo I girasoli. E non si può non ricordare Una giornata particolare di Scola, dove Sophia (se non lei chi?) seduce un Mastroianni omosessuale.

Un film
"Coppia" può significare anche un solo film, o pochissimi insieme. Spesso è accaduto che un titolo di grande successo popolare, ne abbia poi trainato un secondo, magari un terzo, ma continuava a valere il primo motore, l'inerzia si andava esaurendo. L'esempio guida in questo senso è il mitologico Gilda, con la coppia Glenn Ford-Rita Hayworth. Fu tale il successo che la major li ripropose qualche anno dopo in Gli amori di Carmen, e poi Trinidad, ma la magia non sarebbe mai più stata ricomposta. Erano Glenn e Rita, un divo e una diva, non necessariamente funzionali l'uno all'altra.
In quella stessa epoca la Fox mise insieme Tyrone Power e Gene Tierney, per estetica, per fascino e per divismo, forse la più bella coppia del cinema per lo meno di quello degli anni d'oro. Fecero Il figlio della furia, dove Tyrone era un nobile privato del titolo che ritrovava il suo status, a Londra, ma vi rinunciava per raggiungere la strepitosa selvaggia Gene in un'isola dei mari del sud. Poi furono i protagonisti del Filo del rasoio, dal romanzo di Somerset Maugham. Tyrone era un idealista che cerca se stesso nel Tibet, per l'infelicità dell'innamorata Gene che, alla fine, stanca di aspettarlo, sposa un altro. Il personaggio di Tyrone, Larry Darrell è uno dei più complessi e felici della letteratura del novecento. La Tierney, con quegli occhi tanto chiari e accesi da ferire la pellicola, aveva la classe di una regina, e infatti divenne preda dell'Ali Khan.

Irlandese
John Wayne e Maureen O'Hara, nel 1952 furono i protagonisti di Un uomo tranquillo. Lui era un irlandese emigrato in America che, dopo aver fatto fortuna, tornava in Irlanda per stabilircisi. Lei era una rossa irrequieta e dal pessimo carattere, fedele alle usanze del luogo. Lui la corteggia poi la sposa, dopo averla... domata. La scena madre mostra lo sposo che prende a calci la moglie e la trascina per i capelli, sempre per via delle usanze. Ci volevano John e Maureen per "vendere" una scena del genere, e naturalmente l'autorevolezza del regista, John Ford. Ma c'era stata una premessa, un bacio tanto appassionato da essere violento, con John che strattonava Maureen dietro una porta sbattuta dal vento, con lei che indossava una gonna rossa come i capelli. Wayne e O'Hara fecero altri film insieme, ma anche in quel caso l'intensità, il doppio appeal, non sarebbero più stati ricreati.

Organizzati
Più affiatati e organizzati furono, negli anni trenta, William Powell e Myrna Loy. Fecero una serie, L'uomo ombra, tratta da testi del grande giallista Dashiell Hammett. Erano una coppia elegante, educata, co-protagonista, con loro era Asta, un fox terrier dagli atteggiamenti umani. Lui risolveva i casi con grande stile, senza violenza, consultandosi con la moglie, ironica e intuitiva. William e Myrna erano la perfetta coppia seriale, li aspettavi nel film successivo, sapevi cosa aspettarti da loro. Omologhi, in questo senso, degli adolescenti loro contemporanei Rooney-Garland. Il pubblico americano non provava magari passione, quella era riservata ai coniugi Bogart e Newman, ma considerava la coppia dell'Uomo ombra come buoni amici affidabili.

Miliardi
Una coppia contemporanea che richiama milioni, anzi, miliardi di spettatori nella sale è Johnny Depp-Keira Knightley. Lui è il pirata Jack Sparrow, lei la compagna Elizabeth Swann. Hanno fatto i primi due Pirati dei Caraibi e il terzo (On Stranges Tides) uscirà l'anno prossimo. Miliardi di spettatori dovrebbero essere proporzionali all'appeal trasmesso. Johnny e Keira sarebbero dunque primatisti del mondo. Ma l'appeal va contestualizzato. Tracy e la sua compagna Hepburn, così come altri raccontati sopra, erano portatori di contenuti umani e di esempi che ispiravano chi andava (magari a milioni, non a miliardi) al cinema. La coppia caraibica è una rappresentazione, schiacciata da trucchi ed effetti speciali, che trasmette suggestione che evapora qualche ora dopo all'happy hour.