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L'isola dei segreti, un film tv di misteri e passioni

Il film tv diretto da Ricky Tognazzi.
di Alessandra Giannelli

Il commissario Vasco Brandi (Adriano Giannini)
Adriano Giannini (52 anni) 10 maggio 1971, Roma (Italia) - Toro. Interpreta Vasco Brandi nel film di Ricky Tognazzi L'isola dei segreti.

lunedì 11 maggio 2009 - Televisione

Prima, di quattro puntate, da domani 12 maggio 2009, Canale 5 manderà in onda il film tv diretto da Ricky Tognazzi. Un progetto che nasce dal desiderio, sia del regista sia dei produttori (Alessandro Jacchia e Maurizio Momi per la Albatross Entertainmeet S.p.a.) di fare qualcosa di nuovo. Desiderio molto sentito, ultimamente, da Mediaset, che sta sperimentando diversi prodotti con buoni successi, anche se con un po' di ansia, ammette Jacchia, che riconosce in questo film un lavoro di talento.
Con questo film si ripercorre la strada di un genere, molto apprezzato nel passato, ovvero quello degli sceneggiati italiani, che riscuote successo in altri paesi (Francia, Germania, ma è anche utilizzato nel cinema americano) per capire se il pubblico sia pronto a recuperare il genere mistery. Un film che, oltre ai suoi protagonisti, Romina Mondello e Adriano Giannini (lei è Maria Grimaldi, ispettore di polizia; lui è Vasco Brandi, il commissario), vede un cast artistico assai nutrito (potremmo citare, tra gli altri Enrico Lo Verso, Giovanna Ralli, Tosca D'Aquino, Randi Ingerman, Giovanni Esposito, Franco Sciacca, Larissa Volpentesta, ma anche lo stesso regista) fatto assai desueto in una fiction italiana. Ricky Tognazzi, dopo aver ringraziato tutti, in particolare Simona Izzo (la moglie sceneggiatrice "sul campo" come si definisce lei, che ha seguito il marito durante tutte le riprese), si dice riconoscente anche alla produzione per l'occasione che gli è stata data di affrontare un genere nuovo, simile agli sceneggiati Rai degli anni passati (come "Il segno del comando", con cui, interviene la moglie, sono cresciuti), in cui ritrovare non solo il mistery, ma un grandissimo giocattolo: dalla commedia, al melodramma, attraverso il giallo alla Agatha Christie. Irrazionali e razionali definisce i due protagonisti lo stesso Tognazzi, spiegando che la Mondello è una sorta di investigatrice dell'anima, come Dylan Dog, che ritorna nella sua isola per un'occasione felice, quella di sposarsi, ma succedono tanti fatti. Nell'indagare su questi fatti, lei scoprirà un grande segreto (questa scoperta avverrà anche attraverso l'analisi della comunità isolana, soprattutto verso la fine della serie).
Quattro mesi di riprese, "di mare", specifica il regista, che ha reso tutti più "intelligenti" grazie allo iodio, in quel della meravigliosa Favignana (un'isola che aveva già "rapito", qualche anno fa, i coniugi Tognazzi, tanto da aver restituito qualcosa di loro a quella terra), ma anche a Siracusa. E' stato divertente affrontare il giallo attraverso la luminosità dell'isola, narra il regista, cosa abbastanza inconsueta, anche se il suo nomignolo sul set era "isteric" (per sua stessa ammissione) perché, al di là delle bellezze e dei colori, si doveva girare in fretta e nonostante urla imperdonabili, aggiunge l'autore, lo salutano ancora tutti dichiara con ironia. Racconta la Izzo, infatti, che, tra di loro, vi era un clima di grande familiarità, tanto che la Mondello la chiamava "mamma", mentre Giannini si improvvisava figlio di Ricky, con grande perplessità di quest'ultimo che ha anche simpaticamente raccontato di essere stato, recentemente, scambiato per James Bond! La cosa più lunga che abbiano mai fatto, ammette la sceneggiatrice (che offre un possibile seguito della storia), a parte il loro matrimonio dice divertita, però quando le riprese sono terminate, si soffriva all'idea di andarsene da certi luoghi (pare che il produttore, alla ventesima settimana, abbia inviato il disco "L'estate sta finendo").
La Izzo spiega come l'armonia che c'era ha contribuito alla qualità del film, degli attori, del lavoro di tutti, anche della musiche (composte e dirette da Carlo Siliotto). Un'appassionata del genere mistery si confessa la Mondello, ben scritto dalla Izzo riconosce (per il suo completarsi con il marito), capace di incorniciare molto bene i personaggi attraverso umanità, carnalità e sensualità. Di Giannini dice che, sebbene ami tirare fuori il lato solare di sé, è molto malinconico, con grandi occhi tristi che lo rendono affascinante. Lui, incalza la Izzo, è però quello che ha momenti di commedia (ha un'intolleranza al pesce, ma anche al matrimonio!). A driano, visto che, ultimamente, vanno di moda i commissari giovani, ti sei ispirato a qualcuno?
"Tutto è avvenuto facendolo perché la sceneggiatura si è adattata al luogo, ma anche a noi, per questo con Simona e Ricky abbiamo cercato di dargli una luminosità, un'ironia che all'inizio non c'erano. Credo che Simona abbia fatto un lavoro molto intelligente nel dare 'carne e sangue' ai personaggi, le passioni vibranti. Di mio, già nel farlo, c'ho messo molto, anche se certi personaggi li guardavo con distanza". Simona Izzo: "Lui si è adeguato a questa storia come un pesce nell'acqua: ha le corde della commedia; quando è seduttivo è sentimentale e romantico; se fa l'indagine, ha una grande energia...Entrambi i protagonisti si conoscono bene e hanno la possibilità di essere attori d'azione, ma anche passionali: lei può essere una poliziotta, ma, se la metti in un letto, è una splendida femmina; lui, se lo butti dentro a una cava o dentro l'acqua, è capace di tutto, quindi...". Adriano, è il suo primo commissario, se lo aspettava, lo temeva? "Ne ho fatto un altro al cinema, ma ancora deve uscire ("Sandrina e la pioggia"); poi avevo fatto un ispettore". Romina, com'è questo personaggio rispetto ai precedenti?
"Innanzitutto, Maria è una donna (una femmina, fa eco alla Izzo) e ha le morbidezze di una donna siciliana, quindi la sensibilità e la carnalità di una donna siciliana. Un personaggio tosto, che fa delle proprie fragilità un punto di forza, che crede molto in quello che le succede, è capace di ascoltare e ascoltarsi". Izzo: "Ad esempio, c'è una scena in cui lei parla dell'intuito non specificando quello femminile, ma lui risponde che, quando si parla di intuito, si parla solo di quello femminile! In lei è molto forte, ma non la rende una sensitiva, riesce a sentire più degli altri. Le visioni che lei ha sono ancestrali, hanno un senso, sono un enigma che lei riuscirà a fatica a comprendere perché, a fatica, si arriva a capo di se stessi, soprattutto quando si è danneggiati da una tragedia". Tognazzi: "Questo è un po' il discorso del sentire se stessi, dell'indagarsi". Mondello: "Lei, con coraggio, va fino in fondo. Nella memoria di Maria c'è la chiave del giallo!". Izzo: "Citiamo anche la frase shakespeariana, che viene detta dal protagonista ovvero che, quando credi di aver chiuso con il passato, il tuo passato non ha chiuso con te". Rispetto alla versione francese (Dolmen), quanto c'è di italiano in questa serie?
Izzo: "Tutta l'ambientazione, ma anche i caratteri, i personaggi stessi, alcuni non esistevano. Certamente è rimasta l'idea di un'isola con un sito archeologico maledetto, la sequenza degli omicidi, però la sofferenza è diversa; il lavoro sui protagonisti è stato molto forte perché in Francia lei era una disinvolta signora che entrava in una stanza dove c'era un uomo nudo, ma noi, visto che giravamo in Sicilia, non lo abbiamo voluto fare, così come il personaggio che fa Adriano non aveva problemi di intolleranza, né di amore". Tognazzi: "Chi pensa di sapere tutto, avendo visto Dolmen, sappia che non è così". Jacchia: "Una storia diversa da quella francese, che attingeva anche a tradizioni nordiche, celtiche. L'adattamento italiano è diverso". Tognazzi, come mai nelle "note di regia" lei ha accostato l'elemento soprannaturale a quello ludico?
"Perché sono la persona più razionale che conosca, sto con i piedi piantati per terra però non c'è nulla che mi diverta di più che l'andare a vedere i film gialli. Secondo me, è proprio nel dibattito il divertimento, nel ci credo, non ci credo. Mi viene in mente che io ho studiato in Inghilterra e c'era un maestro che, alla sera per farci addormentare, ci leggeva le storie dell'orrore piuttosto che le fiabe ed era fantastico; poi si spegneva la luce e la camerata si divideva in due: chi faceva gli scherzi (io facevo parte di questo gruppo) e chi li subiva, come scricchiolii di porte, ombre sui muri. L'elemento ludico è nel creare tensione e paura che appartengono solo al nostro immaginario". Izzo: "Io, invece, ai fantasmi ci credo perché sono una donna. Io non penso che i fantasmi esistano, ma penso che certe volte la percezione che noi abbiamo di qualcuno che non c'è più ci aiuti nella vita. Noi siamo in grado di rievocare e di rivedere delle persone perché la morte non può essere quella che ci dicono (il pubblico applaude e ride). Una volta ho perso un anello che mi aveva regalato mia nonna e tutti mi dicevano che lo avevo perso, invece l'ho ritrovato in una soffitta dentro una scatola di scarpe. Credo che mia nonna, una notte, sia tornata, si sia messa i suoi gioielli perché, vi garantisco, non era possibile che ce l'avessi messo io (applausi e risate ancora)".

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