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JJ Abrams: l'acting director dell'Enterprise

Intervista esclusiva con il regista che riportò in vita la navetta spaziale di Star Trek.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

JJ, teletrasporto!
J.J. Abrams (Jeffrey Jacob Abrams) (57 anni) 27 giugno 1966, New York City (New York - USA) - Cancro. Regista del film Star Trek - Il futuro ha inizio.

venerdì 8 maggio 2009 - Incontri

JJ, teletrasporto!
Affascinante è la parola che uso per l'inatteso, direbbe il vulcaniano Spock; una dichiarazione che si presta all'undicesimo lungometraggio basato sulla più celebre serie televisiva sci-fi di tutti i tempi. Affascinante, perché inatteso, è lo Star Trek di JJ Abrams che arriva là dove nessun uomo (o regista) era giunto prima: fornire ai personaggi tanto amati dal pubblico un passato e rimescolarne le sorti in un viaggio nel tempo e contro il tempo. A bordo di una fantomatica navetta spaziale (il telefono) abbiamo raggiunto JJ Abrams nella galassia lontana lontana (gli Stati Uniti d'America) per farci raccontare i retroscena del suo Star Trek.

Quanto tempo ci vuole per fare un film come Star Trek? Già nel 2004 circolavano voci che ci sarebbe stato un prequel incentrato sui Romulani Era molto prima che venissi coinvolto nel progetto. Sono stato contattato mentre stavo terminando le riprese di Mission: Impossible III. C'è voluto circa un anno per scrivere la sceneggiatura di Star Trek, tre o quattro mesi per fare le riprese e la post produzione è durata un altro anno. In pratica c'abbiamo messo poco più di due anni.

Mentre giravi il film, ti sei mai sentito "facente funzioni" di regista, proprio come il giovane capitano Kirk?
In un certo senso mi sono sentito un po' come il capitano della navetta spaziale, ma ogni capitano, per dare il meglio, ha bisogno di un buon equipaggio. Parte del lavoro che ho dovuto fare è stato permettere e incoraggiare persone piene di talento a fare del loro meglio.

Il personaggio di McCoy, che è sempre stato spazio fobico, dice: lo spazio è malattia e pericolo, buio e silenzio. Condividi la sua idea?
Per quanto nel film rappresenti una battuta, parte di quella sentenza è dovuta al fatto che la gente crede di avere una sorta di rapporto familiare e confortevole con lo spazio. Film come Star Wars hanno fatto sì che l'idea del viaggio nello spazio non fosse più misteriosa, come invece lo era negli anni '50. Per questo motivo volevo che la gente ricordasse che lo spazio è un terrificante vuoto, silenzioso e buio, e che l'idea che qualcuno potesse andare là dove nessuno si era spinto prima risultasse pericolosa. Perché la verità è che l'ignoto può essere anche mortale.

C'è un solo personaggio della serie classica che è rimasto fuori dal film, l'infermiera Christine Chapel. O meglio, McCoy la chiama, ma lei non si vede mai. A cosa è dovuta questa scelta?
Volevamo essere certi di aver incluso il maggior numero possibile di elementi della serie originale per i fan, ma allo stesso tempo non volevamo creare un ponte letterale tra il nuovo e il vecchio. Abbiamo preso al volo l'occasione di celebrare la figura di Christine Chapel (interpretata dalla First Lady di Star Trek Majel Barrett, moglie del creatore della serie Gene Roddenberry, scomparsa di recente, Ndr) e inizialmente avevamo anche pensato di darle maggiore spazio ma poi ho capito che se un personaggio non era utile alla storia che volevamo raccontare, non era il caso di includerlo.

Considerato che nella serie originale l'infermiera era innamorata di Spock, sarebbe anche risultata un personaggio ingombrante Esatto. Ma ti dirò, avere Christine Chapel nel film sarebbe stato fantastico, e se mai avremo la possibilità di fare un sequel spero che il suo personaggio possa rientrare nella storia.

Quando hai ideato la storia tra Spock e Uhura, sapevi già che Zachary Quinto, proprio come Leonard Nimoy ai suoi tempi, sarebbe divenuto il vero sex symbol del film? Trovavamo l'idea divertente, un po' perché nessuno se lo sarebbe aspettato, un po' perché nella serie originale, in diversi episodi, c'è una sorta di rapporto celato tra Uhura e Spock, una sintonia impercettibile. Inoltre gran parte del film è incentrato sul personaggio di Kirk, sul suo passato, sulle battaglie che deve affrontare e che spesso perde. È costantemente messo alla prova. Il triangolo amoroso era un modo perfetto per fornire a Kirk un'altra prova da sostenere e per gettare le fondamenta della sua amicizia con Spock.

Jim Kirk è sempre sul punto di cadere, ma ogni volta si salva sull'orlo del precipizio. Una trovata piuttosto curiosa...
Anch'io l'ho trovata molto divertente ed era un modo per mostrare visivamente la condizione della sua vita. All'inizio, quando lo vediamo ragazzino, si aggrappa all'orlo del precipizio e non cade per un soffio; a metà film, alla sua prima missione, si aggrappa all'orlo del ponte e per poco non cade; alla fine, invece, si trova faccia a faccia con il villain e anche lì pende e si salva per un pelo. Sono tre movimenti diversi che rappresentano tre diverse fasi di vita del personaggio nel percorso che lo vede diventare un eroe.

Quanto ti sei divertito a reinventare passato e futuro dei personaggi?
Molto, moltissimo. Soprattutto è stato divertente mischiare le carte in tavola e sorprendere i fan di Star Trek della prima ora introducendo, ad esempio, Jim Kirk che non è ancora capitano dell'Enterprise. È stato anche stimolante ideare i retroscena della storia del padre di Kirk e approfondire l'aspetto umano di Spock, che sinceramente avevo dimenticato. Mi sono divertito un mondo a introdurre uno a uno questi personaggi storici per poi farli incontrare e interagire.

Di chi è stata l'idea delle origini del nomignolo di McCoy, Bones?
Quella battuta in particolare è un'idea di Karl Urban. Stavamo girando la scena e Karl, che avrebbe dovuto dire qualcos'altro, se ne esce dicendo che la moglie in seguito al divorzio gli aveva lasciato solo le ossa (bones, Ndt). L'ho trovata brillante e così l'abbiamo tenuta.

Peccato che con il doppiaggio questa battuta vada persa
È vero, non so come l'abbiano risolta in Italia, ma in Germania hanno cambiato il nomignolo in Pillola così che in quella scena dice qualcosa a proposito del divorzio, del fatto che soffre terribilmente ed è costretto a prendere una quantità di pillole. Credo tuttavia che la Germania sia l'unico paese che ha apportato questo cambiamento.

Qual è stata la parte migliore nel dirigere Star Trek?
Il fatto di aver avuto la possibilità di mettere le mani su un mondo così immenso e cercare di relazionarlo, dal punto di vista emozionale, con i personaggi. Trovare l'equilibrio tra il grande e il piccolo. Voglio dire, da una parte avevo una narrazione fantasy pazzesca ed epica e dall'altra un'incredibile gamma di personaggi uniti intimamente. La sfida sin dall'inizio era di dare l'impressione che fosse tutto molto reale. È stato straordinario poter lavorare con gli attori e con gli artisti visivi che hanno contribuito enormemente alla riuscita del film.

Sei anche riuscito a portare l'armonia nella galassia di Star Wars e in quella di Star Trek. In pratica sei arrivato là dove nessun uomo era giunto prima
L'obiettivo era di trovare un punto d'incontro tra queste due realtà. Star Wars è sempre stato eccitante, divertente, ma era decisamente "tanto tempo fa in una galassia lontana lontana", mentre Star Trek era più freddo, meno emozionale dal punto di vista narrativo e noi volevamo riuscire a portare sullo schermo entrambe le cose. Volevo fare un film che fosse emozionale e avesse l'elemento romantico che mancava a Star Trek. Tuttavia, non credo che si debba necessariamente amare un film piuttosto che l'altro. Si possono amare entrambi.

Stai già lavorando al sequel?
Non ne abbiamo ancora parlato. La speranza è che la gente apprezzi Star Trek e che a quel punto ci chiamino per un incontro, ma credo sia prematuro fare queste supposizioni ora che il film sta per uscire.

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