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Valérie – Diario di una ninfomane: amore, appetiti e altre catastrofi

A una settimana dall'uscita in sala, fa già discutere il Diario di una ninfomane di Christian Molina, tratto dal romanzo omonimo di Valérie Tasso.
di Marzia Gandolfi

Valérie y el sexo
Belén Fabra (46 anni) 3 novembre 1977, Tortosa (Spagna) - Scorpione. Interpreta Valérie nel film di Christian Molina Valérie - Diario di una ninfomane.

venerdì 24 aprile 2009 - Incontri

Valérie y el sexo
Valérie è una giovane donna che cerca l'amore e scopre il sesso con uno, due, tre, dieci, cento uomini. Nipote di una nonna affettuosa e sposata a un solo uomo, Valèrie scopre il suo posto nel mondo frequentando letti borghesi, amanti appassionati, uomini inibiti, stranieri impetuosi e fidanzati paranoici. Trasposizione pruriginosa dell'omonimo romanzo di Valérie Tasso e annunciato come film-scandalo, Diario di una ninfomane è un filmetto per voyeurs incalliti e poco esigenti, mediocre sul piano narrativo e dello sviluppo drammaturgico. Promette di essere uno straordinario compendio di sapere filosofico e di genere (femminile) e finisce per essere soltanto un manuale semplificato per pratiche sessuali. A Roma per presentare il film, Valérie Tasso e il suo alter ego finzionale, l'attrice Belén Fabra, ci raccontano la sessualità femminile, le sue rivoluzioni, i pregiudizi e le censure.

L'utero è mio e lo gestisco io
V alérie Tasso: Non mi piace mai associare sesso e violenza, significherebbe esprimere un giudizio morale ed è esattamente quello che ho evitato di fare col mio romanzo. Volevo togliere la morale e i cliché all'argomento sesso, perché il sesso è innanzitutto un valore e mai un problema. Io invece ho la spiacevole sensazione che quando facciamo educazione sessuale tendiamo a trasmetterlo come tale, non parliamo poi della censura che non dovrebbe mai intervenire su questa questione. Invece lo ha fatto di nuovo e questa volta col nostro film. Diario di una ninfomane è un film drammatico che presenta un frammento della vita di una giovane donna, un film che parla del potere e del controllo che gli uomini pretenderebbero di avere sulla sessualità femminile. Ma i miei genitali appartengono a me e non allo Stato, io posso decidere come disporne, io ho la libertà di farne quello che voglio.

Affiche e censura
V alérie Tasso: Trovo assurdo che nel 2009 vengano ancora censurate scene di sesso ma ancora più assurdo che si censuri una locandina e questo soltanto perché sull'affiche appare la parola ninfomane, mi chiedo allora il perché non la tolgano dal dizionario, non sarebbe più coerente? Vi sembra logico che si trovi fuori luogo una locandina in cui una donna indossa un paio di mutandine e si taccia sulle donne che ogni giorno appaiono nude per la pubblicità di questo o quell'altro prodotto? Questa è ipocrisia. Il vero problema è che questo film disturba perché è un autentico attacco al coitocentrismo.

Capovolgere i ruoli
V alérie Tasso: La sessualità si basa fondamentalmente su tre pilastri: il coitocentrismo, il fallocentrismo e la coppia. Ora quello che il mio libro prima e il film dopo hanno cercato di fare è capovolgere questa visione imperante. Il titolo è chiaramente ironico e vuole denunciare l'ordine sociale esistente, superare il concetto della donna desiderabile e approdare a quello più interessante della donna che desidera. Mi rendo conto che questo passaggio è destabilizzante e di forte impatto per una società ancora patriarcale, ma tanto è. Con queste mie parole non voglio accusare gli uomini, a me gli uomini piacciono, sono certamente una femminista ma moderata non radicale, propongo soltanto di invertire i ruoli ma forse neanche questo sarebbe poi così corretto. Dobbiamo smetterla di educare all'astensione dal vivere. Io sono fautrice della libertà individuale.

Interpretando Valérie
B elén Fabra: Sono stata molto felice di partecipare a questo film nonostante le polemiche che lo hanno accompagnato in Spagna, specialmente a Madrid, e adesso anche in Italia. Per preparare il mio personaggio ho lavorato molto con il regista e con Valérie, che già conoscevo e che avevo avuto molte volte occasione di vedere in televisione. La cosa su cui tutti e tre siamo stati subito d'accordo è che io non dovessi in alcun modo imitarla, avrei finito per deformarla. Era piuttosto nostra intenzione comunicare l'essenza della sua persona e della sua esperienza.

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