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Focaccia Blues: Slow Food Nation

La storia di una focaccia casereccia che sconfisse il colosso hamburger e fece trionfare i sapori naturali.
di Edoardo Becattini

In difesa delle tradizioni alimentari
Renzo Arbore (Lorenzo Arbore) (86 anni) 24 giugno 1937, Foggia (Italia) - Cancro. Interpreta Foggiano nel film di Nico Cirasola Focaccia Blues.

martedì 7 aprile 2009 - Incontri

In difesa delle tradizioni alimentari
Se l'uomo è davvero ciò che mangia, allora l'individuo moderno, nato nel culmine della civiltà industriale e cresciuto nell'era del fast food, che cos'è? La risposta hanno già provato a fornirla a modo loro Morgan Spurlock, che in Super Size Me è diventato egli stesso "fast food man" sottoponendosi ad una dieta quotidiana da McDonald's per un mese; e Richard Linklater che con Fast Food Nation ha trasformato in una storia per il grande schermo un libro-inchiesta di Eric Schlosser sull'espansione economica e territoriale dei fast food americani nel mondo. A dare una differente risposta ci provano adesso un regista italiano, Nico Cirasola, (anch'egli a suo modo esponente di una certa controcultura popolare, proprio come Spurlock e Linklater), un giovane produttore intraprendente, Alessandro Contessa, e una piccola ma vera storia proveniente dall'entroterra pugliese. Quella che riguarda una semplice panetteria di Altamura che nel giro di pochi mesi fece chiudere per fallimento un grande McDonald's appena inaugurato in città. Non una grossa perdita per il colosso del fast food americano, ma senza dubbio un enorme vittoria per la Leonessa di Puglia e per tutti quegli strenui difensori dell'alimentazione genuina e della salvaguardia etno-gastronomica come Onofrio Pepe, il giornalista che sta dietro a tutta l'impresa di Focaccia Blues. Impresa che non disdegna di coinvolgere al suo interno fiction e documentario, road movie e interviste, attori professionisti come Lino Banfi, Michele Placido, Renzo Arbore e altri meno più improvvisati come Nichi Vendola, tutti elementi ben impastati e amalgamati all'interno di questa sapida focaccia.

Come nasce l'idea del film?
Alessandro Contessa (produttore e ideatore del film): Qualche tempo fa incontrai il giornalista Onofrio Pepe al salone del gusto di Torino, che mi raccontò per la prima volta la storia della focacceria di Altamura. Questa storia mi colpì così tanto che decisi di approfondirla.
Nico Cirasola (regista): E mentre loro stavano "impastando" il progetto del film a Torino, io stavo a Murgia a non far niente. Non che fossi in un momento di depressione, è che a me piace l'ozio, lo trovo salutare. Lo preferisco al "negozio" che governa questi tempi con ritmi frenetici e principi di solo profitto. Questo stesso film nasce dall'ozio, dal concetto positivo di ozio: è stato molto faticoso realizzarlo (ci sono voluti più di due anni), ma tutto è stato ispirato ad una filosofia della lentezza. Come film, non ha la pretesa di cambiare niente, solo la voglia di strappare un sorriso e far riflettere soprattutto il pubblico dei più giovani sulla possibilità di scegliere fra la naturalezza e l'artificialità.
A. Contessa: È un film pensato per un pubblico ampio e di diverse età. Il fatto che sia così fortemente strutturato sul territorio e su artisti e personaggi dell'entroterra pugliese è in realtà una scelta che poggia sulla frase chiave del film, e che è un messaggio universale: "Abbiamo già tutto quello che ci serve per vivere meglio...basta sceglierlo!".

Come avete sviluppato le varie parti del film?
Alessia Lepore (sceneggiatrice): Per me si è trattato del primo film come sceneggiatrice e devo dire che non è stato facile legare assieme le due storie principali del film: la storia di pura finzione del fruttivendolo innamorato e della donna attratta dallo straniero sulla Corvette gialla con quella tratta dalla realtà e dall'esperienza della panetteria dei Digesù. L'idea da cui siamo partiti non era quella di fare un film "contro" (contro McDonald's, contro la globalizzazione), ma un film "pro", per la difesa della diversità culturale e la possibilità di scegliere quel che siamo e quel che si vuol mangiare.

L'esperienza di Arbore come attore
Renzo Arbore: Questa è la mia seconda esperienza con Cirasola. Circa vent'anni fa avevamo fatto insieme il film Odore di pioggia, un'esperienza molto piacevole perché anche lì dovevo interpretare la parte di un pugliese fiero e campanilista, un tipo di personaggio che trovo molto divertente. Io non sono affatto campanilista, ma con Lino Banfi ci divertiamo sempre a prenderci in giro sui nostri paesi d'origine. Lui è di Canosa di Bari ed io sono nato a Foggia, così ogni volta che ci incontriamo finiamo subito a disquisire su argomenti che partono dai massimi sistemi ed arrivano sempre a parlare di cibo. Il cibo è infatti una componente fondamentale delle conversazioni fra pugliesi ed è divertente come Focaccia Blues faccia emergere proprio questo amore della Puglia per il cibo della sua terra. Forse in nessun'altra regione sarebbe stato possibile fare un film di questo tipo, interamente pensato su un argomento alimentare.

Perché girare una storia sulla focaccia pugliese anche negli USA?
Onofrio Pepe (giornalista e ideatore del film): Mentre sviluppavamo idee per il film, io e Nico ad un certo punto siamo giunti alla conclusione che fosse doveroso girare una parte girata negli Stati Uniti, la patria dell'hamburger. E appena giunti a New York decidemmo di dar vita ad una forma di protesta simbolica: occupare un McDonald's così come il McDonald's tenta di occupare il mondo intero. Abbiamo così invaso un McDonald's proponendo ai clienti l'alternativa delle nostre focacce pugliesi non per compiere un'operazione ideologica contro la cultura americana, ma per far conoscere agli americani una cultura mediterranea ai più sconosciuta. E la nostra iniziativa ha avuto un tale successo da arrivare a colpire perfino il neo-Presidente Barack Obama, al quale abbiamo dato tutto il nostro appoggio per la sua campagna elettorale. E se oggi ha deciso con la moglie Michelle di piantare un orto alla Casa Bianca è sicuramente anche merito nostro! Dobbiamo essere consapevoli che la difesa del patrimonio locale è qualcosa che si riflette sulla struttura globale della società.

Le location del film sono una componente fondamentale dal punto di vista visivo
N. Cirasola: Il territorio della Murgia è il nostro Grand Canyon. Fin da ragazzo, amando molto i film americani, mi ero sempre interrogato sulla somiglianza fra la mia terra e quella che vedevo in molti film su grande schermo. Penso che la possibilità di poter valorizzare le potenzialità della Murgia sia anche uno dei motivi per i quali ho deciso di diventare un regista.

Come mai coinvolgere tante personalità, fra cui il governatore Nichi Vendola?
N. Cirasola: È bello poter coinvolgere i politici in un progetto di cinema e poter così spogliarli dei loro abiti ufficiali. Ci piaceva l'idea di trovare una scena nello spazio della finzione per una personalità così presente e attiva per il nostro territorio come Nichi Vendola, che si è prestata volentieri a collaborare al progetto. Poi sta a voi giudicare se sia stato anche un bravo attore...

Che peso ha avuto l'utilizzo di nuove strategie di comunicazione come Facebook?
A. Contessa: Il cinema indipendente deve essere molto abile anche a lavorare coi nuovi strumenti della comunicazione e a sfruttarne tutte le numerose potenzialità. Per la nostra distribuzione l'apporto di Facebook è stato fondamentale, in quanto lavorando con due persone addette in maniera esclusiva alla costruzione di una social network, siamo riusciti a formare un grosso pubblico potenziale, fatto di "amici" sinceri che credono nel nostro progetto e che non vedono l'ora di poter vedere il film.

Cosa rappresenta quel "blues" in Focaccia Blues?
R. Arbore: Il blues è una musica che nella città di Chicago, che per l'appunto è anche il luogo dove è sorto il primo ristorante McDonald's della storia. Ma il blues rappresenta anche un mood, un atteggiamento del tutto peculiare legato soprattutto ad una malinconia struggente, ad una nostalgia ed una tristezza che è tipica dei neri del profondo sud americano, del "Deep South", e un po' anche della Puglia.

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