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Cenci in Cina: un film made in Prato

Prodotto da un gruppo di imprenditori tessili, un film sulla crisi economica.
di Paola Monticelli

Opera prima di Marco Limberti
Alessandro Paci (59 anni) 21 dicembre 1964, Firenze (Italia) - Sagittario. Interpreta Vittorio Pelagatti nel film di Marco Limberti Cenci in Cina.

venerdì 27 marzo 2009 - Incontri

Opera prima di Marco Limberti
Un'azienda tessile di Prato alle prese con la crisi economica e l'avvento degli occhi a mandorla. Due imprenditori stravaganti dovranno escogitare un piano tutto da ridere per non cadere sotto la trappola di un'affascinante industriale cinese. Questo il succo di Cenci in Cina, un film interamente made in Prato, prodotto da un gruppo di veri imprenditori tessili con il vizio del cinema, che ritrova dietro la macchina da presa Marco Limberti alla sua opera prima sul grande schermo dopo il successo in televisione con Love Bugs. Il cast tutto toscano, tra esordienti e volti noti, ha come protagonisti Alessandro Paci a Francesco Ciampi e l'ex gieffina tutto pepe Man Lo.

Il film non corre il rischio di essere troppo legato alla realtà pratese e che risulti troppo difficile per chi non è toscano?
Marco Limberti: Il rischio c'è. Tutto il progetto è nato come qualcosa di fortemente locale, ma poi è cresciuto giorno dopo giorno, l'appetito vien mangiando, e quando abbiamo avuto tutti i più grossi nomi toscani nel cast, abbiamo pensato che potesse andare oltre i confini locali, infatti abbiamo deciso di non esagerare troppo con il dialetto toscano, per esempio. L'ispirazione resta legata al territorio, ma tutti si possono divertire con questa storia, vedremo come sarà accolto.

C'è una sorta di preveggenza nel film riguardo al tema della crisi del settore tessile?
Marco Limberti: Diciamo che c'è stata una felice coincidenza tra quello che è raccontato nel film, che è collocato in un tempo e soprattutto un luogo preciso e quello che sta succedendo nella realtà.

Francesco Ciampi: Il film per certi versi è profetico, ma in realtà il problema della crisi di questo settore a Prato è iniziata alcuni anni fa. Solo oggi se ne parla come un fenomeno globale, ma noi a Prato l'abbiamo avvertito prima. Comunque la cosa bella di questo film è che scrivendo la sceneggiatura si aveva la sensazione che ogni personaggio, appena scritto, era già lì; è stato tutto molto naturale, già mentre si scriveva era tutto definito.

La soluzione al problema che avete scelto nel film può essere valida anche nella realtà?
Marco Limberti: Noi abbiamo trattato un problema che è reale, la crisi economica è vera, ma lo abbiamo fatto un po' alla Walt Disney, il film è una commedia, quindi non siamo andati molto in profondità ma nel film, con il tipo di tono che si mantiene, questa soluzione funziona e segue una logica, se vogliamo, molto elementare, cioè l'imprenditrice cinese mette i soldi, compra i muri, ma mette dentro quelli che hanno le idee e la creatività altrimenti l'azienda non funziona. La signora Lì stessa è un po' una forzatura, sarebbe difficile trovarla nella realtà, lei rappresenta dieci, venti industriali cinesi che ci sono a Prato che in realtà sono tutti uomini. Io, personalmente, ho conosciuto due facce della Signora Lì nella realtà, una è un imprenditore cinese di trent'anni e l'altra è sì una donna, ma più grande, e specializzata più nel settore della ristorazione che del tessile. Ma credo che come soluzione funzionerebbe anche nella realtà.

Nel film c'è anche un po' di autocritica riguardo alla situazione dell'industria pratese?
Marco Liberti: Nel film si generalizza un po', perché bisogna farlo, però si intuisce che gli industriali del dopoguerra, i nonni dei nostri protagonisti, si davano da fare molto di più perché era tutta un'altra generazione. Oggi gli industriali pratesi, non tutti per fortuna, sono anche come Pelagatti, tutti macchine e belle donne; purtroppo molti di loro si sono trovati già tutto pronto e sono anche meno preparati delle generazioni passate ad affrontare le difficoltà. Senza nulla togliere alle generazioni di oggi, ma sono gli industriali del dopoguerra che hanno creato la ricchezza a Prato. In generale tutti gli aneddoti che riguardano i nonni, nati dalle memorie di Betti, sono assolutamente veri.

Nel film ci sono molte citazioni importanti del cinema toscano, soprattutto un riferimento a Francesco Nuti. È stata una cosa studiata?
Marco Limberti: Sì, nel film c'è un omaggio a Francesco Nuti a partire dai titoli di coda che sono accompagnati da una canzone che ci ha regalato Francesco dal titolo "Tutt'amore".

Francesco Ciampi: Anche il personaggio del Magnifico è proprio una citazione al film Madonna che silenzio c'è stasera con Francesco Nuti. Il Magnifico, rispetto al film di Francesco, è rimasto a Prato, è diventato il portiere della ditta Gobbotex. E poi c'è anche il Buggiani, che è il giardiniere a cui Armando chiede informazioni nella villa della Signora Lì, così come gli altri attori che interpretano i soci della Gobbotex. Girando un film a Prato e cercando degli attori capaci di far ridere, per forza di cose, si finisce a lavorare con certe persone, che sono bravissime anche se di mestiere fanno altro e non gli attori.

Alessandro, il regista Marco Limberti ti ha mai trattato sul set come nella scena iniziale del film in cui devi girare uno spot per la tua azienda e il finto regista ti tratta male, dicendoti che non sei bravo?
Alessandro Paci: Quella scena lì l'abbiamo girata l'ultimo giorno perché a Marco gli è venuta l'ispirazione dopo avermi massacrato per tutta la durata delle riprese!

Marco Limberti: Non è vero, in realtà io gli dicevo sempre che doveva fare quello che salta addosso alle donne e lui non ha avuto la minima difficoltà, come potete immaginare, anzi lo dovevo frenare! Lui alla fine del film ha dovuto de-pelagattizzarsi!

Alessandro Paci: no in realtà mi sono divertito tantissimo con questo personaggio!

Barbara Enrichi: Anche io mi sono divertita molto in questo progetto e soprattutto sono molto contenta che ci sia stata questa cordata di imprenditori che hanno voluto investire in un progetto cinematografico come questo, è un'operazione intelligente. Non credo, sinceramente, che il tema trattato sia solo una questione regionale. Io, che ora vivo a Milano, ho trovato persone che lavorano nel settore tessile che hanno gli stessi problemi che hanno a Prato. E' un film che può diventare nazionale.

Com'è stata scelta Man Lo Zhang per il ruolo della protagonista?
Marco Limberti: In realtà non è stato facile, tutti i ruoli erano stati assegnati, ma dopo due mesi ancora non avevamo trovato la protagonista. E' stata una ricerca lunga, ho visionato tantissime cassette proveniente da Hong Kong, e abbiamo pensato anche ad alcune ragazze che avevano già lavorato nel cinema italiano con Olmi per esempio, ma alcuni collaboratori ci facevano notare che erano giapponesi e non andava bene. E alla fine abbiamo incontrato Man Lo. Le abbiamo fatto fare tre provini, il risultato lo giudicherete voi, ma di sicuro per me è stata convincente.

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