Medici in prima linea
È proprio così le serie televisive del genere medical hanno preso possesso dell'audience e dell'interesse del pubblico, con il loro pathos ospedaliero e le vicende personali. È inutile negare che l'invasione di bisturi e chirurghi, che ha sempre avuto un grosso appeal sul grande pubblico fin dagli albori del mezzo televisivo (il Dr. Kildare è dei primi anni '60), oggi abbia raggiunto il proprio apice, per cui viene spontaneo domandarsi chi per primo, nella nuova frontiera del genere, sia entrato in corsia, fra casi disperati e piccoli incidenti, e chi invece stia sviluppando e innovando cercando l'unione e la commistione di generi diversi.

Le origini
Il 1994 è stato un anno importante per il piccolo schermo. Michael Crichton, che già aveva scritto e diretto nel 1978 Coma profondo, ha dato origine a E.R., cambiando le regole delle tv series, grazie anche all'apporto di Steven Spielberg e della sua casa di produzione. E.R., infatti, che Crichton aveva già pensato negli anni '70, vede la luce. Lo scrittore lo aveva pensato grazie anche alla sua esperienza in un Pronto Soccorso, osservando come le persone, in una situazione al limite fra vita e morte, dolore e sollievo, diventassero amici e confidenti nel tempo di un attimo, e come medici e paramedici fossero invece influenzati dalle proprie vite private. Il vero driver non era quindi l'emozione, ma la quotidianità.

Le novità
La grande innovazione di E.R. è stata quella di definire l'ospedale come un micromondo, un piccolo ambiente relativo in cui tutto accade, tutto vive, tutto muore. Indissolubilmente professionale e personale si fondono e influiscono l'uno sull'altro, dando origine alle singole storie. Le situazioni che si creano sono quelle che ognuno di noi vive, unite al voyeurismo malato che ci fa interessare del dolore degli altri. L'ospedale è quindi un sinonimo di vita, e noi ne siamo osservatori e testimoni.

La terminologia
Ostetoscopio, disinfettante, elettrocardiogramma con l'avvento di E.R., sono divenute parole da medico della mutua (senza offesa alla categoria). Oggi termini come intubare, ematocrito, edema, sono sulla bocca di tutti e questo grazie al telefilm. E.R. ha introdotto la medicina dei grandi, degli esperti, dei chirurghi, per fare entrare lo spettatore in qualcosa che non conosceva, e dargli la sensazione di essere un allievo, come i praticanti di Grey's anatomy. Ad ogni puntata si impara qualcosa. La reiterazione di queste parole le fa poi entrare nella normalità, facendoci provare la sensazione, a noi che osserviamo, che potremmo essere tranquillamente al posto del Dr. Green e del Dr. Ross. È interessante poi constatare la strategia di product placement (l'inserire prodotti all'interno di un programma televisivo o di un film per fare pubblicità) nel momento in cui si cita questo o quel medicinale. Mai sentito parlare dell'Ancef?

I personaggi
Il primo e più amato in E.R. è stato sicuramente il Dr.Ross, alias George Clooney. Per la sua bellezza, per il suo fascino, per la sua dolcezza dovuta anche al fatto che in ospedale si occupava di ostetricia. In ogni caso è il Dr. Green che ha percorso la serie in lungo e in largo. L'umiltà, la posizione di chirurgo esperto con una grande carriera davanti, i suoi mille problemi, le sue numerose ma intime relazioni, lo definiscono come un uomo qualunque e come Virgilio, illustratore di tutto ciò che accade in ospedale. Poi ci sono stati il Dr. Carter, Luka Kovac e il Dr. Pratt. È indubbio che lo spettatore sia stato affascinato da Ross, incuriosito da Carter, ma segua Green. È lui l'anima di E.R..

L'influenza della serie
E.R. in America è giunta oggi alla 15esima e ultima stagione (nell'ultimo episodio parteciperà George Clooney come special guest) e nel momento in cui si concluderà chiuderà un capitolo di televisione. E.R. è stata la prima serie corale di nuova generazione, e anche una delle più longeve. Ha appassionato milioni di spettatori di tutto il mondo, ha creato una star come Clooney, e ha riportato gli ospedali a essere nuovamente il teatro di vita più appassionante della televisione. Noi i medici di quell'ospedale ce li ricorderemo. Per lungo tempo.