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Asia Argento, timida e selvaggia

Nella veste di attrice e regista Asia Argento incontra il pubblico al Festival di Roma.
di Gabriele Niola

Una piccola diva italiana
Asia Argento (Asia Aria Maria Vittoria Rossa Argento) (48 anni) 20 settembre 1975, Roma (Italia) - Vergine.

martedì 20 ottobre 2009 - Incontri

Una piccola diva italiana
È una piccola diva italiana per noi di Extra" dice Mario Sesti nell'introdurre Asia Argento e non sbaglia perché per una sezione che si propone di esplorare tutte le dimensioni del cinema, una personalità come quella di Asia, che spazia dalla recitazione (fin da quando ha 9 anni), alla regia, alla videoarte, alla letteratura in diversi paesi d'Europa e poi anche in America, è un punto ineludibile. E non a caso quest'incontro arriva dopo un lungo corteggiamento e alcuni rifiuti alle edizioni degli anni passati.
Per l'occasione è stato proiettato anche OneDreamRush, mediometraggio composto da cortometraggi di diversi autori, ognuno della durata di 42 secondi, nel quale tra i nomi illustri (Lynch, Ferrara, Anger, Sigismondi…) compare ovviamente anche quello di Asia Argento con un'opera sui transessuali.
Dopo la proiezione arriva la consueta chiacchierata con Mario Sesti e poi le domande del pubblico. Asia ci tiene a rimarcare da subito il suo carattere timido e, nonostante le consuete impennate di carattere e la voglia di mettere a disagio l'intervistatore stesso, l'imbarazzo dell'attrice finisce per emergere.

I punti cardinali della carriera di Asia
L'attenzione di Asia viene subito catturata da una parola usata per definirla: selvaggia. "Si, più che ribelle, dark o le altre cose che solitamente mi dicono, trovo che selvaggia si adatti meglio al mio carattere, ha un che di giovanile e libero. In effetti i miei sono stati anni un po' selvaggi, almeno quelli in cui ho cominciato a capirmi attraverso il cinema. Sceglievo di interpretare sempre ruoli all'estremo, selvaggi e borderline perché li reputavo i più divertenti, a vent'anni non volevo ruoli da brava ragazza borghese, ed essendo una timida che sta sempre in casa, nei film volevo essere forte e fare cose divertenti. Però mentre i ragazzi della mia età cercavano se stessi in discoteca io lavoravo e non è stato un percorso sempre sereno e luminoso".
Sul set dall'età di nove anni, arriva a un ruolo da protagonista a 11, sul set di Cristina Comencini per Zoo: "L'incontro con Cristina mi ha insegnato a dimenticare la sceneggiatura e avere un senso del dovere perché il film è un lavoro di gruppo e ognuno deve fare qualcosa. Questa è la grande differenza tra i set europei e quelli americani, da noi ognuno dà una mano e se è necessario fare le cose in fretta anche io mi metto a spostare le casse degli elettricisti, lì se lo fai gli elettricisti vengono licenziati a causa dei loro sindacati".
Poi a 16 anni arriva un altro momento molto importante sia personalmente che professionalmente ovvero l'incontro con Michele Placido in Le amiche del cuore: "In quel momento ho capito che questo sarebbe stato il mio mestiere. Certo ci sono stati anche momenti diametralmente opposti" come ad esempio qualche anno prima sul set di Palombella rossa con Nanni Moretti e la sua proverbiale esigenza sul set: "Lì pensai che non era un mestiere per me, Nanni mi faceva fare le scene 80 volte e per tre anni non feci più film. Lui cercava una perfezione che secondo me non può esistere ma trovo comunque giusto assecondare la ricerca di un regista".
Fin qui gli incontri postivi ma come sappiamo dalle cronache ce ne sono stati, anche recentemente, di negativi: "Come si dice in Faust "Il diavolo è la forza che vuole il male ma sempre il bene fa". Uno come Abel Ferrara ha tirato fuori i lati peggiori di me sul grande schermo, poi io nella vita mi sono trovata incastrata in quei personaggi estremi che interpretavo senza che mi somigliassero davvero".

Una donna alla regia
Il cinema è nel sangue della famiglia Argento, non solo il padre Dario, la punta di diamante, ma anche una schiera di cugini, nonni e parenti, fotografi, produttori, costumisti e via dicendo. E Asia girava sempre intorno a quell'ambiente: "Guardavo sempre i film sui primi Betamax, specie quelli di mio padre perché mi piacevano tanto gli horror, lì mi sono innamorato del cinema ma più che altro volevo scrivere. Infatti i miei genitori mi dissero che non potevo fare l'attrice, che era meglio che tentassi di essere una regista perché gli attori sono gente tremenda. Così l'ho sempre fatto cercando di non essere una persona tremenda".
Ad un certo punto però ha ceduto alle lusinghe dei parenti: "Si è stata un'esigenza perché avevo una storia e volevo raccontarla. Mio padre mi spingeva molto e io mi rifiutavo fino a che, appunto, non è arrivata la storia, di Scarlet Diva, avevo 23 anni ed ero convinta che dovevo assolutamente farlo. Fu un film molto piccolo ma dalla vita molto lunga. Era il primo film in Italia fatto in digitale".
Quando però gli viene chiesto perché la figura della donna regista sia così inusuale Asia si accende: "Eh perché?? Perché per lo stesso mestiere un uomo è pagato più di una donna? Perché su 100 registi uomini c'è una donna? Io non lo so perché, se lo chiedono in molti e ci sono anche libri molto interessanti sulla materia. Io di tanti registi con cui ho lavorato erano quasi tutti uomini. Io stessa da regista volevo avere quasi solo donne nel reparto tecnico ma non trovavo un direttore della fotografia donna".

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