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5x1: Sergio Castellitto, l'erede

L'attore romano continua la lunga tradizione di eclettismo del cinema italiano.
di Stefano Cocci

Ancora una performance in Tris di donne & abiti nuziali
Sergio Castellitto (70 anni) 18 agosto 1953, Roma (Italia) - Leone. Interpreta Franco Campanella nel film di Vincenzo Terracciano Tris di donne & abiti nuziali.

martedì 15 settembre 2009 - Celebrities

Ancora una performance in Tris di donne & abiti nuziali
Attore, scrittore, regista, icona del cinema italiano in patria e soprattutto all'estero. Sergio Castellitto è giunto a una dimensione di grandezza che non riesce pienamente a rappresentarne l'influsso sull'intero panorama artistico nostrano. Sì, perché l'attore romano riesce, come pochi, a riempire di sé il grande schermo e a caratterizzare una pellicola con la propria personalità anche se, in fondo, il suo segreto è l'eclettismo, la capacità di calarsi in qualsiasi ruolo mimetizzandosi tra le pieghe del copione. Ciò vale dentro ma anche fuori l'inquadratura. La moglie Margaret Mazzantini deve aver affinato anche altre doti dell'attore, scrittore a sua volta e soprattutto regista, considerando che proprio nell'adattamento dei film della consorte è riuscito a tirare fuori il meglio. È stato così per Non ti muovere, sarà lo stesso per Venuto al mondo, il libro della Mazzantini che ha recentemente vinto il Campiello e che Castellitto porterà al cinema.
In questi giorni è nelle sale con Questione di punti di vista e Tris di donne & abiti nuziali, ma l'attore romano di origini molisane è stato accolto anche ad Hollywood, con la mega produzione de Le cronache di Narnia: Il principe Caspian, mentre in Francia è di casa.

Persepolis
Un'anomalia per un attore italiano: rinunciare alla fisicità, all'espressività del volto per concedersi completamente solo in voce, nell'interessante "fumetto animato" di Marjane Satrapi. Così Castellitto, letteralmente idolatrato in Francia, decide qui da noi di doppiare il padre della protagonista, per un altro esempio di cinema di impegno che non necessariamente rappresenta un'opera di stampo campanilistico. Così, il fumetto in cui la Satrapi raccontava la propria adolescenza tra droghe e sogni ascetici diventa un film che racconta un paese da parecchio tempo sulla bocca di tutti. Castellitto dà spessore ad un moderno genitore ed è uno dei valori aggiunti della pellicola.

Non ti muovere
Se Il regista di matrimoni è stata la consacrazione del Castellitto attore, è il film tratto dal romanzo della moglie Margaret Mazzantini che ha convinto tutti che Sergio poteva essere anche un grande regista. Non sbaglia nulla, coglie in pieno lo spirito dell'opera – come potrebbe essere diversamente? - e crea non solo un bel film ma aiuta i suoi attori a dare il meglio. Non è un caso che Penelope Cruz e Claudia Gerini siano state apprezzatissime dalla critica. Castellitto si toglie anche la soddisfazione di una torrida scena di sesso con la bionda Gerini. Complimenti.

L'ultimo bacio
Nel bene o nel male, uno dei film - icona del cinema italiano dell'ultima, o penultima, generazione. Castellitto risponde presente. Nella grande prova corale diretta da Muccino (Gabriele, quello grande...in termini di età rispetto a Silvio) Sergio non manca di dare il proprio contributo, adeguandosi al gioco di squadra e rendendosi protagonista di un grande duetto con la Sandrelli. Insomma, ancora una volta dimostra di appartenere a una grande tradizione, quella dei Mastroianni, dei Tognazzi e dei Gassman, solisti e mattatori ma anche disponibili a "nascondersi" in un coro.
Stasera a casa di Alice
Due personaggi, Saverio e Filippo, che si richiamano direttamente alla grande tradizione italica di mariti succubi di mogli ricche, che non può non ricordare Totò e Peppino. Tragicomici, perchè dopo tante peripezie e aver rischiato di perdere casa, lavoro e famiglia si confesseranno di non aver nemmeno consumato il tradimento.
Un grande eclettico deve essere necessariamente un grande comico. Così accetta l'invito a cena dell'amico Verdone per una classica commedia degli equivoci, riletta in chiave moderna: i due mostri della "celluloide" nostrana si contendono Ornella Muti (quando questa era la donna più desiderata d'Italia, ndr, e poteva certo aspirare a di meglio rispetto a Verdone e Castellitto), in una carrellata di facce, emozioni e toni che non ha eguali. Caterina va in città
Virzì è maestro nei piccoli sottintesi che dentro una commedia rappresentano i punti di rottura di un personaggio o di un sistema sociale. Castellitto li impersona perfettamente e proprio nei 90 minuti della pellicola, crolla sotto i colpi di un sistema – Paese ingiusto che, insieme alla crisi familiare, finisce per finire sotto la lente di Virzì. Così, è il padre di Caterina, Giancarlo che torna nella sua città, con la figlia che è iscritta nella stessa scuola che lui frequentò trent'anni prima e il confronto con il passato lo distruggerà progressivamente, fino alla fuga finale.

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