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La critica e il pubblico: i nemici di sempre

Le contraddizioni tra i giudizi di critica e pubblico.
di Pino Farinotti

Stelle
George Clooney (George Timothy Clooney ) (63 anni) 6 maggio 1961, Lexington (Kentucky - USA) - Toro. Interpreta Everett nel film di Joel Coen, Ethan Coen Fratello, dove sei?.

lunedì 17 agosto 2009 - Focus

Stelle
La didascalia riferita al Farinotti&MYmovies è: "dalla parte del pubblico". Non significa essere dalla parte del botteghino, ma cercare una mediazione fra il gradimento di chi va al cinema e quello di chi lo critica. Un altro assunto è: un grande film non è mai proiettato in una sala troppo piena o in una troppo vuota, salvo eccezioni naturalmente, perché ci sono titoli da cinque stelle assolute, che mettono d'accordo critica e pubblico. Sono pochi, ma ci sono. Nell'era recente, sul Farinotti, ho attribuito solo due volte le cinque stelle, a Fratello dove sei? dei Coen e a La passione di Gibson. Il primo perché coniuga benissimo l'estetica e il linguaggio (e la prova d'attori) con vicenda e contenuti che partono da una base solidissima, quasi sacrosanta, addirittura l'Odissea, col supplemento davvero gradevole della musica country. Il secondo, pure nelle sue imperfezioni e inesattezze tangibili, è un intenso promemoria cristiano di storia e di dolore. Le "pluristelle" non hanno mai sfiorato i cosiddetti cinepanettoni o simili, oppure, sull'altro versante, certi film di culture lontane... Corea, Taiwan, India, Medio Oriente, che riproducono storie e stili che l'Occidente conosce magari da sessant'anni, e che seducono una fascia di critici che non... ricorda.

Mediazione
Per definire il concetto di mediazione porto un esempio attuale. Assodato, da parte mia naturalmente, che il "cinquestelle" è un ospite pressoché assente nel cinema contemporaneo, se esistesse un "4 stelle e mezzo" lo avrei attribuito a Mamma mia!, un film-prodotto... prezioso. Interpreti, storia, location, regia, musica: tutto di altissimo profilo, sappiamo. Si tratta di definire l'identità, cioè la proposta della gioia di vivere, della grande evasione, che è un'opzione primaria del cinema. Un altro titolo che "pesa" 4 stelle e mezzo è Le vite degli altri. Un film esattamente "opposto" a Mamma mia!, a cominciare...dalla gioia di vivere, inutile spiegare. Eccola la mediazione. Film opposti ma della stessa qualità.

Magazine
Il più importane magazine di cinema nazionale ha pubblicato la classifica dei cento film che più hanno incassato nell'ultima stagione. Cento sono molti, dunque, per questa tesi, stralcio i primi dieci. Il principio è comunque salvo. Ecco i titoli in ordine rispetto agli incassi. Al primo posto Madagascar 2. A seguire Natale a Rio, Angeli e demoni, Kung fu Panda, Il cosmo sul comò, Italians, Hancock, Twilight, Sette anime, Il curioso caso di Benjamin Button. Per un'indicazione utile, per evitare una lunga striscia di numeri, riporto il primo incasso, di Madagascar (oltre 25 milioni) e il decimo di "Benjamin" (oltre 10 milioni). C'è una logica. I codici del gradimento vengono tutti rigorosamente, impietosamente rispettati, salvo piccole eccezioni. La grande animazione non può non prevalere, del resto la qualità di Madagascar e del Panda è molto alta, per tecnica naturalmente e per contenuti, con storie e parabole pensate per i piccoli, ma intese anche dalle... due generazioni precedenti. Insomma tre target che vanno al cinema. La ditta De Sica-De Laurentiis è tradizionalmente da record di incassi. Natale a Rio, come gli altri, non è un film ma un prodotto simpaticamente becero inteso a far ridere in quel modo. Sappiamo. Ma il grande marketing, con relativi passaggi su piattaforme che farebbero tendenza –un Porta a porta per esempio- hanno di nuovo rubricato il titolo da prodotto a film. Dunque nessuno si imbarazza a vederlo e a parlarne.

Intelligenti
Col loro Cosmo sul comò Aldo, Giovanni e Giacomo si accreditano, ormai tradizionalmente, come modelli "più" intelligenti, un paio di categorie sopra i "panettoni". Buona mediazione fra botteghino e qualità. Italians è una commedia banale che punta su protagonisti che dovrebbero richiamare due generazioni, Castellitto e Scamarcio. Naturalmente è il giovane a "staccare" più biglietti, molti di più. Angeli e demoni è il naturale blockbuster predestinato. E' un titolo che può simulare cultura, per la sua radice "letteraria", e mai le virgolette hanno avuto una funzione più precisa e legittima. L'utente, magari lo stesso dei panettoni, vedendo il film acquisisce anche i contenuti del bestseller e può sempre dire di averlo letto, e può sfoggiare doppia famigliarità, con l'autore cartaceo e quello del film, Brown e Howard. Un inciso, Angeli e demoni è un buon film in assoluto, non lo era il suo predecessore Codice da Vinci, troppo parlato e compresso, costretto alla frenesia per inseguire il romanzo. Twilight è un altro prodotto studiato su molti dei codici che inducono la fascia più robusta e compatta, che sono i giovani, ad andare al cinema. L'amore fra una studentessa e un ragazzo che si rivela... un vampiro. Furbissimo.

Fenomeno
Hancock e Sette anime sfoggiano molte coccarde di successo popolare: il fenomeno Will Smith, storie con implicazioni mistico-fantasy: sentimenti, superpoteri, e inoltre l'effetto Muccino, un culto da noi, e una legittimazione altrove grazie al traino irresistibile da parte di Will. Anche qui grandi furbizie a grandi logiche. Illogico è invece Il curioso caso di Benjamin Button, che può senz'altro appartenere alla categoria "film d'autore" o "film di qualità". Un altro aggettivo pertinente può essere "difficile". Adattato da un racconto degli anni venti di Scott Fitzgerald – dunque non bestseller ma letteratura vera e nobile - è una storia metafisica, piena di metafore e con infinite chiavi di lettura. Non c'è dubbio che sarebbe un film da critica. Eppure si è rivelato, pure nei legittimi margini perché niente è assoluto, un film da pubblico. Non c'è logica. Invece la logica c'è, semplice e visibile: il divo Pitt, l'elemento in più, la dotazione che cambia le regole. Anche se il bellissimo Brad per gran parte del film è truccato e quasi irriconoscibile. Benjamin Button gradito dal grande pubblico è una bella anomalia e un'ottima notizia.

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