Advertisement
Storia 'poconormale' del cinema: l'Actor's, i grandi ribelli

Una rilettura non convenzionale della storia del cinema secondo Farinotti.
di Pino Farinotti

Puntata 19
Marlon Brando 2 aprile 1924, Omaha (Nebraska - USA) - 2 Luglio 2004, Los Angeles (California - USA).

venerdì 3 luglio 2009 - Focus

Puntata 19
Marlon Brando fu il manifesto del primo grande gruppo dell'Actor's Studio. È interessante un racconto di Elia Kazan, il suo "mentore" in un certo senso: "lo vidi per la prima volta sdraiato su una panca, dormiva pancia all'aria e aveva sul petto il libretto di Candida di Bernard Shaw." Significa che quelli dell'Actor's, anche in chiave di cultura, erano gente diversa rispetto alla tradizione del cinema di quel tempo. Dunque Actor's significava anche cultura, appunto. Perfetto per contenuti non convenzionali e rabbiosi, sarebbe stato Tennesse Williams. Il gruppo ne avrebbe fatto la propria occasione e piattaforma. Fra le grandi performance: Un tram che si chiama desiderio (Brando), La gatta sul tetto che scotta (Newman), La dolce ala della giovinezza (Newman), Improvvisamente l'estate scorsa (Clift). Nel 1987, Paul Newman, che non aveva più l'età per recitare in quel ruolo, fece Lo zoo di vetro da regista assegnando la parte di protagonista a John Malkovich.

L'odio
Ho più volte scritto "ribellione", in realtà un'altra delle parole indispensabili è "odio". Quel gruppo, odiava, decisamente. Naturalmente essendo "loro", quel sentimento non poteva essere semplice e univoco, l'dio era trattabile, c'era sempre la possibilità di redimersi, e poi, scenicamente, l'odio rendeva di più se partiva dall'amore. Perfetti per essere odiati erano i genitori. L'eroe dell'odio famigliare è James Dean. In Gioventù bruciata James non è capito dal padre (ma chi capiva James?) e i due si scontrano, anche fisicamente, e prevale il ragazzo, esile com'è, ma così pieno di odio, appunto. Nella Valle dell'Eden, James non sa niente della madre, gli hanno detto che è morta. Ma lui la cerca, e la trova che gestisce un bordello. Le urla tutto il suo odio mentre un "assistente" della madre lo riempie di botte. Non solo, ma si scontra anche col padre che preferisce l'altro figlio, più tranquillo, meno irrequieto e ribelle. James aggredisce Raymond Massey (che davvero si spaventò a morte) piangendo, urlando tutto il suo odio.
Paul Newman, in Nick mano fredda, ... perfeziona. È in un gruppo di detenuti che ripuliscono i bordi di una strada. Scoppia il temporale, tutti si rifugiano sul grande camion, al coperto. Nick, già arrabbiato di suo, rimane sotto la pioggia e se la prende ... col cielo. Un amico gli dice "non bestemmiare, altrimenti ti punisce". Nick alza gli occhi e le mani, invoca, platealmente, "va bene, punisci se ci sei" poi dice "sono qui, a parlare a nessuno". Ma l'eroe non poteva bestemmiare, così, alla fine (del film) chiede scusa "forse le occasioni me la hai date, e io non le ho colte." Ancora una volta era un ribelle, ma non estremo, non cieco, un ribelle con biglietto di ritorno.

Stili contro
Il continuo esercizio alla rabbia, quel sistema, così intenso e assoluto, portava quegli attori a scontrarsi sistematicamente coi loro colleghi di diverso metodo. Stili contro. Nel Gigante, Rock Hudson, attore "tradizionale", dichiarò successivamente che Dean rendeva la vita impossibile a tutti soprattutto a lui. "C'erano momenti che avrei voluto vederlo morto." C'è del grottesco, e del tragico in quelle parole, perché davvero, prima della fine del film, lo vide morto. Dean, a sua volta, sistematicamente, mandava... al diavolo Hudson appena poteva farlo, lo provocava. La tensione e il contrasto erano un nutrimento per chi praticava il sistema, e Dean nella lite era come un pesce nell'acqua. Non la spuntavi con lui. Lo scontro, il muro contro muro, era dunque un alimento che alla fine... faceva la fortuna del film. Divi antagonisti del gruppo erano spesso in difficoltà. Co-protagonista con Brando in Bulli e pupe era Frank Sinatra, che considerava una bestemmia che Brando cantasse. Quando canta "Yours Eyes..." Brando non ha certo la voce di Sinatra, ma... è Brando e dunque anche la canzone funziona. Vale il concetto del monologo di Marcantonio in Shakespeare. Brando imponeva comunque le sue regole. Sul set i due si ignorarono e alla fine Sinatra disse che mai più avrebbe fatto un film con quel cantante dilettante. Andò peggio a Glenn Ford che aveva il nome in cartello con Brando in Casa da tè alla luna d'agosto. Brando, che faceva la parte di un giapponese, lo fece impazzire per tutta la durata della produzione. Al naturale scontro fra primedonne si aggiungeva proprio quella differenza genetica artistica, Ford ne uscì con un esaurimento che lo tenne lontano dai set per un po' di tempo.

Esponenziale
Quando sul set, e non capitò quasi mai, c'erano due della stessa scuola era ancora peggio. L'antagonismo diventava esponenziale. Anche se non si incrociarono mai nel plot, Brando e Clift erano nel cast de I giovani leoni. Clift nella parte del soldato americano e Brando in quella dell'ufficiale nazista. Brando, che diceva sempre la sua, mai in sintonia col regista, alla fine deve morire. Decise che sarebbe morto legato a una croce. Effetto strepitoso, che avrebbe divorato tutte le altre performance. Clift, più silenzioso ma... più anziano, disse che se qualcuno in un film doveva morire su una croce quello sarebbe stato Clift. E la spuntò, Brando viene colpito a morte sull'argine di un ruscello e cade nell'acqua, anche se .... con grande effetto e teatro.

Botte
Connaturate allo stile Actor's erano le botte. Nel senso che... le prendevano. Non c'era film dove gli attori non si facessero picchiare a sangue. Paul Newman ha spesso il volto sfigurato. Ce l'ha in Lassù qualcuno mi ama, ma lì fa il pugile Graziano, e le botte sono istituzionali, ci stanno. Ma in Nick mano fredda affronta l'energumeno Arthur Kennedy, il doppio di lui, e si fa letteralmente massacrare. Cade e si rialza, cade ancora e si rialza, dieci volte. Col volto (quel volto) sempre più distrutto. Anche Brando è sfigurato in Fronte del Porto, mezzo morto viene rimesso in piedi per affrontare i criminali del sindacato. Esattamente come gli accade ne La caccia, dove è irriconoscibile con quella faccia sanguinante. Si rimette in piedi e affronta, traballante, i teppisti razzisti che hanno ucciso Robert Redford. Clift è irritante per come si fa picchiare, senza reagire in Da qui all'eternità, ne I giovani leoni e in Fango sulle stelle. Al gruppo piaceva prenderle, piaceva soffrire. Tyrone Power e Robert Taylor non li vedevi mai prendere botte. Le facce tumefatte le avevano i loro rivali.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati