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5x1: Mark Wahlberg, storia di un miracolato

Dagli esordi musicali fino al cinema, passando per un dramma sfiorato.
di Stefano Cocci

Rinunciò al suo posto sul volo United 93
Mark Wahlberg (Mark Robert Michael Wahlberg) (52 anni) 5 giugno 1971, Dorchester (Massachusetts - USA) - Gemelli.

martedì 25 novembre 2008 - Celebrities

Rinunciò al suo posto sul volo United 93
Quando la mattina dell'11 settembre 2001, Mark Wahlberg rinunciò al suo posto sul volo United 93 per presenziare al Toronto Film Festival, chissà cosa ha pensato. Soprattutto, è lecito immaginare cosa deve aver provato guardando le edizioni speciali di telegiornali e canali di informazione, quando il suo volo con il suo posto vuoto si è schiantato al suolo in Pennsylvania. L'ex ragazzo terribile di Boston deve aver pensato di avere i cosiddetti "santi in Paradiso". Un po' la stessa cosa che devono aver pensato i suoi genitori quando il fratelli Donnie, che faceva parte dei New Kids on the block, decise di dare un amano al fratellino che aveva più guai con la giustizia che denti in bocca e produrgli il primo album da rapper: Marky Mark fece furore all'inizio degli anni Novanta, fino a quando il suo caratteraccio e gli impulsi da strada non lo portarono ancora una volta fuori rotta. Così, Marky Mark scompare, lasciando Calvin Klein orfano sul suo affascinante testimonial ma, dopo qualche tempo, riemerge Mark Wahlberg deciso a diventare un attore. Il ragazzo riesce nell'impresa, tanto da aver fatto dimenticare i suoi trascorsi movimentati, essersi guadagnato una nomination all'Oscar nel pluripremiato The Departed con il suo sergente Dignam e oggi torna nelle sale con Max Payne, cine-gioco tratto da un videogame dal successo clamoroso.
Planet of the apes
Vestire i panni che furono di Charlton Heston non è stato senz'altro semplice per Wahlberg. Un po' quello che deve essere accaduto a Tim Burton, quando dovette affrontare l'enorme aspettativa costruita intorno alla sua rilettura di un classico della cinematografia di fantascienza a cavallo degli anni Sessanta e Settanta. Sicuro di sè e delle proprie doti, il regista americano chiamò Wahlberg, che all'epoca aveva alle spalle pochi film in cui aveva dato mostra di doti inusuali: un perfetto controllo ed un ineccepibile approccio al personaggio e alla sceneggiatura. Così, nelle controverse critiche e plausi seguiti al film, unanime è stato il riconoscimento di un Wahlberg sorprendente e misurato.
I heart Huckabees
Sorprendente è la prima parola che viene in mente pensando al film di David O. Russell. A suggerirlo non è solo la sceneggiatura originale e imprevedibile, solo un po' sopra le righe o verbosa, ma alcune interpretazioni che ci regalano alcuni "insospettabili". Jude Law è finalmente antipatico, Dustin Hoffman è autenticamente autistico e brillante allo stesso tempo, Naomi Watts sexy e sciocca mentre Mark Wahlberg è esattamente quello che non ti aspetti: iperverboso e iperattivo e, di tutto il ricco pacchetto che affolla il cast, è forse quello più efficace perchè veramente a suo agio in un ruolo non propriamente suo: dopo averlo visto per una vita fare il macho, il poliziotto o il teppista, per la prima volta si dà arie da intellettuale, o quasi.
The Departed
Il un film che si segnala per la splendida regia, per la sceneggiatura con i tempi giusti e soprattutto perfettamente adattata al nuovo contesto "bostoniano" rispetto all'originale coreano, e soprattutto per la prova magistrale offerta da Jack Nicholson, Leonardo DiCaprio e Matt Damon, non è stato facile per Matt Wahlberg farsi rispettare. Eppure la sua missione è stata completamente assolta: caratterizzare in maniera molto forte il suo sergente Dignam, dandogli una dignità ed una morale che sta di una spanna sopra a tutti gli altri personaggi. Non solo: all'ex ragazzo di strada Wahlberg spettano tutte le battute più forti e da duro, tanto da far impallidire anche Nicholson.
Shooter
Non è un grande film: gli manca l'originalità di un genere che, dagli anni Settanta, è stato vivisezionato. Però il dato fortemente positivo della pellicola di Antoine Fuqua è la prova ai limiti della perfezione di Mark Wahlberg, formalmente inappuntabile. Ha studiato, si è preparato e ci ha messo un po' del suo bagaglio da superduro – supermacho per condire il tutto. Così, forse è difficile ricordare le facce dei personaggi al suo fianco, ma Wahlberg ha conferito una nuova dignità alla definizione di "capro espiatorio" che fa pagare a tutti solo l'idea di metterlo in mezzo.
I padroni della notte
Quella con Joachim Phoenix sarebbe dovuta essere la coppia de I segreti di Brokeback Mountain. Poi, il passato controverso di omofobico di Wahlberg fece saltare la cosa e lo stesso Phoenix preferì dedicarsi al film su Johnny Cash. Così, i due si ritrovano nel film di James Gray fratelli, di sangue, che cordialmente si odiano e vivono su due sponde opposte della vita: uno fa il poliziotto (Wahlberg che dopo la prova con Scorsese torna ancora sul luogo del delitto), l'altro è il gestore di un locale al quanto equivoco. Tra i due, Robert Duvall, padre sullo schermo e genitore putativo nella vita professionale, vero mostro sacro che ancora una volta impartisce una lezione ai giovani leoni.

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