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In nome del figlio: una storia drammatica raccontata con delicatezza

Va in onda stasera su Raiuno la fiction diretta da Alberto Simone.
di Désirée Colapietro Petrini

Una storia autentica
Renato Quattordio Dolhacaray . Interpreta Gianluca nel film di Alberto Simone In nome del figlio.

domenica 16 novembre 2008 - Incontri

Una storia autentica
È il 9 Novembre 1992. Per Gerarda e Pino Sciortino, genitori di Gianluca, un bambino nel pieno della vitalità dei suoi dieci anni, è una mattina come tutte le altre. Ma solo apparentemente. Gerarda, infatti, ha da poco lasciato il figlio a scuola quando viene sopraggiunta da un'improvvisa e inaccettabile notizia: Gianluca è in coma irreversibile. Un'emorragia cerebrale devastante provocata dalla rottura di un angioma sembra spezzare per sempre la vita del loro unico figlio. La diagnosi dei medici, scettica e scientifica, non lascia speranze. Eppure, per quanto distrutti dal dolore, i genitori del piccolo, armati di quell'immensa forza che solo l'amore è in grado di provocare, decidono di combattere quel destino beffardo che si è loro scagliato contro. Finché, quaranta giorni dopo il terribile verdetto, alla vigilia di Natale, avviene l'imprevedibile: Gianluca si sveglia dal coma ripetendo le parole di una canzone che sua madre gli sta facendo ascoltare: 'Dimmelo tu cos'è' di Antonello Venditti.

Il coinvolgimento degli attori
"La storia di Gianluca tocca corde molto profonde e mantenere l'autenticità del dramma è stata la cosa più difficile. È una storia con un grandissimo contenuto spirituale nel quale ognuno di noi può proiettare qualcosa di se stesso", ha spiegato. "È stata un'esperienza straordinaria e sono grato alla famiglia Sciortino che, dopo 15 anni di tentativi da parte di altri, ha deciso di dare a me la possibilità di raccontarla". "Girare questo film è stata un'esperienza umana meravigliosa perché in ogni persona della troupe c'è stato sin da subito un coinvolgimento assoluto", ha raccontato Lorenza Indovina (Gerarda Sciortino). "La prima volta che ho incontrato Gerarda ne ho percepito subito la generosità, la schiettezza e l'essere straordinario. Ho cercato di essere il più sincera possibile senza imitarla. Quando, dopo aver visto il film, mi ha detto 'Sembravi me', è stata una soddisfazione immensa. La sua storia può dare speranza a chiunque viva delle esperienze analoghe o comunque a quelle persone che possono ritrovarsi a combattere delle malattie davanti le quali ci si può facilmente arrendere". Al suo fianco, nei panni del marito Pino, c'è l'attore catanese David Coco che di quell'incontro ha ricordato: "Quella sera ero particolarmente intimidito. Osservavo i silenzi di Pino, dai quali ho percepito un senso di sospensione. Pino, inizialmente, è un uomo molto vitale. L'incidente del piccolo Gianluca stravolge completamente il suo modo di essere: è un fermo immagine della sua vita. Come se improvvisamente fosse andato in apnea ed è stato questo che ho voluto portare nella mia interpretazione".

Il protagonista
Presente alla conferenza stampa insieme ai suoi genitori, Gianluca (che nel film viene interpretato da Renato Quattordio Dolhacaray) oggi è un ragazzo di ventisei anni che vive la sua giovinezza come tanti suoi coetanei. La vita l'ha segnato senza per questo annullare sogni e ambizioni. Tutt'altro. È un ragazzo posato, sensibile e determinato con un sogno nel cassetto: riuscire nel mestiere di cantautore. "L'esperienza che mi ha toccato da bambino ha cambiato, negli anni, la mia percezione e considerazione della vita. Se prima vivere mi sembrava una cosa normale, oggi so che non lo è affatto. Vivere in buona salute non è scontato. La vita consiste nell'integrità dei nostri sensi. Oggi che ce l'ho di nuovo in mano voglio riscattarmi e difenderla come l'unico bene che realmente mi appartiene. La musica, in questo, ha avuto un ruolo rilevante e posso dire che è stata l'unica amica che ho avuto. Fedele, sempre. Non come tanti amici che negli anni sono andati dileguandosi. Con la musica ci sono cresciuto. Ce l'ho sempre avuta vicino anche grazie al lavoro di mio padre (manager musicale, nda). È stata in grado di farmi rinascere, arriva direttamente al cuore. Da figlio unico quale sono, ho sempre cercato di evadere con la fantasia, scrivendo canzoni e sfogandomi nella scrittura. Non avrei mai immaginato che da una necessità per sopravvivere, questa, un giorno, sarebbe diventata l'attività che più di ogni altra cosa riesce a darmi un'emozione immensa".

Un racconto attuale
"La musica, la buona medicina e l'amore che lega noi genitori a Gianluca e Gianluca a noi, ci hanno portato a vincere la più dura delle battaglie", ha aggiunto sua madre Gerarda. "Il dolore, la solitudine, i silenzi di nostro figlio hanno portato noi a soffrire due volte: per noi e per lui. Se tutto ciò, attraverso questo film, potrà essere una cosa positiva per gli altri, ne saremo estremamente gratificati". E se da una parte è stato inevitabile da parte di alcuni giornalisti il riferimento all'imminente sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro, la ragazza di Bagnasco in coma vegetativo da 16 anni, i vertici della Rai hanno tenuto a precisare: "Il fatto che questo film vada in onda nei giorni della sentenza è assolutamente un caso. L'avevamo messo nel palinsesto da oltre un mese". "In nome del figlio non vuole essere né un film sul testamento biologico né tantomeno sull'eutanasia. È una grandissima storia umana tra una madre e un figlio", ha concluso il regista (genero di Nino Manfredi, per il quale ha vissuto a diretto contatto con i reparti di terapia intensiva). "Se alimenteremo polemiche, ci pentiremo di averlo fatto. Diversamente, se verrà apprezzato per il valore umano, allora siamo riusciti nel nostro intento".

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