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Si può fare: "matti" al Festival di Roma

Claudio Bisio e Anita Caprioli al Festival di Roma con il nuovo film di Giulio Manfredonia.
di Désirée Colapietro Petrini

Il sindacalismo ai tempi della Legge Basaglia
Giulio Manfredonia (56 anni) 3 novembre 1967, Roma (Italia) - Scorpione. Regista del film Si può fare.

giovedì 30 ottobre 2008 - Incontri

Il sindacalismo ai tempi della Legge Basaglia
Semplice ed equilibrato, delicato e gradevole, il film di Giulio Manfredonia presentato questa mattina al Festival di Roma - e distribuito da Warner nelle sale a partire da domani in cento copie - è stato accolto dalla stampa con un lungo applauso. Nata dalla penna di Fabio Bonifacci (autore del soggetto e della sceneggiatura scritta a quattro mani con il regista), Si può fare è una commedia umana che, senza pretese, ha messo d'accordo tutti i giornalisti. "Perché, ci chiediamo, non è stato presentato in concorso?". "A dire il vero se ne era parlato", ha risposto Manfredonia, ma poi si è deciso così. Non mi ritengo Manoel De Oliveira e quindi va bene lo stesso".

Bisio il sindacalista
"A me invece mi piace la gara. Io ce l'avrei portato", ha detto di rimando Claudio Bisio, chiamato ad interpretare il personaggio di Nello, sindacalista milanese con forti valori etici appassionato al contempo di modernità, terziario e mercato. "Il mio approccio con la sceneggiatura è stato bellissimo", ha raccontato l'amato conduttore di Zelig "Il momento che mi ha appassionato di più è stato quando ho letto che, pur sembrando una favola, sarebbe stato un film tratto da una storia vera. Ho poi avuto modo di conoscere il sindacalista Rodolfo Georgetti, la persona cui si sono ispirati, e mi è venuta la pelle d'oca. Ho sentito sin da subito che si trattava di un progetto non casuale ma meditato. Dal punto di vista recitativo è stata senz'altro l'esperienza più importante". Siamo a Milano, in pieno anni Ottanta. Nello viene allontanato dal sindacato e mandato in una cooperativa di ex malati mentali, i cosiddetti "picchiatelli" appena dimessi dai manicomi con la Legge 180/78.

Lottare per un'utopia
Il titolo del film di Manfredonia, non a caso, prende spunto proprio da una frase del suo promotore, Franco Basaglia. "Ci sono cose di civiltà da cui non si può tornare indietro", ha detto l'attore ricordando che in quegli anni si diplomava al Piccolo, "e la Legge Basaglia è anche questo. Per quanto riguarda il sindacalismo, credo sia il frutto delle lotte operaie dell'Ottocento. Per definizione un padrone cerca di trarre il maggior profitto dal dipendente ed è giusto che il lavoratore cerchi di salvaguardare la propria posizione". "Nello è un sindacalista buono", ha spiegato lo sceneggiatore che, nel 2000, rimase colpito dalla lettura di un articolo sulla cooperativa sociale Noncello (fondata nel 1981 su iniziativa del Centro di Salute Mentale della provincia di Pordenone). Ed ha aggiunto: "E' un personaggio che nasce dal desiderio di essere ben collocato negli anni Ottanta. Cerca di unire il sociale al mercato: questa è la sua invenzione. Vuole infatti portare il disagio umano nel mercato: un'impresa utopica nella quale però crede fortemente".

Lavorare con i "picchiatelli" "Credo che l'originalità di questo film stia proprio nella sceneggiatura", ha affermato Manfredonia. "Dal punto di vista registico ho cercato di rendere una storia italiana. Non posso non riconoscere l'influenza di Qualcuno volò sul nido del cuculo dal quale ho cercato di riprendere lo sguardo. A questo ho aggiunto un grande lavoro filologico, una minuziosa ricerca, molta documentazione e altrettanta improvvisazione, soprattutto con i 'picchiatelli'. Per questi undici personaggi (applauditissimi in sala) ho voluto degli attori professionisti che non fossero famosi ma in grado di essere dei fuoriclasse. Inizialmente erano trenta. Abbiamo fatto tre mesi di prove per quello che io definisco 'la preparazione al provino' in occasione della quale ho scelto quelli che ho poi portato sul set, dopo un'esperienza al Santa Maria della Pietà, dove sono stati, per dodici ore, a contatto unicamente con gli oggetti". "Ma perché, con tutti gli attori bravi che ci sono hai scelto proprio me?, gli ha chiesto scherzando Bisio: "I comici, generalmente, sono sempre dei grandi attori. E tu lo sei", ha risposto. "Nello, in particolare, ha due talenti: è un grande motivatore ed è un vero talent scout, capace di vedere nel futuro". "Claudio ha una grande sensibilità verso il mondo del lavoro", ha spiegato ai giornalisti, "e credo che, se ha accolto con così tanto entusiasmo il progetto, sia anche per questo motivo".

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