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Tropic Thunder: quando la guerra è divertente

La satira sulla guerra dalla Guerra lampo dei fratelli Marx a Ben Stiller.
di Pino Farinotti

Dai fratelli Marx a Ben Stiller
Ben Stiller (58 anni) 30 novembre 1965, New York City (New York - USA) - Sagittario. Regista del film Tropic Thunder.

lunedì 27 ottobre 2008 - Focus

Dai fratelli Marx a Ben Stiller
Groucho Marx dà corpo e volto a un dittatore con baffetti che spara col mitragliatore. Qualcuno gli dice: "ma lei spara sulla sua gente" Groucho risponde "Ecco cinque dollari per voi, ma non ditelo a nessuno". È una della infinite battute del film La guerra lampo dei fratelli Marx. Dal capolavoro dei Marx discende il filone della guerra divertente, della satira, che arriva fino a Tropic Thunder, di e con Ben Stiller, già fenomeno di incassi in America, e ora approdato da noi. Il botteghino "iperbolico" è già connotazione di evento, ma in questo caso si sommano altri valori, a cominciare dal cast a sua volta iperbolico, anche se troppo squisitamente americano, nel senso: nomi più amati là che altrove. Di originale non è tanto la satira, già percorsa e ripercorsa, ma la sua formula. Una troupe di attori che prima finge una guerra, poi ci si trova in mezzo. La parola è satira, satira sulla guerra.
Il genere è consolidato, e arriva da lontano. Il primo titolo, primo motore, è come detto, La guerra lampo dei fratelli Marx, del 1933. Quella data non è casuale, come non lo è il fatto che i Marx fossero ebrei. Anche Ben Stiller è ebreo, dunque il filo principale di quel genere che parte 75 anni fa e arriva a noi, ha quella connotazione.
Satira come difesa e come attacco, e quel popolo aveva un grande esercizio in quel senso, immane e millenario. Il bersaglio della guerra&satira è sempre un "persecutore", spesso Hitler, e comunque un "capo", certo un capo non amico, vanno bene tutte le definizioni: faraone, imperatore, monarca, zar, dittatore.

Leader
A fronte di spade, fucili e bombe, gli artisti ebrei combattenti posero intelligenza, creatività e coraggio, e amici influenti, naturalmente. E si trattava di talenti magnifici, di leader, di legislatori di spettacolo, dai Marx, a Chaplin, Lubitsch, Lewis, Allen, Brooks, a Stiller, appunto, che non possiede ancora quei crediti, ma del quale verificheremo, nel tempo, la tenuta. Nasce da tutto questo, radice dolorosa, la straordinaria vena yiddish di spirito e di ironia, che ha attraversato, e continua a farlo, il cinema e lo spettacolo. Il 1933, l'anno della "Guerra lampo" è anche l'anno dell'avvento di Hitler. I Marx non avevano ancora gli strumenti per una satira sul nazismo, ma avevano quelli da applicare contro il fascismo. Il dittatore - con baffetti - di uno Stato europeo dichiara guerra al vicino. Il film contiene una serie di gag e di modelli ancora credibili, e divertenti. Le allusioni al regime italiano, con tanto di istantanee vicine a gerarchi come Balbo e Grandi, ne impedirono la distribuzione nel nostro Paese. Le origini ebraiche di Charlie Chaplin sono controverse. Nella biografia si parla, confusamente, di battesimo, di appartenenza a certa Chiesa anglicana e di una parente ebrea. Dopo il 1940 Hollywood e il resto del mondo lo considerarono ebreo, e lui non smentì mai, perché in quell'anno Chaplin aveva diretto Il grande dittatore. È la più feroce satira contro Hitler, che viene attaccato e ridicolizzato in tutti i modi. La vicenda parte da un barbiere che ha perso la memoria nelle trincee della prima guerra mondiale. È il sosia del dittatore Hinkel e viene scambiato per lui. Emergono leggi razziali, violenza, pazzia, sempre filtrato dalla vena... yiddish. Creduto dunque il dittatore e messo sul grande palco Chaplin-Hinkel-Hitler fa un incredibile discorso finale sulla pace del mondo. Chaplin aveva audience abnorme, dovunque. Così letteralmente, mediaticamente, distrusse il Fürer.
Tre anni dopo, un altro genio del cinema, Ernst Lubitsch prese di nuovo di mira Hitler col suo Vogliamo vivere, che racconta di un gruppo di attori a Varsavia. Scoppia la guerra e si trovano a combattere, a modo loro, con trucchi e intelligenza, contro gli invasori nazisti. Riescono a infilarsi in un aereo in partenza, non sanno che è quello personale di Hitler. Il dittatore non c'è, ma c'è il suo personale. L'aereo decolla, uno degli attori si traveste da Hitler e ordina all'equipaggio di buttarsi dall'aereo in volo. L'equipaggio obbedisce contento.

Esercito privato
Nel 1970 Jerry Lewis dirige e interpreta Scusi, dov'è il fronte? Seconda guerra mondiale: ancora di sosia trattasi, anzi due. Un miliardario riformato organizza un suo esercito privato, sbarca in Italia, scopre la somiglianza con un generale nazista prende il suo posto, ordina una ritirata decisiva per la vittoria alleata e fa saltare il bunker di Hitler. Trasferitosi sul fronte del Pacifico ecco un altro generale giapponese pronto ad essere sostituito. Anche Woody Allen non riesce ad affrancarsi dai sosia. In Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971) se la prende con Castro. Allen è Mellish, un poveraccio americano che si trova casualmente nello Stato di San Marcos, che poi è Cuba, si attira la simpatia del popolo. Quando il dittatore ... similcastro impazzisce emanando leggi inverosimili contro la sua gente, ecco che Mellish viene nominato presidente. In Amore e guerra (1975) Allen è un proprietario terriero vigliacco e debosciato nella Russia zarista. Napoleone arriva a Mosca e Allen, per riabilitarsi, decide di uccidere il dittatore invasore. Solo che Napoleone si è procurato un sosia, giusto per farlo ammazzare al posto suo. Mel Brooks dirige e interpreta La pazza storia del mondo nel 1981. Uno degli episodi racconta la Rivoluzione francese dove Luigi XVI, monarca idiota, infelice e cornuto, lascia il suo popolo nella fame ma ha la prudenza di procurarsi un doppio che puntualmente viene catturato al momento opportuno e portato alla Bastiglia per essere ghigliottinato. Ma il finale tragico non si addice alla satira. C'è sempre un cappello yiddish pronto nel cilindro. E così la striscia guerra-satira- yiddish giunse a Ben Stiller.

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