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Intervista a Martina Colombari

Martina Colombari racconta la sua vita da vip.
di Alessandra Giannelli

Martina nei panni di Vip
Martina Colombari (48 anni) 10 luglio 1975, Riccione (Italia) - Cancro. Interpreta Sabrina nel film di Carlo Vanzina Vip.

lunedì 13 ottobre 2008 - Televisione

Martina nei panni di Vip
È andata in onda ieri sera su Canale 5 la prima puntata di Vip, una sorta di versione nostrana di Notting Hill firmata da Carlo Vanzina: invitati "per caso" all'evento più mondano dell'anno, una giovane infermiera (Martina Colombari), un coatto di periferia (Enrico Brignano), il proprietario di un noto ristorante romano ormai in declino (Maurizio Mattioli), un giovane cronista di rosa (Matteo Branciamore) e il portiere di un grande albergo (Carlo Buccirosso) fanno romantici incontri da sogno, ma passato l'incanto della festa dovranno fingere per proteggere il loro idillio. Quando il caso interverrà a svelare ogni finzione, scopriranno che solo l'amore vero resiste alla realtà...
Abbiamo incontrato la protagonista femminile Martina Colombari, che ci ha raccontato la sua esperienza e il suo personaggio.

Ci parli di Vip, in onda su Canale 5: che esperienza è stata?
È stata una bella esperienza. Con Carlo ed Enrico Vanzina ci avevo già lavorato perché ho esordito con loro al cinema, in Quello che le ragazze non dicono; mi hanno dato la possibilità di iniziare questo nuovo mestiere. Ho scoperto che, comunque, i ruoli delle commedie brillanti sono interessanti da interpretare perché diventa più difficile rendere credibile un personaggio di vita quotidiana, piuttosto che un ruolo drammatico o personaggi più esasperati o sopra le righe. Nelle commedie dei Vanzina si trovano sempre delle realtà molto comuni e quotidiane.
Qual è il personaggio che interpreti?
Sono Sabrina, l'assistente di un chirurgo estetico che, per imbucarsi ad una festa, per riuscire a far parte di questo star system e per abbordare un principe arabo, si finge una stilista tedesca, per cui c'é un personaggio nel personaggio.
Sabrina ti somiglia?
È una ragazza molto umile, molto ingenua che vede questo mondo "di lustrini" come il bambino alle giostre. Forse mi somiglia perché, è vero che viene attirata da questa realtà fantastica, ma riesce a capire che, sebbene sia un mondo che l'attira e diverte, non le appartiene e riesce a rimanere con i piedi per terra.
Cosa pensi di quelli che vogliono diventare vip a tutti i costi?
Sai, spesso è la televisione, i media in generale, a far diventare vip certi personaggi. Bisogna, innanzitutto, capire cosa si intende per vip e chi è il "vero vip". Quello vero, che sia l'attore hollywoodiano o il grande cantante, difficilmente si atteggia a vip, è molto più di un vip. Ormai questo termine è stato coniato anche per chi appare, per una sola volta, su un giornale, ma non è proprio così. I grandi nomi hanno dei mondi più complessi e più interessanti, rispetto a chi compare a una festa o su un giornalino di gossip.

È vero che disapprovi lo "stile velina"?
No, non lo disapprovo, assolutamente. Penso solo che chi decide di sceglierlo come trampolino di lancio spesso, però, non ha la volontà e quel poco di "cattiveria" per andare avanti. Ci si può basare sul proprio fisico, ma fino ad una certa età. Credo solo che fare la velina non sia un mestiere.
Ho letto che ti piacerebbe lavorare con Tornatore, con Sorrentino oppure Ozpetek, è vero?
Mi piacerebbe lavorare al cinema, penso che sia il sogno di ogni attore poter interpretare un bel personaggio con un bravo autore. I nomi che ho fatto ritengo siano registi che ti danno un'immagine molto reale della vita di tutti i giorni, raccontano sempre delle belle storie. Bisogna puntare sempre di più sul cinema italiano.
A proposito di registi importanti, hai citato Mulholland Drive di Lynch, esprimendo il desiderio di interpretare il personaggio della lesbica, ci spieghi perché?
Si perché mi avevano chiesto quale ruolo un po' strano avrei voluto interpretare, avrei potuto dire anche Hannibal al femminile! È divertente interpretare ruoli che non ti appartengono, che sono lontani da te, proprio perché questo mestiere ti dà la possibilità di essere altre persone e, se non lo fai in un film, difficilmente ti trasformi in un serial killer o in una monaca di clausura o, perché no, nel ruolo di una lesbica. Mi piacerebbe avere un personaggio che ti dia la possibilità di crearlo.

Recentemente sei apparsa su Max, come mai questa scelta?
Si, è una copertina con delle foto, sono tante, più di dieci pagine. Non ho fatto un calendario perché, purtroppo, c'è sempre il preconcetto che fare il calendario non sia dignitoso, anche se non ho ancora capito il perché. Comunque, non mi sembrava giusto fare un calendario da madre. Lo scopo era quello di essere fotografata da Fabrizio Ferri e creare delle immagini belle, di qualità. Con lui non avevo mai lavorato, ma sono rimasta affascinata da questo suo modo di vedere le donne, fotografarle e non riuscire a fermarsi solamente alla bellezza.
Com'è Martina nella vita di tutti i giorni?
È come tutte le mamme che lavorano, che si dividono tra la vita familiare e quella professionale con tante fatiche, ma anche con grandissime soddisfazioni da questo mestiere che faccio.
Progetti futuri?
Sto valutando se iniziare a fare teatro: una commedia brillante. Ci stiamo lavorando. Inizialmente si pensava di uscire con una turné in primavera, ma credo che sarà per l'autunno prossimo.
Quale consiglio daresti a una ragazza che vuole iniziare a fare il tuo mestiere?
Di seguire l'istinto, ma sempre stando con i piedi per terra. Non sono quella bacchettona che ti dice di finire prima gli studi, però bisogna farlo con la testa, avere delle persone alle spalle. Bisogna anche riuscire a capire quando è il momento di fermarsi, senza farsi prendere dalla smania di arrivare. E poi ci vuole anche tanta fortuna.
Però quando tu hai vinto il concorso di Miss Italia, nel 1991, tuo padre si arrabbiò tantissimo, è vero?
Mio padre è stato molto duro perché avrebbe preferito che io facessi una vita da sedicenne, però io ho avuto questa occasione e gli ho detto che non mi sarei tirata indietro. I miei genitori hanno poi assecondato questa mia volontà, cercando di seguirmi in tutto e per tutto.

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