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L'infernale Quinlan, agosto 1958

Il film più discusso di Orson Welles nasceva 50 anni fa.
di Pino Farinotti

Il film
Orson Welles (George Orson Wells) 6 maggio 1915, Kenosha (Wisconsin - USA) - 10 Ottobre 1985, Los Angeles (California - USA). Interpreta Hank Quinlan nel film di Orson Welles L'infernale Quinlan.

lunedì 25 agosto 2008 - Focus

Il film
Città di confine Messico-Usa . Primo piano di due mani che innescano una bomba. Sullo sfondo un uomo grasso e una donna vistosa camminano ridendo. L'uomo che ha innescato la bomba va a sistemarla nel bagagliaio di una Cadillac scoperta, poco prima che gli altri due vi salgano. La macchina parte, attraversa un vicolo e sbuca nella via principale della città. Viene fermata da un vigile che dà la precedenza al carretto di un ambulante. La macchina si arresta a uno stop per far passare una bella coppia che si tiene per mano: Charlton Heston e Janet Leigh che poco dopo vengono superati dalla Cadillac che risorpassano una decina di metri più avanti perché la macchina è bloccata da un piccolo gregge di pecore. I due camminano sorridendo, sono felici, ecco un altro carretto che attraversa la strada. Vengono di nuovo raggiunti dall'auto scoperta e tutto il gruppetto arriva alla dogana. Un poliziotto scambia amichevolmente qualche parola con la coppia felice e viene a sapere che si i due si sono appena sposati. L'uomo grasso alla guida della Cadillac protesta perché non lo hanno ancora lasciato passare. Un altro agente di confine gli domanda se abbia niente da dichiarare. Anche la Cadillac passa la frontiera. I novelli sposi, in America, il paese di lei (lui, Vargas, è un poliziotto messicano), si baciano. Vengono interrotti dall'esplosione della Cadillac. Sono passati 3 minuti e 11 secondi. La cinecamera non ha mai staccato. Il piano sequenza che introduce L'infernale Quinlan è un culto storicizzato, studiato, interpretato, sviscerato da mezzo secolo nelle scuole di cinema di tutto il mondo.

Controvoglia
Dopo aver completato le riprese dell'Infernale Quinlan, Welles eseguì il primo montaggio. Controvoglia, ed era un precedente assoluto: aveva accettato le indicazioni della produzione. Ci fu la proiezione nello studio, presenti i produttori, che ritennero che il film potesse essere migliorato. Il punto di vista di Welles non era mai stato quello dei produttori, tuttavia, malvolentieri accolse alcune indicazioni. Accettare qualsiasi sorta di compromesso, nella regia, non era nella sua cultura. Welles amò moltissimo Quinlan, anche se si portò sempre dietro il piccolo fastidio di aver costretto se stesso a qualcosa che non gli apparteneva completamente. Alla fine, in una sorta di excusatio, scrisse un appunto di una cinquantina di pagine per spiegare i suoi aggiustamenti. La frase finale: "Concludo questo appunto con la preghiera che accettiate questa nuova struttura a cui ho dedicato tante giornate di lavoro. Orson Welles. Il grande amore per Quinlan era probabilmente dovuto al fatto che quel personaggio, certo estremizzato, era semplicemente Welles. Due eroi, ma particolari. Inventarsi eroe senza macchia, o con scarse macchie, eroe comune, non sarebbe mai stato da Welles. Il suo Quinlan può essere considerato un predecessore, un legislatore del male senza attenuanti, un criminale ma dalla straordinaria grandezza. Il poliziotto Quinlan ruba, truffa, inventa prove, uccide, ma sempre nella sua personalità irresistibile, nel suo fascino perverso. Il suo omologo più attuale, Hannibal Lecter, viene staccato di molte lunghezze. L'infernale cerca la sgradevolezza con insistenza, con morbosità, come se volesse che l'odore del suo carpaccio grasso scendesse dallo schermo verso la platea. L' antagonista è Charlton Heston, l'esatto opposto estetico di Quinlan: è bello e... sarebbe biondo se il regista non si fosse impuntato con la produzione facendogli tingere i capelli. In effetti l'attore non aveva proprio niente di messicano. Alla fine il "buono" Heston prevale sul "cattivo", ma lo spettatore ne è deluso; Quinlan lo aveva tirato dalla sua parte.

Disagio
Welles era tormentato dalla paura di apparire convenzionale, magari simpatico. Voleva infastidire, mettere a disagio, essere odiato se possibile, dare un esempio cattivo, estremo se possibile. Ecco la parola chiave: disagio. Cominciò presto, nel '38, a 23 anni, quando rappresentò in radio La guerra dei mondi, inventandosi un'invasione dell'America da parte degli extraterrestri. La nazione si spaventò a morte. Anche nel suo Quarto potere, che molti ritengono il film dei film, Welles, nei panni del citizen Kane, è sgradevole e arrogante, votato all'autodistruzione, e si distrugge.
Spendeva più di quello che guadagnava, così dovette accettare tutto ciò che gli veniva proposto, pronto a compromettersi, ma solo come attore. Ma era Welles, e anche in una produzione inadeguata, in ruoli grotteschi - lavorò anche nei nostri western - riusciva a ritagliarsi un franchigia. Insomma, rimaneva "il genio" anche nei panni di un caratterista senza alcuna nobiltà.
Amava l'Italia, amava la nostra storia. Fece in modo di ottenere un ruolo, ne Il principe delle volpi, che gli stava molto a cuore, quello di Cesare Borgia. Ne diede un ritratto perfetto, Cesare era davvero diventato Orson. L'ambizioso corruttore-assassino che sognava, fra l '400 e il '500, di unire l'Italia... a favore di se stesso non degli italiani, era un cattivo affascinante proprio come Welles. E ci fu chi disse che l'attore non aveva davvero dovuto sforzarsi per interpretare il nobile italo-spagnolo. Quando ebbe un ruolo nel Terzo uomo, girato in gran parte a Vienna, fece impazzire il regista Reed: riscriveva le scene, dava indicazioni agli attori. E anche in quel film fece Welles, cioè il cattivo, contrabbandava medicinali avariati, era cinico e odioso, era come sempre estremo, ma toglieva quasi tutti gli spazi al protagonista "buono", Joseph Cotten. Ne La signora di Shangai, un noir apparentemente "semplice", Welles è un avventuriero di scarsi scrupoli, che si fa coinvolgere in un omicidio. Ci mise il suo tocco riuscendo in un' impresa che sembrava impossibile, imbruttire Rita Hayworth. Forse c'era qualcosa di personale che il "genio" risolse a suo modo: Rita era sua moglie nella vita, lei lo detestava e lui, in qualche modo, la punì. Sì, Welles non era un tipo facile, e neppure simpatico, appunto. E volle dichiararlo, e nel Quinlan gli riuscì benissimo. Soprattutto gli riuscì l'iperbole di essere odiato ma amatissimo. Un genio, sempre e comunque.
Nel suo Ed Wood (1995) , Tim Burton, uno dei tanti innamorati di Orson, si fa portavoce dello storico lamento di Welles per Quinlan. Ed Wood era, ufficialmente, il peggior regista di tutti i tempi e divenne a Hollywood una vera leggenda postuma proprio grazie al film di Burton e all'interpretazione di Johnny Depp. Il regista fa incontrare Wood e Welles per caso in un bar. Welles è triste, mezzo ubriaco. Wood gli domanda perché e il "genio" risponde lamentandosi di come sia stato costretto a snaturare il suo amatissimo Quinlan: "Mi hanno appioppato un biondo con gli occhi azzurri nel ruolo di un messicano". Welles era morto dieci anni prima, a 70 anni.

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