Il mito della vagina dentata
È stato Sigmund Freud a dare il nome di "vagina dentata" al fenomeno ispirato a una leggenda che affonda le radici nella cultura popolare di molti paesi e che riguarderebbe donne il cui sesso è equipaggiato di denti o altre armi in grado di evirare o addirittura uccidere l'uomo che prova a penetrarlo. "Durante le ricerche, la scrittura e la realizzazione di Denti, un'idea non ci ha mai abbandonato: il mito della vagina dentata in verità dice poco sulle donne, e molto di più sugli uomini" ha spiegato Mitchell Lichtenstein che è partito proprio da questo mito per tessere la storia di Dawn, una giovane vergine americana che scopre di avere una vagina famelica e cannibalesca. "È anche incredibile come una nozione così assurda resti ancora un tabù. Nelle tante culture in cui il mito ancora esiste, il nucleo centrale della storia è sempre lo stesso: un eroe deve conquistare la donna con la vagina dentata. Ho voluto ribaltare questa storia e rendere l'innocente Dawn l'eroina del film. Denti è una sorta di fantasia femminile di vendetta che racconta la storia di una ragazza apparentemente normale che scopre invece di avere un potere sovrumano. Nonostante sia l'immagine misogina e vaginofobica più basilare, spero sia chiaro che con questo film ho voluto prendermi gioco del mito e ho voluto anche raccontare le radici del mito: la paura dell'uomo. Poiché d'abitudine le storie spaventose hanno a che fare con paure primitive, immagino che alcune persone possano vederlo come una sorta di strano film horror. Ma odio i film in cui le donne sono semplicemente rappresentate come delle vittime. Ho deliberatamente voluto che le mani della mia eroina non si sporcassero mai di sangue. Dawn rimane pura, non viene mai veramente violata e non viene neanche mai presa dai suoi aggressori".

Interpretare Dawn
Jess Weixler: Quando mi hanno offerto il ruolo di Dawn, dopo che avevo fatto l'audizione per una parte marginale, ero titubante. Mi spaventava dover recitare in così tante scene di sesso perché non l'avevo mai fatto prima e non ero sicura di essere pronta. Quando poi mi sono confrontata con Mitchell mi sono tranquillizzata anche perché ho capito che non voleva realizzare un brutto horror-b-movie ma una buona dark comedy. Alla fine ho accettato perché non mi era mai stata offerta una parte così complessa ed era un'occasione irrinunciabile. Dawn è una sorta di supereroina. È unica nel suo genere. Come ogni supereroe deve solo scoprire i suoi poteri e capire come sfruttarli. Subisce un profondo cambiamento durante il film. Se inizialmente è una ragazzina innocente, man mano si trasforma in un animale sessuale e in una donna che sa esattamente quello che vuole e quello che non vuole.

Creare la vergine omicida
Mitchell Lichtenstein: Quando ho deciso di ricreare un vero caso di vagina dentata (ovviamente nella realtà non esistono casi in cui si sono riscontrate formazioni simili a denti all'interno della vagina, NdR), ho subito capito che c'erano molte cose da considerare, mi trovavo di fronte a diverse scelte da fare. L'unica cosa di cui ero certo è che Dawn, la mia eroina, non doveva essere vista come un mostro. Sapevo anche che mi volevo concentrare sulla sua scoperta di sé. Essenzialmente volevo parlare del processo di crescita di questa ragazza. Il fatto che Dawn fosse vergine era l'elemento centrale tra gli altri. Fare di Dawn un membro di un gruppo di castità permetteva al personaggio di ritardare la scoperta della verità riguardante la sua unicità a livello anatomico. Dawn è stata tenuta lontana dalla conoscenza del suo corpo dagli insegnanti, dai compagni e dalla società stessa.