Con Rogue il solitario torna la star di Pechino
Con il termine "wushu" si possono intendere le arti marziali cinesi oppure, con un'ardita sineddoche, si può semplicemente dire Jet Li. È lui la stella più brillante del firmamento cinematografico cinese, star indiscussa in patria, capace di ritagliarsi uno spazio importante ad Hollywood e di cui Rogue il solitario è l'ultima, controversa fatica. Un destino da stella nato sotto i buoni auspici della sorte. Orfano di padre dall'età di due anni, al piccolo Jet è casualmente affidato un corso estivo di wushu, le arti marziali cinesi appunto, senza che lui sapesse nemmeno di cosa si trattasse. È l'inizio della sua fortuna. Quando alle eccezionali doti atletiche, sempre la sorte, aggiungerà l'occhio benevolo della macchina da produzione cinematografica cinese, il suo destino sarà compiuto. Notato durante le sue gare in giro per il mondo, gli è affidato il primo ruolo in quello che diventerà un classico dell'Estremo Oriente, Shaolin Temple. È l'inizio della leggenda di Jet Li che, alcuni anni più tardi, attraverserà il Pacifico per sbarcare sulla costa dorata della California. Nel suo curriculum non sono mancati, come nella migliore tradizione orientale, esperienze in parodie e rifacimenti, come accaduto con Dalla Cina con furore o con la saga di Indiana Jones. Jet Li non picchia solamente duro ma è anche un patriota ed un acceso sostenitore delle cause umanitarie. Li è rimasto coinvolto nello tsunami che nel 2004 sconvolse il mondo, anzi, per alcuni giorni si susseguirono voci su una sua morte. L'attore se la cavò con un infortunio al piede ma quella vicenda lo ha segnato, tanto da indurlo a dare vita ad una fondazione che si occupa dei sopravvissuti al cataclisma. Infine, quando era un giovane atleta, si esibì nel corso della storica visita di Richard Nixon. Un membro della scorta gli chiese se gli interessasse diventare una delle guardie del corpo del presidente. Il giovane ma determinato Li rispose che lui era preparato a proteggere la sua nazione, non un singolo individuo. Bel carattere, non c'è che dire.

La mummia – La tomba dell'imperatore Dragone
Promette di essere il più bello dei tre e soprattutto il più spettacolare della saga de La Mummia. L'archeologo Brendan Fraser torna nei panni di Rick O'Connel per scongiurare la conquista del mondo da parte del "resuscitato" Imperatore Han la cui ansia di morte rischia di sconvolgere il pianeta. Sembrano lontani i tempi in cui Jet si rifiutava di interpretare i ruoli da cattivo, anzi. Oggi sembra provarci più gusto a cercare di massacrare i propri avversari e sempre di più si sta proponendo come icona dell'action movie adrenalinico e super – drogato con effetti speciali di ultima generazione.

Danny the dog
Da quando Luc Besson ha deciso di darsi a una dorata pensione, di abbandonare la macchina da presa e ritirarsi a godersi i frutti del successo per mettere il suo marchio da produttore e, al limite, di sceneggiatore, si sono moltiplicati prodotti interessanti a cui manca quel certo non so che proprio Luc era in grado di dare. Danny the dog è proprio uno di questi film: plot interessante, script al limite dell'eccesso ma il virtuosismo registico è fine a se stesso. Jet è ai suoi massimi: la sua naturale inespressività è al servizio di una forza bruta pronta ad esplodere.

Fearless
Senza paura alcuna di ritorsione dalle nostre parti Jet Li sta lentamente diventando un divo da estate. Nel luglio del 2007 uscì questa pellicola ispirata alla vita di Huo Yuanjia, un personaggio realmente esistito, la classica storia di coraggio, dramma e redenzione. Il nostro eroe è sempre di più simbolo, soprattutto in Cina ma lentamente anche da noi, di un certo tipo di protagonista positivo ma che deve superare mille ostacoli della vita per sprigionare tutto il suo potenziale. È anche vero, però, che l'età vuole il suo tributo e anche se Jet ancora non è ridotto come Fabrizi ne I tartassati, è pur vero che ha sempre maggiori difficoltà a reggere sulle sue spalle un film impetuosamente incentrato sulle scene di azione. Gerovital aiutaci tu.

Arma letale 4
Il quarto capitolo della saga dei poliziotti Martin Riggs e Roger Murtaugh è alla puntata finale. Dopo il primo esplosivo Arma letale, rimasto negli annali, i successivi hanno sopravvissuto a ricasco di quel prorompente esordio. Qui dopo aver usato il fascino di Patsy Kensit nel numero 2, il carisma di Joe Pesci nel terzo, sbarcano in Oriente offrendo a Jet un ruolo da cattivo. Li tentenna: in patria aveva sempre interpretato il buono ed era restio ad accettare. Vallo a spiegare ad uno che ha rifiutato di fare la guardia del corpo del Presidente USA che un paio di ghigni satanici ed una morte da crudele torturatore gli sarebbero valsi il mercato cinematografico più importante del pianeta.

Hero
Il capolavoro di Zhang Yimou è la consacrazione per Jet Li. Il film più costoso della storia del cinema cinese lo conferma star internazionale dopo una serie di pellicole interlocutorie. È lui l'eroe del titolo uno dei sicari che invece di uccidere il re Qin, decide di fargli dono della vita per permettergli di realizzare il sogno più grande: una sola nazione sotto un unico cielo, la Cina. Si tratta di una leggenda che iscrive i suoi geni nel DNA del Paese e per tutti gli attori che vi hanno partecipato – le star cinesi più importanti, da Tony Leung a Maggie Cheung, fino a Zhang Ziyi, oltre a Jet Li – è la conferma dello status di icone internazionali. Jet mette a disposizione la sua unica espressione ai fini ieratici del suo personaggio, pronto a sacrificarsi per il bene di molti. Eroico.