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5x1: Valerio Mastandrea, sempre presente

Romano al 100% e per questo pieno di sfumature e delicati incroci di umanità.
di Stefano Cocci

Sindacalista e chitarrista, ispettore e autista di autobus
Valerio Mastandrea (52 anni) 14 febbraio 1972, Roma (Italia) - Acquario.

martedì 1 aprile 2008 - Celebrities

Sindacalista e chitarrista, ispettore e autista di autobus
Valerio Mastandrea è un'icona alquanto peculiare nel panorama del cinema italiano. Sebbene possa essere inserito nella ritrattistica più comune della romanità – coatto, un po' volgare, anche un pizzico menefreghista e nichilista, tipico di un popolo che in duemila anni di storia ha visto passare consoli, imperatori, papi e dittatori – è difficile inserirlo esclusivamente in questa categoria. Mastandrea porta con sé geni sani di umanità che è difficile disconoscergli, un disincanto malinconico tipico di una generazione di sognatori tradita dai propri sogni. È per questo motivo, per questo suo appartenere senza ombre ad una età di dubbi che ti fa sognare i milioni della tv e poi ti relega a guidare un autobus, che Valerio Mastandrea interpreta perfettamente il suo e il nostro tempo. Così, ci regala ogni volta interpretazioni apparentemente in tono minore, ma assolutamente maiuscole per l'intensità e la sincerità con cui le pone al pubblico. Da ricordare l'autista dell'ATAC di Notturno Bus, il sindacalista di Tutta la vita davanti, il chitarrista in crisi esistenziale di Non pensarci. Per tutte queste doti e la sua poliedricità, lo incontriamo spesso al cinema, "ricercato" interprete per commedie e drammi, film in costume e d'azione. Con Non pensarci ha aggiunto un altro tassello alla sua galleria di personaggi: Stefano, chitarrista trentacinquenne che scopre i drammi della sua famiglia solo apparentemente perfetta. Intanto lo attendiamo alla prova con Ozpetek in Un giorno perfetto.

Il siero della vanità
Il buon Mastandrea si cala qui in un onorevole tentativo di thriller - noir all'italiana che prende di mira la televisione e la "vanità" di cui sarebbe portatrice non sana. Con la testa rasata e i modi non proprio ortodossi è l'ispettore Franco Berardi che affianca una problematica Margherita Buy nelle indagini su alcuni rapimenti che sconvolgono l'opinione pubblica. Se il film in sé lascia alcuni dubbi sulla sua riuscita complessiva – manca probabilmente la necessaria forza visiva e visionaria che faccia di un thriller un film da ricordare – il nostro Valerio si distingue per riuscire, come sempre, a costruirsi un personaggio addosso partendo da piccoli assunti e andando avanti per la propria strada malgrado i buchi della sceneggiatura.

N (Io e Napoleone)
Nel pamphlet apparentemente ottocentesco ma dall'impostazione e lo spirito decisamente anti-berlusconiano e quindi contemporaneo, Paolo Virzì si distingue per alcune scelte coraggiose come quella di affidare il ruolo di Napoleone a un francese – avanguardia pura - e di scegliere una pattuglia di attori romani per interpretare personaggi toscani. Detto che Ceccherini risulta, così, l'unico veramente in parte, il nostro Mastandrea colleziona ancora una prova dignitosa, nei panni di Ferrante.

Tutta la vita davanti
Il Giorgio Conforti sindacalista che Paolo Virzì regala a Mastandrea è un personaggio che gli appartiene a 360°. È un idealista che impara ad amare il sindacato vicino al padre durante i cortei degli anni Settanta, che cerca disperatamente di difendere i diritti dei lavoratori precari, incurante delle umiliazioni a cui è sottoposto. Poi, piano piano, scopriamo i suoi limiti, le sue infedeltà e la disperata incapacità di confrontarsi con gli effetti negativi che anche una buona azione può innescare. Alla fine ci convince con il suo "sono solo un uomo" perchè, in fondo, i limiti di Giorgio Conforti sono quelli di tutti noi appartenenti al genere umano.

Notturno bus
Ancora un personaggio in chiaroscuro; ancora un romano divertente e divertito e anche un po' disincantato per non dire "scazzato" come si usa dire nella Capitale di chi ne ha viste tante nella vita e non ha più la forza di reagire. Il suo Franz è un filosofo mancato che incidentalmente guida gli autobus dell'ATAC, turno di notte, e che la vita l'ha sempre guardata dallo specchietto retrovisore. È ancora una volta un personaggio "Mastandrea al 100%", un uomo con dei limiti ma che trova la forza di accettarli e, forse, di superarli. Guardare al cinema la vita dallo specchietto retrovisore ed essere "normalmente vile", come Franz ama definirsi, non è mai stato così affascinante.

Il caimano
Forse è il ruolo più intenso e più fuori dalle corde che l'attore romano si è trovato ad affrontare nella sua carriera. Qui è un personaggio sostanzialmente negativo – ex ufficiale della Guardia di Finanza che si lascia irretire dal corteggiamento del caimano ed entra nelle fidate schiere dei suoi sudditi e collaboratori. Il bello – per Mastandrea – è che le poche scene a disposizione lo inducono a creare un personaggio forte, un uomo dello Stato attratto dal lato oscuro, un italianissimo Anakin Skywalker che entra in contatto con l'imperatore del male e ne è sedotto. Un luccichio maligno nei suoi occhi ci lascia intuire la disponibilità ad abbracciare il lato oscuro della forza, fino a diventarne l'apprendista più fedele.

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