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Film in tv: Racconti di tardo inverno

In televisione, si gioca sul filo della finzione rappresentativa per tutta questa settimana.
di Edoardo Becattini

Verità e finzioni

giovedì 6 marzo 2008 - Televisione

Verità e finzioni
Per non turbare in maniera brutale l'usuale distensione della domenica, la programmazione della nuova settimana televisiva cammina in equilibrio sul labile confine fra reale e immaginario. La modalità del racconto implicato è la strategia narrativa più funzionale per apprendere della vita e degli straordinari amori della contessa Lola Montès (Sky Classics, 15.45), famosa cortigiana ottocentesca, di cui Max Ophüls ci rappresenta l'aspetto mitologico mediante una sfarzosa messa in scena. La sera, il rapporto fra realtà e finzione si complica ulteriormente quando facciamo la conoscenza di Harold Crick, impiegato del fisco dall'esistenza grigia e scandita dalla routine, che scopre di essere al centro di un'opera letteraria e di poter ascoltare e interagire con la sua stessa autrice. Il film, Vero come la finzione (Sky 1, 21.00), non si è rilevato un grande successo ai botteghini né americani, né esteri, a dispetto di un intreccio originale e di un cast nutrito di grandi nomi (Will Ferrell, Dustin Hoffman, Emma Thompson). Un film che ha invece goduto a suo tempo di uno sconfinato successo popolare, tanto da permettere alla sua saga di perpetuarsi per un tempo ancora non esaurito, è il primissimo episodio di Venerdì 13 (Jimmy, 21.00). A dir la verità, in questo pilastro del sottogenere horror, l'icona dell'immortale Jason compare solo brevemente e non ha un ruolo fondamentale nella consueta mattanza di giovani campeggiatori.
Terminate le fantasie del fine settimana, il lunedì ci riconnette con una dimensione più aperta alla nostra realtà, cominciando dal genere più mirato a una sua onesta rappresentazione, il documentario. Essere e avere (Cult, 21.00) è appunto un documentario del 2002 diretto da Nicolas Philibert sulla particolare situazione di una piccola scuola di un villaggio disperso fra le montagne francesi. Un'opera il cui intento non è né accusatorio, né divulgativo, ma solo appunto "documentario": fotografare una particolare realtà in cui tutti i bambini, dall'età pre-scolare a quella elementare, sono accorpati in un'unica classe sorretta e motivata dalla presenza di un unico insegnante alle soglie della pensione. Antitetica in tal senso la presenza in serata di un film come Blood Diamond – Diamanti di sangue (Joi, 22.45), dove lo star system hollywoodiano e l'estetica dell'action movie sono al servizio di una denuncia nei confronti del moderno colonialismo e dello sfruttamento del contrabbando di diamanti da parte degli occidentali in Sierra Leone.

Di annata in annata
La perfezione linguistica e l'elegante suspense del maestro Hitchcock danno valore a un'altrimenti grigia prima serata del martedì, con l'ottimo film d'annata L'ombra del dubbio (Studio Universal, 21.05), dove Joseph Cotten è un misterioso zio che, inspiegabilmente arricchito, fa ritorno in famiglia dopo anni di silenzio e viene accolto col favore e la benevolenza di tutti, finché non emergono i primi interrogativi sul suo recente passato. L'annata del 1976 è invece al centro di uno dei primi successi del primo rappresentante del cinema giovane e indipendente americano: Richard Linklater. In La vita è sogno (Cult, 23.00) il futuro regista di Prima dell'alba e School of Rock torna indietro ai tempi del liceo e della propria adolescenza vissuta nella provincia texana per raccontare in modo molto sobrio e nostalgico (più American Graffiti che American Pie, per intendersi) la controcultura americana dei giovani degli anni Settanta.
Il giorno successivo, mercoledì, scopriamo chi e in che modo ha dato vita alla rivoluzione dei costumi culturali e sessuali di quegli anni attraverso il film Conoscenza carnale (Raisat Cinema, 21.00). Questa pellicola di Mike Nichols, come era stato precedentemente Il laureato d'altronde, è infatti una perfetta rappresentazione della cultura borghese nel passaggio storico che attraversa la disillusione della morte di Kennedy e della guerra del Vietnam. Procedendo avanti negli anni, con Twin Town (RaiUno, 2.55) si giunge al Galles del decennio scorso. Non siamo dalle parti né del realismo sociale di Ken Loach, né della distorsione allucinata di Irvine Welsh (anche se il film ha più di un punto di contatto col Trainspotting di Danny Boyle), ma di una commedia grottesca sulla vita di due fratelli balordi e nichilisti in una placidissima cittadina gallese.
Giovedì sera, invece, rientriamo in patria e facciamo la conoscenza di Geremia de' Geremei, ovvero L'amico di famiglia (Sky Mania, 21.00) descritto da Paolo Sorrentino. Un misero e laido omuncolo che fa lo strozzino, e che tuttavia non è peggiore degli altri più piacenti abitanti di una piccola città dell'Agro Pontino. A seguire, sullo stesso canale, un conturbante film tratto da un romanzo di Ian McEwan: Il giardino di cemento (Sky Mania, 22.50), un racconto audace e lucido su di una famiglia inglese psicologicamente devastata, al cui interno emerge l'imperfetto splendore di Charlotte Gainsbourg.

Buongiorno, eros
La serata di venerdì ci si concentra invece sull'aspetto malato dell'eros. Protagonista del palinsesto non è tuttavia il maestro di tale moderna inquietudine, Michelangelo Antonioni, piuttosto due film che parlano delle conseguenze dell'amore in modi esattamente antitetici e con differenti finalità. Innamorati cronici (Rete 4, 23.25) è una commedia che parte cinica e beffarda (Matthew Broderick e Meg Ryan giocano subdolamente a far lasciare una coppia composta dai rispettivi ex partner) e poi stempera i suoi toni nel più convenzionale stile hollywoodiano. Le particelle elementari (Sky Mania, 21.00), tratto da un noto romanzo scandalo di Michel Houellebecq, analizza invece freddamente la natura complessa e turbata dei rapporti amorosi, aprendoci alle infelici coscienze di una coppia di fratelli in un momento di dissidio fra l'elaborazione di un lutto e l'inizio di una nuova relazione. In notturna la recente storia d'Italia del sequestro Aldo Moro si racconta introdotta da un bellissimo verso ossimorico di Emily Dickinson e filtrata attraverso l'incredibile sguardo di Marco Bellocchio in Buongiorno, notte (RaiUno, 2.55).
La notte non va solo salutata ma anche ringraziata sabato, quando gli unici film degni di menzione della giornata vengono trasmessi nel pieno dell'oscurità. Il primo di questi è Lucky Break (RaiUno, 1.00), pellicola britannica gemella di Full Monty, non solo perché il regista è lo stesso del film exploit del 1997, ma anche perché con questo presenta più di una affinità nella trama: da disoccupati improvvisatisi spogliarellisti alla ricerca di facili quanto necessari guadagni, a carcerati principianti ballerini, con l'intento di pianificare una grande fuga durante il saggio finale. Più cinetico e, almeno per il 1998, visivamente più innovativo è il film Lola corre (RaiUno, 3.10), esperimento postmoderno diretto dal tedesco Tom Tykwer e improntato su un montaggio frenetico e costruito originalmente come un librogame, con molteplici finali della storia. Altra tendenza tipicamente postmoderna è il riadattamento, aggiornato alla contemporaneità, dell'inesauribile fonte shakespeariana. Tuttavia Kenneth Branagh è un esperto conoscitore delle opere del drammaturgo inglese e le sue personali versioni non sono mai derive illogiche. Pene d'amor perdute (Canale 5, 3.00) riesce così brillantemente ad aggiornare il testo originale al Novecento della seconda guerra mondiale con un intelligente meccanismo che sfrutta l'aspetto trasognante del musical e le più belle canzoni del periodo.

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