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5x1: Will Smith, il principe dei blockbuster

Metà attore e metà rapper, Smith non sbaglia un colpo al box office.
di Stefano Cocci

Tutta la sua carriera, dagli inizi in tv fino a Io sono leggenda
Will Smith (Williard C. Smith II) (55 anni) 25 settembre 1968, Filadelfia (Pennsylvania - USA) - Bilancia.

martedì 8 gennaio 2008 - Celebrities

Tutta la sua carriera, dagli inizi in tv fino a Io sono leggenda
Musica, tv, cinema: l'ascesa di Will Smith è inarrestabile fin dall'età scolare quando, appena dodicenne, diede vita al duo rap Jazzy Jeff & The Fresh Prince. Oggi, l'attore nato a West Philadelphia. è una delle star globali più amate, uno dei tre attori a collezionare ben 7 blockbuster consecutivi da oltre cento milioni di dollari di incassi al botteghino, tanto potente da reclutare l'italiano Muccino per girare il "familiare" La ricerca della felicità in cui recita al fianco del figlio Jaden. Sebbene sia innegabile il talento di un attore che è riuscito a portare con tanta forza - fisica e psichica – Mohammed Ali sul grande schermo, il vero pregio di Will Smith è il fascino interrazziale di una star amata dai neri ma che è capace di affascinare anche il pubblico WASP della borghesia medio-alta USA, la fascia sociale da cui lui stesso proviene. Sebbene abbia scelto la musica dei ghetti per farsi conoscere – e malgrado dopo aver sconfitto al cinema Foreman e gli alieni, per nuotare abbia bisogno ancora oggi dei braccioli – Will Smith è tuttora una carta di credito ambulante per i produttori di sogni targati celluloide. I motivi per pensare che il prossimo Io sono leggenda non faccia eccezione ci sono tutti: tratto da un libro che ha fatto storia, prodotto con enorme profusione di mezzi e di effetti speciali e lui che da solo vale il prezzo del biglietto.

Wild Wild West
Della serie: "anche i miti sbagliano". Al tempo di Wild Wild West Will Smith rinunciò a interpretare Neo in Matrix per ricomporre l'accoppiata vincente di Men in black con il regista Barry Sonnenfeld. Risultato: Keanu Reeves diventa un'icona in tutto il pianeta, il protagonista di una delle saghe cinematografiche più importanti di tutti i tempi, lasciando la sua impronta nel cuore e nella mente di milioni di fans, diventando per tutti lo "L'eletto". Smith, invece, incappa in uno dei flop più clamorosi della sua carriera: un film pensato male, scritto peggio e realizzato in modo rabberciato. L'idea di un western pieno di effetti speciali, armi sofisticate, magia e mistero non era male ma il prodotto finale è sbagliatissimo, ad iniziare dall'accoppiata con Kevin Kline, due attori con i tempi completamente differenti che non riescono a riprodurre la magia che Sonnenfeld azzeccò con Tommy Lee Jones.

Alì
Se il rapper lungo e allampanato che era Will Smith agli inizi degli anni Novanta è oggi un uomo ben piantato, spalle larghe e fisico che affascina le donne, il merito è di Michael Mann, che scelse l'ex principe di Bel Air per interpretare un autentico mito dello sport di questo secolo e anche di quello appena trascorso: Cassius Clay, alias Mohammed Ali, l'indimenticabile campione di boxe.
Smith si merita qui la sua prima nomination all'Oscar quale miglior attore, grazie soprattutto alla direzione solida di Mann, uno abituato ai grandi attori dopo aver diretto Daniel Day-Lewis in L'ultimo dei mohicani, Al Pacino e Robert De Niro in Heat, e Russel Crowe in Insider. È la pellicola della maturazione: incontrare un personaggio tanto importante per tutta la comunità nera d'America e soprattutto un grande uomo come Alì, ha certamente contribuito a fare di Will Smith quello che è oggi.

Bad Boys
Insieme a Independence Day, Bad Boys è il primo grande successo di Will Smith ma, mentre nella megaproduzione di Emmerich è uno dei comprimari che contribuiscono a salvare la Terra dall'invasione degli alieni, nel film di Michael Bay è il protagonista assoluto, componendo con Martin Lawrence una delle coppie meglio allestite degli anni '90. Sono la risposta completamente "black" all'arma letale Gibson/Glover o ai mitici binomi della tv come Starsky & Hutch e Miami Vice. I due si contraddistinguono per la fortissima verve di simpatia e ironia – del resto entrambi provengono dalla commedia e dalle sitcom televisive – e per una miscela esplosiva di azione, garantita dal regista Michael Bay. Il suo sarà un marchio di fabbrica fino all'ultimo Transformers.

Men in Black
Nel 1997 fu la sorpresa della stagione. Il successo al botteghino fu assolutamente travolgente, forse ben oltre i meriti di un film che vuole unire fantascienza, commedia e azione. Sonnenfeld riesce nella magia di fare di Tommy Lee Jones un attore dall'ironia involontaria, assolutamente perfetto nel ruolo del superagente segreto che si confronta con alieni stravaganti e armi supertecnologiche e superbuffe. Se per Jones fu un tuffo in un mondo nuovo, per Smith, d'altra parte, fu la conferma delle sue doti di istrione perfettamente a suo agio con i tempi comici ma anche con le esigenze fisiche che un ruolo come quello dell'Agente J ha richiesto.

Hitch
È una delle poche commedie di Smith, in un certo senso una stranezza per chi, come lui, ha iniziato alla tv facendo ridere a ritmo di rap con Willie il principe di Bel Air. Smith è un consulente dell'amore: se siete intimoriti al solo pensiero di rivolgere la parola a colei che ritenete sia la donna della vostra vita, Hitch vi aiuta a tirare fuori voi stessi, vi dà sicurezza, qualche frase ad effetto e vi insegna anche a ballare. Con lui, un altro dei migliori prodotti delle sitcom americane degli ultimi anni, quel Kevin James di "King of the Queens". I due compongono un duo perfettamente integrato: quanto ciccione, sudaticcio e impacciato è James, così Smith è sicuro, impeccabile nel vestire ed elegante nell'approccio al gentilsesso. Da non perdere: la scena in cui Hitch insegna a James a baciare ("dammi la magia" gli urla in faccia, rimediando un vero bacio) e quella in cui suggerisce alcune mosse di ballo.

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