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Blood Brothers: un omaggio al cinema di genere

Una Shangai in mano ai malavitosi, è la rivelazione dell'esordiente regista cinese Alexi Tan.
di Pierpaolo Simone

L'incontro

sabato 8 settembre 2007 - Incontri

L'incontro
L'esordio alla regia dell'allievo di John Woo - Alexi Tan con Blood Brothers - è stato ben accolto dalla stampa del Lido e salutato con un sincero applauso alla conferenza stampa tenutasi stamattina. Con un Marco Müller presente alla conferenza e in vesti di traduttore non ufficiale – sorpreso mentre intratteneva la bellissima attrice cinese Shu QiAlexi Tan ha parlato del suo omaggio al cinema di genere e ai suoi progetti futuri.

Dal suo film si nota l'influenza che un regista come Sergio Leone ha impresso al suo cinema.
Certo, ho visto tutti i film di Sergio Leone e amo in particolar modo il personaggio interpretato da Clint Eastwoodin Per un pugno di dollari. Ma credo che la sua influenza sia dovuta a tutte le sue pellicole davvero straordinarie.

E per quanto riguarda il cinema americano, invece, chi l'ha più colpita?
Beh, raccontando in Blood Brothers le atmosfere della Shangai degli anni '30, ho senza dubbio tratto ispirazione da un capolavoro come Il padrino o semplicemente dalle pellicole di Martin Scorsese, da Taxi Driver a Quei bravi ragazzi. Quello che però mi affascina, nelle saghe famigliari come Il padrino, non è tanto il sangue, le vendette o la mafia, quanto i legami di parentela di una grande famiglia costretta in qualche modo a doversi battere con tutto questo. Così, anche i miei protagonisti, lottano per rimanere uniti ma la vita li porterà inevitabilmente da qualche altra parte.

Lei è un regista molto giovane eppure porta avanti un cinema che sembra già maturo.
Beh, io non posso dire quale sia il mio stile. Questo era il mio primo film e ho cercato di esprimermi al meglio, facendo in modo che tutto il cast potesse trarre giovamento dai personaggi interpretati. Tentando, spero con successo, di avergli dato un'impronta personale e diversa da quello che il solito stereotipo sul genere. Quello che mi ha stupito è che il cast sembrava molto contento di come io li dirigessi ed è stato per tutti una crescita umana e professionale.

Abbiamo parlato delle influenze che il suo cinema ha avuto dal cinema in generale, adesso ci piacerebbe sapere dove andrà il suo di cinema e come mai ha scelto di omaggiare Bullet in the Head di John Woo per il suo esordio.
Innanzitutto è un piacere essere qui a Venezia, un piacere vivo e inaspettato. Per quanto riguarda il film, invece, devo dire che non è un vero e proprio remake. Parte nello stesso modo ma poi trova pian piano una sua strada che si discosta totalmente dall'originale. Per quanto riguarda il prossimo lavoro, invece, posso dire che non sarà più ambientato negli anni '30, ma sarà una pellicola più moderna e con meno personaggi. Fermo restando che mi piacerebbe continuare a lavorare con questo splendido cast.

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